CLAUDIO ASCIUTI L’istruzione nel terzo millennio, ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e a marinare la scuola

[«Carmilla», 6 febbraio 2005]

Introbo ad inferos

Lo smantellamento della scuola pubblica, iniziato in era berlingueriana e accelerato dalla Controriforma Moratti, avanza di giorno in giorno fra lamenti, contumelie e improperi; becchini dell’istruzione pubblica e corifei di quella privata, operatori d’ogni tipo e credo, fede e partito assistono al naufragio: alcuni accelerandolo, altri simulando di fermarlo.
Le Controriforme nascono d’altronde non dalla necessità del rinnovamento, ma da quella della reazione: in questo caso con l’aggravio di uno dei fenomeni tipici della società odierna, ovvero la contraddittorietà continua, perniciosa; basti dare un’occhiata ai fenomeni didattici più eclatanti per accorgersi che suddetti altro non sono se non spaccati o emanazioni di quella congiunzione schizoide che é la vita reale. Continua a leggere “CLAUDIO ASCIUTI L’istruzione nel terzo millennio, ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e a marinare la scuola”

La scuola dell’autonomia

(ssis lazio – indirizzo linguistico letterario – estratto dalla relazione finale di tirocinio, aa 2000-2001)

Ho scelto l’Amaldi perché è una scuola dell’estrema periferia romana, di cui si dice tutto il male possibile ? basta il nome del quartiere, Torbellamonaca, a evocare immagini terrificanti anche a decine di chilometri. Ci si arriva con la macchina, sbagliando strada, attraversando incroci stretti e scoscesi tra torri immense di palazzi circondati da campi, prati e autostrade. E basso, esteso c’è anche l’Amaldi, edificio modernissimo la cui entrata informa della presenza di un cinema aperto al pubblico e da cui già si scorgono attrezzature non comuni: una pista di atletica, un ampio parcheggio. Continua a leggere “La scuola dell’autonomia”

A chi serve il Bignami

Si dice che il Bignami serva soprattutto a noi. Questo mi sembra degno di preoccupazione sopra ogni altra cosa. Come storico, sia ben chiaro, neppure io posso conoscere tutta la storia. C’è un argomento che non conosco: la scoperta dell’America. Poniamo il caso. Mi voglio quindi documentare, così mi preparo una bella lezione in quattro e quattro otto. Apro il mio Bignami – un Bignami vero, non un’imitazione – al capitolo “Le scoperte geografiche e la colonizzazione del mondo”. C’è una piccola introduzione, pensa te che lusso. Si intitola: “I presupposti delle scoperte”. Recita tra l’altro: “Una delle caratteristiche della ‘modernità’ della nuova epoca è l’allargamento dello spazio geografico di riferimento (rispetto a chi? a che cosa?)… nel quale gli europei stabiliscono contatti (e che contatti…) regolari con tutte le altre società umane e danno alla storia una dimensione mondiale”. Continua a leggere “A chi serve il Bignami”

I computer non mangiano i bambini

Ho fatto gli esami di stato “conclusivi” nella sezione “speciale” che si trova dentro il carcere di Rebibbia. Mi ha colpito – a tal punto che ho chiesto l’autorizzazione a riciclarla per gli usi che potessero derivarne, e questo è uno – la dichiarazione di un detenuto a proposito del suo rifiuto di imparare l’inglese: l’inglese è la lingua della globalizzazione. Se fossi stato libero sarei andato a Seattle a manifestare. Giusto. Ma forse, senza sapere l’inglese, avresti avuto non poche difficoltà a capire e farti capire. Continua a leggere “I computer non mangiano i bambini”

La condizione precaria nella scuola, le sue manifestazioni e alcuni possibili rimedi

Bell’argomento. Me l’avessero proposto quando ero scolaro, anziché insegnante precario, avrei pensato ai muri della scuola, alle strutture fatiscenti, ai laboratori dove pioveva dentro – ci piove ancora. Poi avrei pensato a quei supplenti che si autodefinivano precari. Che assimilavi alla precarietà generale.

