Scrive il pedagogista democratico: «L’insegnante che valuta pretende che studentesse e studenti impieghino del tempo per prepararsi». A parte l’ovvio, è chiaro che si studia solo per il voto e non per accrescere le proprie conoscenze, e la concessione ruffiana (vale sia per l’insegnante che per gli istituti di ricerca), quel «pretende» mi intriga come una lisca di pesce conficcata in una gengiva: l’insegnante pretende di valutare, è pretenzioso, forse anche presuntuoso, e rimane impassibile di fronte al tempo che lo studente perde per studiare… «Perché il tempo è prezioso per tutte e tutti».
Mese: marzo 2023
ALESSANDRO MANZONI La carestia
Da «I promessi sposi», cap. 12
Era quello il second’anno di raccolta scarsa. Nell’antecedente, le provvisioni rimaste degli anni addietro avevan supplito, fino a un certo segno, al difetto; e la popolazione era giunta, non satolla né affamata, ma, certo, affatto sprovveduta, alla messe del 1628, nel quale siamo con la nostra storia. Ora, questa messe tanto desiderata riuscì ancor più misera della precedente, in parte per maggior contrarietà delle stagioni (e questo non solo nel milanese, ma in un buon tratto di paese circonvicino); in parte per colpa degli uomini. Il guasto e lo sperperìo della guerra, di quella bella guerra di cui abbiam fatto menzione di sopra, era tale, che, nella parte dello stato più vicina ad essa, molti poderi più dell’ordinario rimanevano incolti e abbandonati da’ contadini Continua a leggere “ALESSANDRO MANZONI La carestia”
FABRIZIO DE ANDRÈ La canzone di Marinella
Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera
Ma il vento che la vide così bella
Dal fiume la portò sopra a una stella
Sola e senza il ricordo di un dolore
Vivevi senza il sogno d’un amore
Ma un re senza corona e senza scorta
Bussò tre volte un giorno alla tua porta
EMANUELE ZINATO Sul caso Cospito: alcune riflessioni sciasciane
[Il presente e noi, 8 marzo 2023]
1. Genesi del carcere duro in Italia
Riflettere criticamente sul caso Cospito comporta la dolorosa e scomoda ricostruzione della genesi dell’istituzione del carcere duro in Italia e una riflessione sulla sua legittimità in un ordinamento democratico. L’antesignano del 41 bis è infatti l’articolo 90 istituito negli anni Settanta. Il carcere duro fece il suo esordio in regime d’eccezione a partire dal rapimento Moro: in quell’epoca vennero legittimate condizioni di detenzione che privano i reclusi per terrorismo di diritti, di socialità, di visite dei familiari, come nel tristemente famoso carcere dell’Asinara o neicosiddetti “braccetti” in funzione nei primi anni Ottanta Continua a leggere “EMANUELE ZINATO Sul caso Cospito: alcune riflessioni sciasciane”
Puttana
«Un tipo laggiù mi ha detto: Combien, mademoiselle?».
«Non se ne meravigli», disse il giovane «in fondo sembra una puttana».
«Lo sa che non me ne importa proprio nulla?».
«Sarebbe dovuta andare con quel signore».
«In fondo ho qui lei».
«Può andare con lui dopo di me. Ci si metta d’accordo».
«Non mi piace».
«Non avrà certo obiezioni di principio ad avere più uomini in una stessa notte».
«Perché no, se sono belli».
«Li preferisci a uno a uno o tutti insieme?».
«Sia in un modo che nell’altro» disse la ragazza.
Da Milan Kundera, Il falso autostop, in Amori ridicoli
FRANCESCO PETRARCA Era il giorno ch’al sol si scoloraro
Da «Rerum vulgarium fragmenta», 3
Era il giorno ch’al sol si scoloraro
per la pietà del suo factore i rai,
quando i’ fui preso, et non me ne guardai,
ché i be’ vostr’occhi, donna, mi legaro.
Tempo non mi parea da far riparo
contra colpi d’Amor: però m’andai
secur, senza sospetto; onde i miei guai
nel commune dolor s’incominciaro.
Trovommi Amor del tutto disarmato
et aperta la via per gli occhi al core,
che di lagrime son fatti uscio et varco:
GIOVANNI VERGA La roba
Da «Novelle rusticane» (1884)
Il viandante che andava lungo il Biviere di Lentini, steso là come un pezzo di mare morto, e le stoppie riarse della Piana di Catania, e gli aranci sempre verdi di Francofonte, e i sugheri grigi di Resecone, e i pascoli deserti di Passaneto e di Passanitello, se domandava, per ingannare la noia della lunga strada polverosa, sotto il cielo fosco dal caldo, nell’ora in cui i campanelli della lettiga suonano tristamente nell’immensa campagna, e i muli lasciano ciondolare il capo e la coda, e il lettighiere canta la sua canzone malinconica per non lasciarsi vincere dal sonno della malaria: – Qui di chi è? – sentiva rispondersi: – Di Mazzarò -. E passando vicino a una fattoria grande quanto un paese Continua a leggere “GIOVANNI VERGA La roba”
BANDABARDÒ Manifesto
Da «Se mi rilasso… collasso» (2001)
Oggi non lavoro, oggi non mi vesto
resto nudo e manifesto
sono fuori dal coro, nettamente diverso
le mode se ne vanno, io resto!
e manifesto!
contro! ogni occasione è persa
i calci di rigore sulla traversa Continua a leggere “BANDABARDÒ Manifesto”
Compito di fisica
In quinta rossa sono preoccupati per il compito di fisica. Offro una soluzione letteraria: Svevo divide la società in lottatori e contemplatori. I contemplatori sono degli inetti, dei perdenti, come chi prende un brutto voto a un compito perché non sa adattarsi alla scuola, come gli inetti sono inadatti alla società, non si conformano. Svevo però rivendica agli inetti di essere quello che ha di meglio la società. Dice: una vivente protesta contro la ridicola concezione del superuomo come ci è stata gabellata. Interviene Irene: noi pensavamo che lei poteva far scattare l’allarme antiincendio. Bobo osserva che il prof prende l’ascensore: ma come si fa a bloccare l’ascensore. Semplicissimo, spiego, c’è una levetta nel quadro a metà del corridoio, se l’abbassi togli la corrente all’ascensore
GIAN CARLO CASELLI Il ministro dell’istruzione e la censura della preside fiorentina
[MicroMega, 1 marzo 2023]
Fra le “patologie” che affliggono il nostro paese figura una profonda sottovalutazione del pericolo che si corre quando si occulta il passato; quasi una perdita di memoria che sconfina nell’amnesia, una mancanza continuativa di coscienza etica. Questa riflessione di Barbara Spinelli si attaglia anche al caso della preside fiorentina duramente ripresa, con piglio gagliardo, dal ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.
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