FABRIZIO DE ANDRÈ La cattiva strada

Da «Volume 8» (1975)

Alla parata militare
Sputò negli occhi a un innocente
E quando lui chiese «Perché»
Lui gli rispose «Questo è niente
E adesso è ora che io vada»
E l’innocente lo seguì
Senza le armi lo seguì
Sulla sua cattiva strada

Sui viali dietro la stazione
Rubò l’incasso a una regina
E quando lei gli disse «Come»
Lui le risposte «Forse è meglio è come prima
Forse è ora che io vada»
E la regina lo seguì
Col suo dolore lo seguì
Sulla sua cattiva strada

E in una notte senza luna
Truccò le stelle ad un pilota
Quando l’aeroplano cadde
Lui disse «È colpa di chi muore
Comunque è meglio che io vada»
Ed il pilota lo seguì
Senza le stelle lo seguì
Sulla sua cattiva strada

A un diciottenne alcolizzato
Versò da bere ancora un poco
E mentre quello lo guardava
Lui disse «Amico, ci scommetto stai per dirmi
Adesso è ora che io vada»
L’alcolizzato lo capì
Non disse niente e lo seguì
Sulla sua cattiva strada

Ad un processo per amore
Baciò le bocche dei giurati
E ai loro sguardi imbarazzati
Rispose «Adesso è più normale
Adesso è meglio, adesso è giusto, giusto, è giusto
Che io vada»
Ed i giurati lo seguirono
A bocca aperta lo seguirono
Sulla sua cattiva strada
Sulla sua cattiva strada

E quando poi sparì del tutto
A chi diceva «È stato un male»
A chi diceva «È stato un bene»
Raccomandò «Non vi conviene
Venir con me dovunque vada»
Ma c’è amore un po’ per tutti
E tutti quanti hanno un amore
Sulla cattiva strada
Sulla cattiva strada

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