Io, Robot

Ha ragione Brunella, se noi docenti siamo diventati dei robot, è anche colpa nostra. Tutti guardiamo l’orologio quando una riunione si è prolungata oltre l’orario. Lo spettacolo deve continuare, ma da un’altra parte. Questo avviene perché la mutazione da uomo a robot-cane-di-pezza-parlante-da-ammaestrare ha trovato degli inciampi. L’innocenza è perduta (quando precisamente: nel momento in cui ci siamo rimboccati le maniche per attuare la buona scuola o quando abbiamo cominciato a trasmettere le lezioni a distanza, o prima?), tuttavia come robot siamo imperfetti. Un robot che ha la coscienza di essere un robot non è perfetto. Ma non è questo. Eseguire i compiti non ci piace, non ci piace la dad, siamo consapevoli dei danni che ha prodotto, le prove invalsi ci lasciano indifferenti, ma se serve le utilizziamo come test di ingresso, i pcto vanno fatti, meglio se fuori dall’orario curricolare, ma alcuni progetti sono meglio di altri, le ore di formazione obbligatoria si possono fare da remoto spicciando casa. Ma soprattutto questo ronzio di ministri sottosegretari funzionari associazioni di dirigenti anche qualche sindacalista che pontificano sulla scuola come dovrebbe funzionare. Questo è il difetto più grave dei robot, non si riesce proprio a togliere questo ronzio.

1 ottobre
Lory: prof, ma lei non la personalizza la sua aula?
Prof: vorrei mettere uno scaffale con dei libri…
Lory: ci starebbe bene una palma.

13 ottobre
Qualcuno ha voglia di rispondere a una domanda blu?

14 ottobre
La domanda blu, a cui corrisponde il voto blu, da quest’anno in 20mi, è «cos’è il cesarismo?». Le opzioni, realizzate in base alle risposte ricevute sono, nell’ordine:
a) quando si fa nascere un bambino praticando un taglio (cesareo)
b) fare opere pubbliche dando lavoro a un sacco di gente
c) il movimento politico a cui appartengono i sostenitori di Cesare, i cesaristi
d) risposta giusta non pervenuta

24 ottobre
Mi è venuta voglia di dare un tema ispirato a una battuta di una collega al bar: «Una certa dose di ipocrisia è necessaria per poter convivere in una comunità?». Io penso di no. In teoria. Nella realtà siamo tutti un po’ Dottor Jekyll e Mister Hyde.

6 novembre
Una dirigente scolastica del Veneto appoggia la petizione dei maturandi (sedicenti maturanti) su change punto org, quella per cui la dad ha distrutto le nostre basi linguistiche quindi non c’è la possiamo fare ha sostenere la prima prova dell’esame (figuriamoci la seconda). Dice, la tizia, che la prova scritta risale al 1923 mentre nel frattempo, «il mondo e le competenze necessarie per affrontarlo sono cambiate». Suggerisce, la tizia, che alle/agli studenti «occorre saper usare bene il linguaggio dei social». Caspita, mi è venuta un’idea.

14 novembre
Irresistibile voglia di giocare a tetris per ingannare la domenica senza calcio, in cui dovrebbe diluviare (finora c’è stato il sole) mentre un pacco di compiti fa capolino sul tavolino e il libro di grammatica è aperto alla pagina «proposizioni soggettive».
Ho detto tetris, non tennis.

Più tardi.
Quattro gocce sono sufficienti a considerare immorale non tagliare il nastro che avvolge i suddetti compiti di italiano?

28 novembre
Anche Cingolani, ministro della transizione ecologica, fisico, ha detto la sua sull’insegnamento della storia. Dice che le guerre puniche si studiano 4 volte a scuola (troppo poco, dico io, si dovrebbero studiare cinque volte almeno). Lucia Azzolina, ministra dell’istruzione nel governo Conte come Lina Azzo, oggi dirigente scolastica in una scuola di Palermo, lo ha confutato: si studiano tre volte e mai nello stesso modo (ogni volta si dà più importanza a una delle guerre puniche, che sono tre). Nella realtà, non nei dibattiti tra questi grandi scienziati, le guerre puniche si studiano solo due volte. Mentre la guerra fredda, per dire, se va bene, mezza volta.

1 dicembre
Oggi in quarta rossa per spiegare il VI canto del Purgatorio abbiamo giocato alla zara. Ha vinto Federica.

(Poiché ormai per interrogare uso random generator, a chi mi chiede a cosa mi servono i dadi d’ora in poi rispondo: a spiegare il VI canto del Purgatorio)

12 dicembre
Amo le domeniche in cui splende il sole e i compiti sono impacchettati, tutti belli che valutati. Poi mi ricordo che una mi ha scritto Macchiavelli, tre Nicolò, Giuliano de’ Medici è diventato figlio del papa e Lorenzo di Giuliano de’ Medici nipote del pontefice, e quasi tutti hanno scritto che Machiavelli scrive il Principe per essere riammesso a Firenze e il buonumore non dico che è passato, ma diminuito un tanto così.

