RICHARD YATES «Michael… ho una cosa importante da dirti»

Da «Il vento selvaggio che passa», minimum fax, Roma 2020, pp. 45-6

«Michael?», disse, «Pensi di riuscire a sederti un momento, per favore? Mi stai mettendo un po’ ansia, E inoltre», aggiunse, posando la spazzola con cautela come se potesse rompersi, «inoltre ho una cosa importante da dirti».
Mentre si disponevano in atteggiamento da conversazione, seduti quasi di fronte in due poltrone imbottite del Copley Plaza, di primo acchito Michael pensò che lei fosse incinta – non sarebbe stata esattamente una notizia magnifica, ma nemmeno una brutta notizia o magari che avesse scoperto di non poterne avere affatto, di figli; poi tra i pensieri che gli mulinavano nella mente si affacciò la possibilità spaventosa che lei avesse una malattia incurabile.
«È una cosa che avrei voluto dirti fin dal principio», disse lei, «ma avevo paura che potesse… cambiare tutto, in un certo senso».

Gli pareva adesso di conoscerla a malapena, questa bella ragazza dalle gambe lunghe alla quale non si sarebbe forse mai adattato il termine moglie, e se ne stava lì seduto con un terrore che lo gelava dallo scroto alla gola a fissare le sue labbra e aspettarsi il peggio.
«Perciò adesso devo smettere di avere paura, punto e basta. Adesso te lo dico, e posso soltanto sperare ch tu non ti senta… be’, insomma. