ROSA LUXEMBURG Verso la catastrofe

(1918)

Il destino storico-militare si compie con logica implacabile. Il proletariato tedesco, che non ha cercato d’impedire la marcia del carro d’ assalto imperialista, viene ormai trascinato dall’imperialismo stesso ad abbattere il socialismo e la democrazia in tutta Europa. L’operaio tedesco calpesta le ossa dei proletari rivoluzionari russi e ucraini, baltici, finlandesi, l’esistenza nazionale dei Belgi, dei Polacchi, dei Lituani, dei Rumeni, la rovina economica della Francia, immerso nel sangue fino alle ginocchia, per piantare dappertutto la bandiera vittoriosa dell’imperialismo tedesco.Ma ogni vittoria militare che la carne da cannone tedesca aiuta a conquistare all’esterno significa un nuovo trionfo politico e sociale della reazione all’interno del Reich. A ogni impeto contro la guardia rossa in Finlandia e nella Russia meridionale cresce il potere degli Junker a est dell’Elba e del capitalismo pangermanico. A ogni città distrutta nelle Fiandre cade una posizione della democrazia tedesca.
Già ora, nel bel mezzo della guerra, la classe operaia tedesca viene allevata a frustate e scorpioni, come s’è meritata. Il miserabile fiasco della riforma elettorale prussiana e il più mostruoso progetto fiscale della storia tedesca sono i primi benserviti per i carnefici volenterosi della libertà altrui.
I socialisti di governo, che sperano di poter ricavare tesori dal pantano della loro prostituzione politica, non vi trovano più nemmeno dei lombrichi. Dopo che la loro politica è finita con l’unico trofeo della famosa risoluzione di luglio al Reichstag, aspettano ormai soltanto con rassegnazione la «pace tedesca» dalle mani di Hindenburg, la pace che deve seppellire per sempre la rivoluzione e il socialismo.

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