[saggio breve su un passo del romanzo di Paolo Volponi, Le mosche del capitale, lavoro svolto per modulo lingua e comunicazioni;. le tipologie testuali, SSIS Calabria (2002)]
Il protagonista, il prof. Saraccini, gode di un’emozione estatica, contemplando
dall’alto di una collina la città che, febbrile di giorno, sembra placarsi
nell’abbraccio mortifero della notte. Dico sembra, perché la notte rappresenta
nell’ottica aziendalistica, dirigistica, del protagonista non un momento di stasi,
di oblio, ma una prosecuzione dell’incessante accumulo di capitale, asse
portante di una azienda.
In quest’ottica valoriale, l’azienda rappresenta un archetipo civilizzatore, una
grande madre che sussume in sé sia elementi empirici sia valoriali. La notte si
tramuta in una coperta esistenziale durante la quale le coordinate spazio-
temporali assumono connotati diversi continua a leggere