Giustizia

Questa storia non è tanto edificante. Il 2008 è stato l’anno della riforma Gelmini, il cui effetto pratico contingente è stato far perdere posto a un sacco di docenti immessi in ruolo da Fioroni e segare le gambe per anni a un esercito di precari. Io ero nella prima categoria. E naturalmente ho fatto una lunga battaglia per il riconoscimento di un punteggio nelle graduatorie interne, battaglia che naturalmente ho perso. E poiché era una battaglia contro un privilegio riconosciuto illegalmente a qualcun altro, mi sono messo l’animo in pace, compilando la mia domanda di trasferimento come soprannumerario e approdando felicemente al Virgilio, cosa per cui non ho alcun rimpianto. Oggi, per caso, vengo a sapere che la scuola dove nel frattempo sono felicemente tornato ha corretto l’errore fatto 12 anni fa. Un’inezia, una di quelle cose che nella maggior parte dei casi nessuno se ne accorge, e invece sono tentato di guardare indietro.

ITALO CALVINO L’aria buona

Da «Marcovaldo»

– Questi bambini, – disse il dottore della Mutua, – avrebbero bisogno di respirare un po’ d’aria buona, a una certa altezza, di correre sui prati…
Era tra i letti del seminterrato dove abitava la famigliola, e premeva lo stetoscopio sulla
schiena della piccola Teresa, tra le scapole fragili come le ali d’un uccelletto implume.
I letti erano due e i quattro bambini, tutti ammalati, facevano capolino a testa e a piedi dei letti, con le gote accaldate e gli occhi lucidi.
– Sui prati come l’aiola della piazza? – chiese Michelino.
– Un’altezza come il grattacielo? – chiese Filippetto.
– Aria buona da mangiare? – domandò Pietruccio.
Marcovaldo, lungo e affilato, e sua moglie Domitilla, bassa e tozza, erano appoggiati
con un gomito ai due lati di uno sgangherato cassettone. Continua a leggere “ITALO CALVINO L’aria buona”