22 dicembre
135 compiti corretti, valutati e autografati nel corso del primo trimestre sono infiocchettati in 6 pacchetti. Il voto più alto è 9, il più basso è 3 (postumo).

29 dicembre
Secondo voci di corridoio quest’anno, per aumentare il divertimento dell’Esame di Stato per tutte e tutti, verrebbe reintrodotto lo scritto di italiano. La fonte, testualmente: «Dopo l’orale del 2020 e il colloquio con tesina del 2021, torna dunque il TEMA».

Il tema.

9 gennaio
Qualcuno dice: perché non cominciamo subito con la dad dal momento che tra una settimana siamo tutti in dad? Ma forse sarebbe meglio dire che tanto vale andare da subito tutti in dad dal momento che tra un po’ ci sarà solo la dad, e forse non ci saremo noi a fare la dad.

A scanso di equivoci: non è il governo (questo o qualsiasi altro) che ci vuole imporre la dad, siamo noi docenti che la invochiamo perché, come l’abbiamo sperimentata in questi due anni, è troppo comoda e ci semplifica tante cose. Gli argomenti a favore, dal punto di vista sanitario e/o didattico, come sempre, si trovano: 3 dosi di vaccino non bastano, non ho fatto in tempo a fare la terza dose, se le/gli studenti non studiano è perché noi non siamo abbastanza capaci (e invece io proietto video, contenuti multimediali, scrivo sulla lavagna interattiva e le/gli studenti apprendono e allo stesso tempo riescono a giocare alla play), non è vero che genera problemi psicologici (le/gli studenti erano già depressi di suo, e comunque non è dimostrato), ci sono le classe pollaio. Infatti. Ma quando noi manifestavamo contro le classi pollaio, voi, dove eravate?

20 gennaio
Così Giulio Ferroni, in «Una scuola per il futuro», scritto in tempi di quarantena, sulla didattica digitale integrata come specchio dei tempi:

Si è giunti a vagheggiare, anche per l’auspicato ritorno a scuola, una definitiva alterazione del ruolo dell’insegnante, destinato ad avvalersi di una didattica affidata a pillole audiovisive, a materiali da pescare sulla rete – e quindi più vicino alle nuove sensibilità degli allievi, che ormai sono tutti nativi digitali -: si è detto che un docente all’altezza dei nuovi tempi non dovrebbe pretendere di essere un «maestro», ma porsi piuttosto come un consulente e facilitatore.

21 gennaio
L’alunna Cirelli della seconda rossa è la tipica alunna di cui si dice che potrebbe fare ma non si applica. Non ha fatto un tubo per tutto il trimestre e ha preso 3. Allora un giorno ho parlato all’alunna Cirelli. Le ho detto il 3 non è il tuo voto, spiegami questo 3. L’alunna Cirelli ha detto che pensava di iniziare a studiare dal pentamestre. Oggi l’ho chiamata in storia. Ha detto scusi ma non sono ancora pronta, in fondo siamo ancora al 21 gennaio.

5 febbraio
Fabio Sonzogni su «Avvenire» scrive sull’Esame di Stato:

L’esame di maturità 2022 segna un ritorno alla normalità? E quale normalità? Dopo due anni di didattica a distanza, ritorni in presenza a singhiozzo, distanziamento, mascherina in classe, regole sulle quarantene cambiate cento volte, si può tornare direttamente alla normalità? A mio parere, che è anche parere di insegnante, è la dimostrazione che a molti degli studenti non importa niente.

A molti, o ai piani alti del ministero, o al governo, che si fa prima a dirlo, degli studenti non è mai importato niente, mai, e in questi anni meno che mai. In epoca di pandemia, gli studenti sono stati sottoposti, con la collusione di molti docenti, non del tutto e non sempre inconsapevoli, a una serie di esperimenti sociali: la dad presentata come emergenza ma anche come nuova frontiera da superare, dalla dad alla cosiddetta didattica digitale integrata, diventata normalità nelle incredibili rotazioni delle classi a causa delle quarantene. Ci hanno detto che la scuola non si è mai fermata, è vero. Ma forse non c’è stata mai una pandemia. L’esperimento che si vuole fare ora è quello della rimozione.

11 febbraio
Oggi, in seconda verde, ho spiegato che un francese tanto tempo fa ha addentato quello che poi si è chiamato supplì e incontrando la mozzarella ha detto «surprise». Il romano che gliel’aveva fritto ha capito supplì e da allora i supplì si chiamano tutti in codesto modo.
Secondo me non è andata esattamente così ha detto Nini.

18 febbraio
Linda: i pronomi dimostrativi sono questo, codesto e quello…
Prof: codesto chi lo usa più?
Linda: uno che vuole darsi un tono.

