Libri (e lettori)

Leggo per legittima difesa.
Woody Allen

Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma noi abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev’essere la scure per il mare gelato dentro di noi. Questo credo.
Franz Kafka, Lettera a Oskar Pollak

Alice cominciava a essere stufa di starsene seduta vicino a sua sorella sulla riva del fiume, senza niente da fare; aveva sbirciato un paio di volte nel libro che sua sorella stava leggendo, ma non c’erano né figure né dialoghi, «e a che pro un libro», pensava Alice, «senza le figure e i dialoghi»?
Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie

Io, per dire, sono uno che legge dei libri, ma, secondo me, quelli che leggono i libri non sono necessariamente meglio di quelli che non li leggono, i libri.
Paolo Nori, Sanguina ancora

Sobel aprì e il ciabattino entrò. La stanza era piccola e misera, con una sola finestra che dava sulla strada. Conteneva una brandina, un tavolo basso e parecchie pile di libri accatastati alla rinfusa sul pavimento lungo la parete, che gli fecero pensare alla singolarità d’un tipo come Sobel, che non era istruito eppure leggeva tanto. Una volta gli aveva chiesto: Sobel, perché leggi tanto? E l’aiutante non era stato in grado di rispondergli. Hai mai studiato da qualche parte? gli aveva domandato, ma Sobel aveva scosso la testa. Leggeva, aveva risposto, per sapere. Ma per sapere che cosa, aveva domandato il ciabattino, e perché per sapere? Sobel non aveva mai dato una spiegazione, il che dimostrava che leggeva molto perché era un tipo eccentrico.
Bernard Malamud, I primi sette anni

Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.
J. D. Salinger, Il giovane Holden

Quando mi siedo a scrivere un libro non dico mai a me stesso: «Adesso realizzerò un’opera d’arte». Scrivo perché c’è qualche bugia che voglio smascherare, qualche fatto sul quale voglio attirare l’attenzione, e la mia preoccupazione iniziale è ottenere ascolto. Ma non potrei mettermi a scrivere un libro, o semplicemente un lungo articolo per una rivista, se non fosse anche un’espressione estetica.
George Orwell, Perché scrivo

L’oggetto letterario è una strana trottola che non esiste se non in movimento. Per farla nascere occorre un atto concreto che si chiama lettura, ed essa dura quanto può durare questa lettura. Fuori di lì non ci sono che dei segni neri sulla carta.
Jean-Paul Sartre

L’anno scorso sono andato in una scuola, e il bibliotecario mi ha portato nella biblioteca che stava riordinando. Su un lungo tavolo c’erano delle montagnole di libri, romanzi di nuovi romanzieri, e il bibliotecario me li illustrava, prendendoli su uno ad uno: «Questo tratta del problema del disagio dei giovani. Questo tratta del problema della donna. Questo tratta del problema della devianza e della tossicodipendenza». Ho chiesto: «Ma non ce n’è nessuno che non tratti nessun problema?». Lui sembrava che non capisse, forse anche perché era stanco di spiegarmi. Ma sono sicuro che nella sua mente aveva questo pensiero: «Come, un romanzo sul nulla? Cosa mi viene a raccontare, questo tizio qui?».
Gianni Celati, citato da Paolo Nori

Quando leggiamo un romanzo diventiamo mentalmente folli. Crediamo nell’esistenza di persone che non ci sono, sentiamo le loro voci. La salute mentale torna (nella maggior parte dei casi) solo quando il libro è chiuso.
Ursula K. Le Guin

Non era mai stato un grande lettore, il che è un eufemismo per dire che non apriva un libro da anni. I libri erano pieni di storie e lui non sapeva che farsene delle storie. Non capiva quale fosse l’utilità di sapere cosa fosse accaduto a persone che non conosceva e che vivevano in posti dove non sarebbe mai andato. Ma c’era un’altra cosa che gli dava fastidio ed era che nelle storie dei libri c’era sempre qualcosa pronta ad accadere mentre nella sua vita non accadeva mai niente. Ecco, lui pensava che i libri non fossero credibili proprio per questo, perché accadeva sempre qualcosa. La realtà, invece, era molto diversa: tu sei lì che aspetti succeda qualcosa, che speri succeda qualcosa, e invece niente.
Tommaso Pincio, Un amore dell’altro mondo

Tutto mi occorre,  perché tutto concorre; tutto leggo, tutto digerisco: da ogni e qualunque libro; come l’ape da ogni fiore, so estrarre nutrimento a piacere.
Gian Pietro Lucini

