Precari tra due destre

Quasi nessuno sembra ricordare che il corporativismo 
è un arnese dell’armamentario scenico di quell’arcaismo 
tecnicamente equipaggiato e spettacolare che il fascismo 
impose durante lo stato d’assedio della società capitalistica 
tra le due guerre, sotto la minaccia della crisi, della lotta 
di classe e della sovversione proletaria… 
Accademia dei Testardi, Dizionarietto ad uso 
dei comitati di base della scuola, Carrara 1988

Definizioni. Non è solo un problema di metodo. Tutti sanno cos’è un precario: gli alunni e le loro famiglie, i presidi, i colleghi, il personale della segreteria. Precario è chi non è di ruolo. Chi lavora con un contratto a tempo determinato e senza certe garanzie. Anche il vocabolario è chiaro. Eppure intorno alla definizione e ai suoi limiti si è giocata la partita dei precari in questi anni. La definizione di cosa sia un precario nella scuola cambia a seconda degli umori, dei tempi, dei soggetti (chi si auto-definisce e chi definisce), delle relazioni che mette in gioco; oserei dire, di certe opportunità estemporanee e non. Non mancano i de profundis (tiè), gli epitaffi, le didascalie, come questa: “Le tragedie, personali e famigliari, di migliaia di precari che hanno servito lo Stato per decenni graveranno sulla coscienza dei politici e dei sindacalisti responsabili di tanta eclatante ingiustizia” (Il partito per la scuola).  Continua a leggere “Precari tra due destre”

CLAUDIO ASCIUTI L’istruzione nel terzo millennio, ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e a marinare la scuola

[«Carmilla», 6 febbraio 2005]

Introbo ad inferos

Lo smantellamento della scuola pubblica, iniziato in era berlingueriana e accelerato dalla Controriforma Moratti, avanza di giorno in giorno fra lamenti, contumelie e improperi; becchini dell’istruzione pubblica e corifei di quella privata, operatori d’ogni tipo e credo, fede e partito assistono al naufragio: alcuni accelerandolo, altri simulando di fermarlo.
Le Controriforme nascono d’altronde non dalla necessità del rinnovamento, ma da quella della reazione: in questo caso con l’aggravio di uno dei fenomeni tipici della società odierna, ovvero la contraddittorietà continua, perniciosa; basti dare un’occhiata ai fenomeni didattici più eclatanti per accorgersi che suddetti altro non sono se non spaccati o emanazioni di quella congiunzione schizoide che é la vita reale. Continua a leggere “CLAUDIO ASCIUTI L’istruzione nel terzo millennio, ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e a marinare la scuola”