Meritocrazia

Il discorso meritocratico punta a glorificare i vincitori e a stigmatizzare i perdenti del sistema economico per la loro presunta mancanza di merito, virtù e diligenza. In sé questa è un’ideologia piuttosto antica, che in qualche modo è stata utilizzata da tutte le élite, a tutte le latitudini, per giustificare la loro posizione. Questa colpevolizzazione dei più poveri è andata consolidandosi nel corso dei secoli, e costituisce oggi una delle principali caratteristiche distintive dell’attuale regime basato sulla disuguaglianza.
Thomas Piketty, Capitale e ideologia

È curioso a vedere che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco merito.
Giacomo Leopardi

La vera e profonda ingiustizia sta nel modello meritocratico. Perché giudicare con lo stesso criterio il figlio dell’analfabeta e il figlio del laureato significa non tener conto del fatto che i risultati del lavoro scolastico dipendono dalle esperienze che il ragazzo ha vissuto prima di andar a scuola, e che continua a vivere fuori di essa. Il modello meritocratico in una scuola di massa è un falso ideologico, che serve solo a conservare le disuguaglianze di partenza, escludendo il meno fortunato con la scusa che è meno dotato. La nostra scuola d’obbligo oggi è una scuola d’elite aperta a tutti.
Gualtiero Harrison, Matilde Callari Galli, Né leggere né scrivere (1971)

Costrette a piegarsi al diritto della maggioranza, le classi che si definiscono superiori non possono mantenere la loro egemonia se non invocando il diritto dei più capaci. È necessario che, dopo le mura ormai fatiscenti dei privilegi e delle tradizioni, l’onda della democrazia si scontri con un secondo baluardo fatto di meriti straordinari e utili, di superiori eccellenze, il cui prestigio si impone, di capacità delle quali privarsi sarebbe follia.
Émile Boutmy

Presentata come una pratica che garantisce le «pari opportunità» tra i cittadini, la meritocrazia è il potere dei ricchi di riconoscere il «merito» di qualcuno in base ai criteri scelti per riprodurre l’ordine delle disuguaglianze.
Roberto Ciccarelli, Capitale disumano

Il mito della meritocrazia, assurto come principio ordinatore di una società giusta, è, in realtà, se denudato di tutta la sua enfasi retorica e delle sue contraddizioni interne, nient’altro che la legittimazione morale della diseguaglianza. Al fondo si basa su due assunzioni, verosimili, ma false entrambe: la prima, che i meriti individuali siano evidenti, facili da identificare, classificare – tu più, tu meno – e da ricompensare. La seconda, falsa anch’essa, che il mercato, e, più in generale, la logica della competizione, sia il meccanismo più efficace nel riconoscere e premiare tali meriti.
Vittorio Pelligra, Quando una distopia diventa un’utopia: il mito della «meritocrazia» che produce il suo opposto, «Il Sole-24 ore», 6 settembre 2020

Il merito è di sinistra.
Teresa Bellanova

Leggi anche:

Felice Rappazzo, Contro il Merito, per una scuola e una cultura cooperative e gregarie, da La scuola e noi, 31 ottobre-21 novembre 2022
Marina Boscaino, Valditara, o del progetto eversivo di una scuola non più democratica, da MicroMega, 3 novembre 2022
Piero Martin, Istruzione e merito. Perché la scuola non è uguale per tutti, da MicroMega, 27 ottobre 2022
Francesco Sylos Labini, La meritocrazia e il governo dei migliori, da Roars, 23 settembre 2022
Guido De Girolamo, L’avvento della meritocrazia, da Kritica economica, 24 novembre 2021
Renata Puleo, Merito fra dono e debito. Breve biografia di una parola e del suo successo, 14 giugno 2017
Renata Puleo, C’è chi merita e chi no, dicembre 2017
Michael Young, Scegliere uno significa sempre respingere molti, da «L’avvento della meritocrazia»

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