Amài i libri ancor prima che li sapessi leggere e mi ricordo della commozione riverenziale con cui li guardavo allineati nelle vaste biblioteche – reggimenti d’ingegno pronti a muòver battaglia all’ignoranza, colla differenza, rispetto agli altri soldati, che mostràvano il dorso prima del combattimento, non dopo. E oggi pure, in cui lo studio mi ha quasi al punto tornato donde partìi cioè alla tàbula rasa, apro talvolta la mia minùscola libreria e li percorro con gli occhi, di sopra le rilegature. Parmi di avere dinanzi una folla di amici – amici che non tràdiscono. E io li palpo carezzevolmente sul dorso come generosi destrieri e li bacio anche, e, sèdendomi, qualche volta, sullo sporto della libreria, appoggio la mia testa contr’essi e lì rimango beato, come sulla spalla di una donna cara, quasi assorbendo – feconda pioggia – il lor genio, quasi sentendo il mio ferro, al contatto della loro magnete, farsi magnete.
Carlo Dossi, Amori

I libri servono. I libri sono i mattoni di una società […]. I libri sono la barriera al pensiero unico, ai terrorismi teocratici, ai pensieri acritici, i libri sono l’ancora di salvezza e il livello di civiltà di una società. I libri siamo noi, ci rappresentano, pensiamo e viviamo perché ci sono dei libri da leggere. Tutti figli di puttana del mondo si sono scagliati contro i libri, contro la libertà di esprimersi, di dire quello che si ha nel cuore.
Antonio Manzini, Racconto andino, in Ogni riferimento è puramente casuale

Sotto l’ombrellone vicino, una ragazzina del Nord passava il tempo a leggere libriccini gialli, gli stessi che mia nonna consumava in un giorno. Sbalordivo che si potesse leggere tutto un libro in un giorno. Sulle righe passo lento anche adesso, vado a piedi rispetto a chi legge a velocità di bicicletta. La ragazzina leggeva così, svelta e da niente intorno richiamata. La madre la interrompeva invitandola a un tuffo, a rinfrescarsi. Rovesciava sull’asciugamano il libro aperto e seguiva l’invito senza fastidio, senza slancio nemmeno. E non faceva mosse schizzinose al contatto con l’acqua, c’entrava leggera, come in un’altra stanza. Nuotava dorso e rana, dieci minuti e risaliva. Strizzava sulla sabbia le sue ciocche castane, si asciugava e si stendeva a leggere.
Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi

La lettura di un libro è uno degli ultimi atti nei quali non veniamo sorvegliati, analizzati, spiati da un’azienda tecnologica. Né veniamo distratti costantemente da messaggi collaterali, pubblicità o altro. Questo atto di resistenza contribuisce anche a far sopravvivere una tecnologia alternativa, appunto la cultura stampata sulla carta,
quella che ci consente di accedere alla contemplazione.
Franklin Foer

L’incontro decisivo tra i ragazzi e i libri avviene sui banchi di scuola. Se avviene in una situazione creativa, dove conta la vita e non l’esercizio, ne potrà sorgere quel gusto della lettura col quale non si nasce, perché non è un istinto. Se avviene in una situazione burocratica, se il libro sarà mortificato a strumento di esercitazioni (copiature, riassunti, analisi grammaticale eccetera), soffocato dal meccanismo tradizionale: «interrogazione-giudizio», ne potrà nascere la tecnica della lettura, ma non il gusto. I ragazzi sapranno leggere, ma leggeranno solo se obbligati. E fuori dell’obbligo si rifugeranno nei fumetti […] forse solo perché i fumetti non sono stati «contaminati» dalla scuola.
Gianni Rodari, Grammatica della fantasia

Nessuno può leggere duemila libri. Nei miei quattro secoli di vita non avrò superato la mezza dozzina. E poi l’importante non è leggere, ma rileggere. La stampa, ora abolita, è stata uno dei peggiori mali dell’uomo, perché tendeva a moltiplicare testi superflui fino alla vertigine.
Jorge Luis Borges, L’utopia di un uomo che è stanco, in «Libro di sabbia»

Gli uomini sono un po’ come i libri: ne leggete distrattamente uno e non prevedete che finirà per lasciare in voi una traccia incancellabile; ne digerite con ogni zelo un altro, che abbia tutta l’aria di esser degno dell’impresa; e scorsi pochi mesi vi accorgete che la fatica è stata peggio che inutile.
Eugenio Montale, Farfalla di Dinard

