ROBERTO CONTESSI L’Italia e l’élite dei conservatori

[Replica a Chi ha bisogno della scuola? Su “Scuola di classe” di Roberto Contessi, di Federica Cappuccio]

Gentile professoressa Cappuccio,
il pregio del mio libro, credo lo riconosca anche lei, è la nettezza: la scuola attualmente è simile ad un distributore di titoli di studio proprio perché fallisce nell’essere un formatore di cultura. Il fallimento è comprovato dagli studi e dalle indagini che provengono da tutte le fonti che io conosca (Istat, Invalsi, Almadiploma, Ocse, Fondazione Agnelli e Associazione Trellle), laddove la cultura viene soppesata sulle capacità dei ragazzi di gestire competenze di base ultra-tradizionali: leggere, comprendere e far di conto. Tale cultura è posseduta oggi da una élite di italiani, circa il 30%, a cui la scuola è servita in realtà poco perché loro quelle competenze le possedevano già per conto proprio, mentre l’altro 70% deve morire con tutti i filistei. Continua a leggere “ROBERTO CONTESSI L’Italia e l’élite dei conservatori”

FEDERICA CAPPUCCIO Chi ha bisogno della scuola? (su “Scuola di classe” di Roberto Contessi)

Gentile collega,

premetto: ho letto Scuola di classe perché mi è stato consigliato da un collega, probabilmente attirato dal titolo (ha confessato di non averlo letto, ma solo dopo). Stavo quasi per dire ingannato dal titolo. Ma forse le intenzioni di Roberto Contessi sono buone. E il libro solleva un problema reale, come sintetizzato dal sottotitolo: Perché la scuola funziona solo per chi non ne ha bisogno. Ammesso che ci sia qualcuno che non ha bisogno della scuola, si dovrà ammettere che alla scuola di classe basata sulla selezione (che premiava chi aveva i mezzi) è seguita la scuola del buonismo indifferenziato che garantisce successo formativo per tutti e livella tutto a un’anonima mediocrità. Continua a leggere “FEDERICA CAPPUCCIO Chi ha bisogno della scuola? (su “Scuola di classe” di Roberto Contessi)”

Ferro

Giunsero d’improvviso una notte nella sala in cui egli profondamente dormiva e, avendogli gettato addosso il peso di materassi e di una tavola (secondo quanto riferisce alcuno), lo tennero fermo e tosto infilarono un corno nel suo deretano e, attraverso lo stesso pertugio, gli ficcarono in corpo uno schidione ardente… un ferro scaldato a fuoco…

Raphael Holinshed

ALESSANDRO PARIS Dove sta andando la scuola? (su “Segmenti e bastoncini” di Lucio Russo)

L’autore di questo libro dedicato ad un’analisi critica dei fondamenti culturali delle “riforma Berlinguer” è Lucio Russo. L’autore non è un pedagogista di professione, ma un professore universitario di fisica, con al suo attivo numerosi studi di storia della scienza. L’interesse per il mondo scolastico, all’alba della riforma delle sue strutture di fondo, da parte di un non specialista è in controtendenza rispetto a un disinteresse diffuso che, fino ad ora, si è manifestato da parte degli intellettuali nei confronti della scuola. Di essa in genere s’interessano “specialisti”, che troppo spesso ne trattano con un linguaggio arido e settoriale; caso più unico che raro, è dunque quello di Lucio Russo, che in un linguaggio quotidiano e brillante, si accosta ad un argomento così centrale per il nostro vivere civile.
L’autore individua una trasformazione di lungo periodo in atto nella scuola occidentale, e si chiede se si debba accelerarne il cambiamento Continua a leggere “ALESSANDRO PARIS Dove sta andando la scuola? (su “Segmenti e bastoncini” di Lucio Russo)”

Parola/e

Una parola nuova non entra nel vocabolario quando qualcuno la inventa, anche se è una parola “bella” e utile. Perché entri in un vocabolario, infatti, bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e che tante persone la capiscano […]. Quando una parola nuova è sulla bocca di tutti (o di tanti), allora lo studioso capisce che quella parola è diventata una parola come le altre e la mette nel vocabolario.
Maria Cristina Torchia, Redazione Consulenza Linguistica, Accademia della Crusca

«Quando io uso una parola -ribatté Bindolo Rondolo piuttosto altezzosamente- essa significa precisamente ciò che voglio che significhi… né più né meno».
«Bisognerebbe sapere -disse Alice- se voi potete dare alle parole molti significati diversi».
«Bisognerebbe sapere -rispose Bindolo Rondolo- chi ha da essere il padrone… ecco tutto».
Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie

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ARIANNA NOCCIOLA BRACCI Una scuola intera è nel delirio più totale

