FËDOR DOSTOEVSKIJ Il principe è tutto imbevuto di profumi

Da «Il sogno dello zio»

A un primo e fugace sguardo non prendereste mai questo principe per un vecchio, e soltanto dopo averlo guardato più da vicino e con più attenzione vedreste che è una specie di cadavere montato su molle. Tutti i mezzi dell’arte sono stati impiegati per camuffare questa mummia da giovane. Una meravigliosa parrucca, le fedine, i baffi e il pizzo alla spagnola di un magnifico color nero nascondono metà della faccia. Il viso è imbiancato e imbellettato con perizia non comune e quasi non si vedono rughe. Dove si sono cacciate? Non si sa. È vestito proprio alla moda, come se fosse balzato fuori da un figurino. Ha indosso un abito da visita, o qualcosa di simile, com’è vero Dio, non so che cosa precisamente, ma certo un abito all’ultimissima moda, creato apposta per le visite mattutine. Guanti, cravatta, panciotto, biancheria e il resto, tutto di un candore abbagliante e di un gusto squisito. Il principe zoppica un poco, ma zoppica così abilmente come se anche questo fosse richiesto dalla moda. Nell’occhio ha la caramella, in quello stesso occhio che già è di vetro. Il principe è tutto imbevuto di profumi. Discorrendo, strascica in modo speciale certe parole, forse per infermità senile, forse perché tutti i suoi denti sono posticci, fors’anche per darsi più importanza. Certe sillabe le pronuncia con una dolcezza straordinaria, appoggiando particolarmente sulla lettera e. Da gli vien fuori quasi come dde, ma ancora un pochettino più dolce. In tutte le sue maniere c’è un che di disinvolto, appreso durante tutta la sua vita di bellimbusto. Ma in complesso, se qualcosa si è conservato in lui di questa vita passata di bellimbusto, si è conservato, in certo qual modo, incoscientemente come una specie di confuso ricordo, come la traccia di un tempo antico ormai vissuto e dileguato, che, ahime! nessun cosmetico o busto, nessun profumiere o parrucchiere potranno risuscitare. E perciò faremo meglio a confessare anticipatamente che il vecchietto, se ancora non ha perduto il senno, già da un pezzo ha perduto la memoria e ogni momento s’imbroglia, si ripete e parla perfino in modo sconclusionato. Anzi ci vuole un’arte speciale per discorrere con lui.

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