Ma però

Ascoltavo la mia prof preferita, quella di lettere. Stava spiegando che non si dice ma però, ma neanche ma d’altra parte. Sono pleonasmi, allungano il discorso, e continuava a parlare, parlare e io pensavo che aveva ragione ma però d’altra parte contemporaneamente d’altronde, per spiegarci di non farla lunga la stava facendo lunghissima, ma però non se ne accorgeva.
Da Stefano Benni, Margherita Dolcevita

L’incontro delle due congiunzioni ma però non è da condannare, a dispetto di quanta sostenuto da una certa tradizione grammaticale e spesso dall’educazione scolastica. L’obiezione all’uso di ma però si fonda sull’idea che ci sia una ripetizione dello stesso concetto, e può essere accolta solo in funzione di uno stile ricercato che si fondi sulla perfetta calibratura delle parti. La congiunzione ma è una delle cosiddette «congiunzioni coordinative di tipo avversativo» e può avere sia valore avversativo-oppositivo (stabilisce una netta contrapposizione tra due termini, sia singole parole sia intere frasi: «Non era rosso, ma verde») sia avversativo-limitativo (introduce un concetto che limita la validità di quanta affermato o negato in precedenza, o esprime un diverso punto di vista: «Non è un bel film, ma vale la pena andarlo a vedere comunque»). Questo doppio valore di ma spiega l’antica tendenza ad affiancarlo ad altri elementi affini che ne rinforzino il significato, come ma però o ma bensì, ma tuttavia, ma nondimeno, con esempi illustri: «Non era un conto che richiedesse una grande aritmetica; ma però c’era abbondantemente da fare una mangiatina» (Manzoni, I promessi sposi, XVII).
Accademia della Crusca, Giusto, sbagliato, dipende

Hai tu stessa un bel fingere
ch’io ti sia sconosciuto
ma non però puoi togliermi
il ben che m’ha voluto.
Vittorio Betteloni, Io rammento benissimo