Muri che si muovono, maestre che tentano disperatamente di mantenere la calma e contemporaneamente spiegare cosa sta succedendo e cosa bisogna fare/ formare una fila/ contare i bambini/ prendere il registro/ attraversare la scuola/ portare i bambini fuori/ urlare per farsi sentire nella confusione più totale/ controllare di essere tutti/ portare la classe nel punto sicuro/ fare attenzione a non far mischiare le file delle varie classi/ verificare di nuovo che ci siano tutti/ assicurarsi che stiano tutti bene/ consolare i bambini che piangono e tranquillizzare quelli che stanno avendo una mezza crisi isterica/ compilare la scheda di evacuazione/ tenere le manine, accarezzare i capelli, dare bacetti sulla guancia, abbracciare, dare pacche di consolazione pur non essendo la dea kali/ controllare che nessun bambino scappi o si disperda/ consultarsi con le colleghe/ parlare con la preside/ escogitare un piano d’azione/ parlare con i genitori allarmati (il tutto con dei bambini disabili a cui a malapena è garantita la sicurezza) mentre intorno a te i bambini piangono e hanno freddo, i genitori sono in ansia, tutti sono fermi ad aspettare di capire cosa bisogna fare, tu non hai avuto neanche il tempo di permetterti di spaventarti e una scuola intera è nel delirio più totale…

#scenedaunapocalisse
#unatranquillagiornatalavorativa
#epurequestalapossiamoraccontare

Meritocrazia

Il discorso meritocratico punta a glorificare i vincitori e a stigmatizzare i perdenti del sistema economico per la loro presunta mancanza di merito, virtù e diligenza. In sé questa è un’ideologia piuttosto antica, che in qualche modo è stata utilizzata da tutte le élite, a tutte le latitudini, per giustificare la loro posizione. Questa colpevolizzazione dei più poveri è andata consolidandosi nel corso dei secoli, e costituisce oggi una delle principali caratteristiche distintive dell’attuale regime basato sulla disuguaglianza.
Thomas Piketty, Capitale e ideologia

È curioso a vedere che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco merito.
Giacomo Leopardi Continua a leggere “Meritocrazia”

VAMBA I ragazzi devono portar rispetto a tutti, ma nessuno è obbligato a portar rispetto ai ragazzi

[da Il giornalino di Gian Burrasca]

13 dicembre

Stamattina essendo terminati i sei giorni di sospensione che mi aveva dati il Preside per quei tre versi che mettevano in ridicolo il professor Muscolo, la mamma mi ha accompagnato a scuola:
«Ti ci accompagno io» ha detto «perché se ti ci accompagnasse il babbo ha giurato che ti farebbe trovar davanti all’uscio di scuola senza neppure toccar terra…».
«Come!» ho detto «in pallone?».
Ho detto così, ma avevo capito benissimo che l’idea era di accompagnarmi a furia di pedate nel medesimo posto…
Appena arrivato mi è toccato naturalmente di sentire una gran predica del Preside in presenza della mamma che sospirava e ripeteva le solite frasi che dicono i genitori in queste circostanze:
«Lei ha proprio ragione… Sì, è cattivo… Dovrebbe esser grato, invece, ai professori che son così buoni… Ma ora ha promesso di correggersi… Continua a leggere “VAMBA I ragazzi devono portar rispetto a tutti, ma nessuno è obbligato a portar rispetto ai ragazzi”

Scuola

Per sapere come la scuola funziona, bisogna essere stati studenti e insegnanti: soprattutto insegnanti.
Piero Calamandrei, Scuola e democrazia, 1956

Tanto nella società che nella scuola (che è una piccola società di scolari, obbligati a vivere insieme per diversi anni) credo che non ci possano essere che due modi di vivere: o la sottomissione a un capo non eletto, oppure un sistema in cui la libertà di ognuno sia rispettata, condizionata solo dalla necessità di tutti.
Mario Lodi Continua a leggere “Scuola”

LUIGI LOLLINI Un terzo elemento

[da Quando suona la campanella. Racconti di scuola, a cura di Piero Castello e altri, manifestolibri, Roma 2006]

Lo chiamo per cognome e lui si arrabbia. Sbatte sul banco un lettore cidi portatile. Lo percuote con violenza. Gli chiedo se è suo. È progettato fabbricato assemblato in qualche paese del Sud-Est Asiatico o dell’Estremo Oriente. È un regalo, è sua proprietà, ne fa quello che vuole.
«Qui sei in Italia, non sei in Pakistan», gli dice una compagna di classe. E nata in Romania, vive in Italia da un paio di mesi.
Lui è nato in Marocco. Continua a leggere “LUIGI LOLLINI Un terzo elemento”