GUIDO GUINIZZELLI Al cor gentil rempaira sempre amore

Al cor gentil rempaira sempre amore
come l’ausello in selva a la verdura;
né fe’ amor anti che gentil core,
né gentil core anti ch’amor, natura:
ch’adesso con’ fu ’l sole,
sì tosto lo splendore fu lucente,
né fu davanti ’l sole;
e prende amore in gentilezza loco
così propïamente
come calore in clarità di foco. Continua a leggere “GUIDO GUINIZZELLI Al cor gentil rempaira sempre amore”

FËDOR DOSTOEVSKIJ Il principe è tutto imbevuto di profumi

Da «Il sogno dello zio»

A un primo e fugace sguardo non prendereste mai questo principe per un vecchio, e soltanto dopo averlo guardato più da vicino e con più attenzione vedreste che è una specie di cadavere montato su molle. Tutti i mezzi dell’arte sono stati impiegati per camuffare questa mummia da giovane. Una meravigliosa parrucca, le fedine, i baffi e il pizzo alla spagnola di un magnifico color nero nascondono metà della faccia. Il viso è imbiancato e imbellettato con perizia non comune e quasi non si vedono rughe. Dove si sono cacciate? Non si sa. È vestito proprio alla moda, come se fosse balzato fuori da un figurino. Ha indosso un abito da visita, o qualcosa di simile, com’è vero Dio, non so che cosa precisamente, ma certo un abito all’ultimissima moda Continua a leggere “FËDOR DOSTOEVSKIJ Il principe è tutto imbevuto di profumi”

Sticazzi e mecojoni

Allora bisogna che qui al nord incominciate a imparare l’uso esatto dei termini e delle lucuzioni romane. Sticazzi si usa quando di una cosa non ce ne frega niente. Per esempio: Lo sai che Saint Vincent ha 4000 abitanti? Sticazzi, puoi dire. Cioè, chissenefrega. Come lo usate voi, Italo, è sbagliato. Devi cercare un ago nel pagliaio? Allora devi dire: mecojoni! Mecojoni indica stupore, lo usi per dire: accidenti! Capisci la differenza Italo? Non puoi usare sticazzi per esprimere meraviglia, sorpresa. Sticazzi lo usi per dire chissenefrega. Ho vinto alla lotteria 40 milioni di euro? Mecojoni, devi dire! Se dici sticazzi significa: non me ne frega niente. Deruta e D’Intino devono cercare tutti i trans di Aosta e provincia. Tu che devi dire?». Continua a leggere “Sticazzi e mecojoni”

MÅNESKIN Torna a casa

Da «Il ballo della vita» (2018)

Cammino per la mia città ed il vento soffia forte
Mi son lasciato tutto indietro e il sole all’orizzonte
Vedo le case, da lontano, hanno chiuso le porte
Ma per fortuna ho la sua mano e le sue guance rosse
Lei mi ha raccolto da per terra coperto di spine
Coi morsi di mille serpenti fermo per le spire
Non ha ascoltato quei bastardi e il loro maledire
Con uno sguardo mi ha convinto a prendere e partire
Che questo è un viaggio che nessuno prima d’ora ha fatto
Alice, le sue meraviglie e il Cappellaio Matto Continua a leggere “MÅNESKIN Torna a casa”

Cioccolato

– Ogni uomo, ogni donna e ogni teoria hanno un. punto debole.
– Anche la teoria del cioccolato del nonno?
Eraclito ha incrociato le gambe, come è solito fare quando spara un ragionamento dei suoi.
– Sì: è una buona teoria, ma è incompleta. Manca un punto, e cioè che ci sono grosse differenze tra i mangiatori di cioccolato: essi si dividono in liberal-lattisti, fondamentalisti fondentisti, bianchisti e nocciolisti. Per non parlare dei giansenisti gianduisti e dei boeristi.
– E i nutellisti?
– I nutellisti sono epicurei. Continua a leggere “Cioccolato”

FILIPPO TOMMASO MARINETTI All’automobile da corsa

Da «La ville charnelle» (1908)

Veemente Dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbrrra di spazio,
che scalpiti e frrremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti…
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d’olî minerali,
avido d’orizzonti e di prede siderali…
io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!… Continua a leggere “FILIPPO TOMMASO MARINETTI All’automobile da corsa”

EDGAR ALLAN POE Il cuore rivelatore

Questo è vero, sono un uomo nervoso, spaventosamente nervoso, e lo sono sempre stato; ma perché pretendete che sono pazzo? La malattia mi ha reso i sensi più acuti — mica me li ha distrutti — logorati. E già avevo l’udito finissimo, e tutto ho sentito del cielo e della terra. Anche dell’inferno ho sentito parecchio. Com’è dunque che sarei pazzo? State attenti! E osservate con quanto senno, con quale calma sono capace di raccontarvi tutta la storia.
Come in principio l’idea mi venne non è possibile dirlo; ma una volta che mi entrò in testa ne fui ossessionato notte e giorno. Un motivo, non c’era. La passione non c’entrava per nulla. Gli volevo bene, al caro vecchietto. E lui non mi aveva fatto alcun male. Mai mi aveva offeso. Né io volevo il suo oro. Continua a leggere “EDGAR ALLAN POE Il cuore rivelatore”