E oggi sono anch’io precario. A tutti gli effetti anche se nelle graduatorie permanenti, quelle che hanno fatto – dicono – per tenere a bada i precari, non ci sono. Non c’ero neppure tra gli ammessi all’orale nella mia classe di concorso. Eppure ogni mattina me ne vado in una scuola dove insegno, il pomeriggio ne frequento una dove mi accomodo in un banco e ascolto delle lezioni e la sera ho ancora la testa che mi ronza dell’una e dell’altra, e di tutte le voci che ho sentito, di quelle che ho raccolto volontariamente e di quelle che mi sono cadute addosso. Continua a leggere “La condizione precaria nella scuola, le sue manifestazioni e alcuni possibili rimedi”

Il mio primo sit-in ad agosto

Svolgo alcune riflessioni che non sono particolarmente “corrette”. Antefatto: lunedì un po’ di gente (nell’ordine dei trenta o quaranta) al provveditorato agli studi di Roma decideva, dopo la novità che i risultati del concorso di abilitazione non sarebbero stati affissi, di proclamare un sit-in davanti al ministero della pubblica istruzione per questa mattina alle 10.30. Il comitato ha già un nome – Comicon – e uno slogan – abilitati o dimenticati? La “piattaforma” non sembra molto differente da quella a suo tempo ipotizzata dai precarissimi. Ma intervengono una serie di problemi e non tutti possono essere attribuiti al clima – un caldo bestiale su quella scalinata – o al fatto che molti sono in ferie – ma ci sono. Al sit-in partecipano infatti dodici persone. Continua a leggere “Il mio primo sit-in ad agosto”

MARIA MANTELLO Il ‘familismo amorale’ della scuola-azienda

Oltre ai tagli del decreto Gelmini (137) e della legge 133, sulla scuola statale incombe qualcosa di ben più pericoloso. È il disegno di legge n. 953 di Valentina Aprea: “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”. Già nel titolo sono enucleati i punti cardine di questo progetto che, se approvato in Parlamento, sarà la tomba dell’intero sistema d’istruzione pubblica. In nome dell'”autogoverno delle istituzioni scolastiche” e della “libertà di scelta educativa delle famiglie”, gli Istituti statali diverranno Fondazioni, gestite da vere e proprie lobby di familismo territoriale. Saranno queste a determinare la progettualità pedagogico-didattica, sottraendola di fatto alla responsabilità professionale dei docenti. Continua a leggere “MARIA MANTELLO Il ‘familismo amorale’ della scuola-azienda”

MICHELE CORSI Rane bollite. Il popolo della scuola sull’acqua bollente

[«Retescuole», 15 gennaio 2009]

Gente forse saggia, forse crudele, racconta questa storia. Se una rana viene gettata su una pentola d’acqua bollente reagisce prontamente balzando fuori con un gran salto al solo contatto delle sue zampe col calore. Ma: se mettiamo una rana in acqua tiepida e poi scaldiamo la pentola gradatamente, l’animale non si accorgerà del variare della temperatura e, senza reagire, finirà bollito. Ascoltando questa storia, e quel che accade nella scuola, e il clamore del mondo, mi sono domandato: siamo già rane bollite?

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PAOLA PIU Lamentele di un’insegnante fannullona

Al termine di una giornata di lavoro: al mattino lezione e la sera attività di programmazione con le colleghe del “quasi ex modulo” rientro a casa, con la speranza di potermi riposare.
Ma siccome oltre ad essere una fannullona sono anche una “masochista dell’aggiornamento”, mi sono collegata al sito internet del MIUR, ex MPI, ex MIUR, ex pinco pallino – non ricordo più quante volte sia stato cambiato il nome, naturalmente tutto senza oneri per lo Stato suppongo! – e cosa vi trovo? la Circ. n°10 del 23.01.09 sulla Valutazione degli apprendimenti e del comportamento!!! Continua a leggere “PAOLA PIU Lamentele di un’insegnante fannullona”

ALESSANDRA CASADIO Lettera di una maestra non unica a dei bambini unici

[Micromega, 19 marzo 2009]

Cari bambini,
stamattina vi guardavo mentre facevamo la nostra solita discussione in classe appena arrivati. Si parlava delle paure. Ognuno di voi aveva l’urgenza di farsi sentire e ho dovuto richiamarvi più volte per farvi rispettare il turno. Poi Clara è venuta alla cattedra e sottovoce mi ha chiesto: “Maestra, quali sono le tue paure?”, le ho risposto che anche la maestra ha tante paure e che, se avevate voglia di sentirle, ve le avrei raccontate più tardi. Avete iniziato a scrivere e mentre vi guardavo ho cominciato a generare un mostro nella mia mente… Continua a leggere “ALESSANDRA CASADIO Lettera di una maestra non unica a dei bambini unici”