Bisogna incoraggiare la lettura con ogni mezzo, compresa quella di libri che il critico di professione considera con una certa condiscendenza, se non addirittura con disprezzo, dai Tre moschettieri a Harry Potter: non solo questi romanzi popolari hanno avvicinato alla lettura milioni di adolescenti, ma hanno anche permesso loro di costruirsi una prima immagine coerente del mondo che […] le letture successive renderanno poco per volta più elaborata.,
Tzvetan Todorov, La letteratura in pericolo

La scuola e l’università dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d’un libro dice di più del libro.
Italo Calvino

Lasciateci combattere la nostra gloriosa battaglia contro l’analfabetismo, la povertà, il terrorismo. Lasciateci impugnare i nostri libri e le nostre penne, le più potenti fra tutte le armi. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.
Malala Yousafzai

Ho sempre considerato il libro un’arma a doppio taglio: mi agita e mi organizza, mi sconvolge e mi ridà stabilità, mi costruisce. Mi pone davanti il suo disegno, togliendomi le cataratte dagli occhi.
Nina Berberova

Tutto è già cominciato prima, la prima riga della prima pagina di ogni racconto si riferisce a qualcosa che è già accaduto fuori dal libro.
Italo Calvino

Quando ho un po’ di soldi, compero dei libri; quando ne ho un po’ di più, cibo e vestiti.
Erasmo da Rotterdam

Le tre regole del leggere
1) Leggere molto lentamente
2) Leggere molto lentamente
3) Leggere molto lentamente
Émile Faguet, L’art de lire, 1912

Quelli che non leggono è perché sanno già tutto. Quelli che leggono, per confermarsi nelle loro idee sbagliate.
Edoardo Boncinelli

Due ragazzi sdraiati sulle brandine dentro il sacco a pelo, che fanno fuori un libro dopo l’altro. L’unico diversivo a questa maratona di lettura era andar fuori una mezz’ora a calciare rigori a turno, pestando merde di pecora.
Edoardo Albinati, La scuola cattolica

Odio i libri: insegnano a parlare solo di ciò che non si sa.
Jean-Jacques Rousseau, Émile

Il non leggente si danneggia da solo, mettendo il lettore assiduo in una posizione di vantaggio per uso di linguaggio e per miglioramento del suo sistema immunitario contro le falsificazioni. Rimedio è informare il cittadino non leggente della sua condizione di vulnerabilità civile.
Erri De Luca

Io voglio che il mio lettore, chiunque egli sia, pensi solo a me.
Francesco Petrarca, Familiari

Leggete quello che vi appassiona, sarà l’unica cosa che vi aiuterà a sopportare l’esistenza.
Ernesto Sabato

Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Tu devi prendere il potere.
Bertolt Brecht

Un libro non è altro che una particolare disposizione di ventisei simboli fonetici, dieci cifre e circa otto segni di interpunzione, eppure mentre il lettore li guarda, davanti agli occhi si materializzano l’eruzione del Vesuvio e la battaglia di Waterloo.
Kurt Vonnegut, Un uomo senza patria

Pensavo che un uomo, per essere scrittore, deve scrivere almeno cinquemila parole al giorno. Pensavo che deve dire tutto quanto in una volta – in un libro solo – e poi crollare. Non sapevo nulla, dello scrivere. Avevo una paura da cacarmi addosso.
Henry Miller, Tropico del Capricorno

– E tu Margherita – ha chiesto Frido senza guardarmi negli occhi – mi dicono che sei abbastanza brava a scuola. È vero che leggi tanti libri?
– È vero, sì
– Brava, brava. Ma non leggerne troppi – ha detto Frido.
– Troppi in che senso? Potrebbe quantificare? – ho detto, e la mamma mi ha infilato subito in bocca una fetta di salame.
Da Stefano Benni, Margherita Dolcevita

I libri ti lavorano, come il vento la roccia.
Ogni libro che leggo, mi lima,
mi cancella e smeriglia, aspro agente atmosferico.
Più leggo, più sparisco:
mi atrofizzo,
polverizzato dalle parole altrui.
Valerio Magrelli

«Che cosa sta leggendo?» mi sento spesso domandare. «Se lo legge lui, forse vale la pena» mi illudo che possa pensare l’interrogante curioso. Sicché, per non confessare che leggo pochissimo, mi invento il più delle volte libri di esiguo spessore che, quasi sempre, non sto leggendo affatto, ma che corro immediatamente a leggermi (o a rileggermi) quasi per postuma riparazione dell’improvvisa bugia.
Giovanni Giudici, «Trentarighe» (rubrica su «L’Unità»), 9 gennaio 1995

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