[Da La scuola senza andare a scuola, pp. 120-1]
I voti disturbano la crescita, minano l’autostima. I voti adulano e offendono, corrompono e feriscono, mietono vittime innocenti e creano assurde presunzioni. I voti infieriscono sui più deboli e avvelenano anche i migliori. I voti non servono né a crescere né a imparare. Non aiutano a riflettere sugli errori commessi. Non aiutano a migliorarsi. I voti creano muri insormontabili. I voti dimenticano chi sono e da dove vengono gli studenti. Non li prendono per mano. Non li conducono in nessun luogo. I voti creano rancori e vendette. I voti sono orrori. I voti fanno male, tanto male. Soprattutto ai più piccoli. I voti sono sempre lo stesso numero: uno zero senza volto e senza cuore.
I voti sono bombe a orologeria che in un attimo possono disintegrare un gruppo classe costruito in anni e anni di duro lavoro: lo seducono, lo accerchiano, lo lusingano, lo incendiano, lo mortificano, lo fanno esplodere, lo riducono a brandelli. I voti limitano e restringono, separano e imbarazzano. I voti non sono mai veri. I voti non sono mai divertenti, oggettivi, simpatici, belli: neppure quelli più alti. I voti alimentano invidie e pettegolezzi, producono lacrime inutili e ridicole arroganze. I voti esasperano e tradiscono. I voti distruggono la curiosità e la gioia di imparare, il piacere di scoprire e di immaginare. I voti influenzano negativamente: sempre.
I voti creano ansie e paure, effimeri successi e infiniti insuccessi. I voti non ritrattano mai. I voti non si cancellano. I voti non guardano in faccia nessuno. I voti inquinano le emozioni e i comportamenti. I voti esaltano e umiliano, premiano e puniscono, zittiscono e azzerano in un sol colpo storie e sorrisi, solidarietà e generosità, sofferenze e immaginazione. I voti sono violenti e malefici: creano vittime e carnefici, buoni e cattivi, migliori e peggiori, bravi e asini. I voti fanno soffrire chi li riceve ma anche chi li dà. I voti influenzano i comportamenti e confondono gli affetti. I voti marchiano a fuoco. I voti trasformano i bambini nell’errore che hanno commesso. I voti non sono mai né esatti né giusti: non sono mal sinceri.
I voti sono bugiardi: non è vero che più il voto è alto e più un bambino è intelligente e vale. I voti sono servili, ingiusti, imprecisi, voltagabbana. I voti sono qualunquisti e tuttologi, pressapochisti ed arroganti. I voti sono sempre sbagliati. I voti non fanno mai medie giuste. I voti fanno piangere. I voti sono sempre violenti. I voti illudono e sbeffeggiano. I voti irridono l’impegno e la fatica. I voti sono orribili: riducono un bambino a un numero. I voti non si meritano perché nessun bambino, nessun ragazzo si merita di essere ridotto a un numero, neppure per un secondo. I voti non si danno. In particolare ai più piccoli, a chi sta crescendo. I voti fanno male. I voti ai bambini e ai ragazzi non si danno.