19 febbraio
Riguardo alla road map per il ritorno alla normalità di cui ho sentito alla radio, quando è prevista l’abolizione delle entrate scaglionate a scuola e il ritorno alle ore di un’ora?

21 febbraio
Sulla cattedra ci sono due pacchi di compiti, uno già corretto della quarta rossa e uno in buona parte da correggere della prima azzurra. Scendo in sala prof e infilo nel cassetto il pacco della quarta rossa. Quando arrivo a casa scopro di avere infilato nel cassetto i compiti della prima azzurra e quindi oggi sono libero. Tra l’altro, non ci vado mai in sala prof, devo esserci costretto, è chiaro che si sia trattato di un complotto contro me stesso.

11 marzo
Prof: nel modulo sul teatro non c’è solo la teoria
Classe: eh, non ci vorrà far recitare
Prof: certo che sì, devo recitare solo io qua dentro?

28 maggio
Se una maestra che fa cantare un inno alla Roma che ha appena vinto una coppa europea (dopo quanti anni che mancava una coppa europea a una squadra italiana?) finisce in prima pagina cosa può capitare a me che il lunedì e martedì a ricreazione faccio la moviola in classe?

30 maggio
Non riesco a chiudere la relazione della prima azzurra, mi sono bloccato davanti a «percorsi formativi realizzati dal sottoscritto con la classe». Ho realizzato dei percorsi formativi? Ho fatto lezione tutti i giorni, ho svolto praticamente tutto il programma. Non basta?

3 giugno
In questo 2021-22 ho corretto 347 compiti (289 di italiano e 58 di latino) per 34 ore e 41 minuti. Il voto più basso 3, un solo 10 (in latino). Nessun test a crocette, 2 test di grammatica, alcuni testi narrativi di una paginetta, non ho contato le verifiche di educazione civica sui moduli.

7 giugno
Il momento più bello di questo anno scolastico è quando siamo entrati con la quarta rossa dall’antico vinaio di via de’ Neri a Firenze e il tizio ha saputo che ero di Santa Croce e mi ha detto tu se’ azzurro e si vede dalla maglietta noi siamo nemici, io sono dei bianchi di Santo Spirito e io me la sono cavata dicendo ma non siamo tutti viola? E dopo tre ore di passeggiata in mezzo alle opere d’arte ho l’immagine di tutta la classe seduta sul marciapiede davanti al Vivoli, alla faccia di Nardella e dei suoi idranti, che non pubblico perché mi sono dimenticato di chiedere loro il permesso.

11 giugno
Quando pensavi di avere completato tutte le procedure per gli scrutini il Sistema ti manda una comunicazione (urgente) in cui ti avverte che se non hai flaggato gli esiti dei recuperi non si può processare lo studente, che viene depennato dalla classe, che detta così è molto peggio di una bocciatura.

20 giugno
Quest’anno, quindi, si può ricominciare a scommettere sugli autori della prima prova? Nel 2019 uscirono Ungaretti e Sciascia. Io mi gioco Palazzeschi e Celati.

23 giugno
La prima prova dell’esame di terza media conclusivo del ciclo sup impropriamente detto maturità presenta un testo, Nedda di Giovanni Verga, e invita la/lo studente a «individuare nel brano i principali elementi riferibili al Verismo» Il ministero non solo chiede il commento (pratica estinta da decenni) di testi di due secoli fa (non sia mai che a qualcuno venga la fantasia di approdare con il programma al secolo scorso), ma lo pretende sulla base di interpretazioni che sono scadute prima che noi della nostra generazione fossimo studenti. Questo nella migliore delle ipotesi.

Perché l’ipotesi peggiore, la lectio facilior, purtoppo, è che i letterati che decidono le tracce, che se fossero letterati non starebbero in quel posto a decidere le tracce, hanno semplicemente aperto il libro e hanno letto il titolo «Verga e il verismo». E meno male che non hanno scelto di estrapolare un brano da Storia di una capinera.

27 giugno
Non mi ricordo di essere stato addestrato. Mi ricordo di essermi formato, specialmente negli anni dell’università e della specializzazione, di essermi aggiornato, in modo disordinato ma costante, di essermi informato, di essermi esercitato, anche impratichito (all’inizio non sapevo come si accendeva una lim, o come si switchava dalla lim al proprio portatile). Ora un ministro dice che devo essere riaddestrato. Si è finalmente compiuta la mutazione da uomo, cui nihil humanun a se alienum putat, che studia per diventare docente di altri studenti, a essere mezzo robot mezzo bestia, ma della bestia ha soprattutto del cane di pezza, che eroga la didattica sotto forma di caccole, o coccole (la scuola affettuosa), ma che ha bisogno di manutenzione per funzionare, e ogni cinque anni deve essere riaddestrato. O ha detto ammaestrato?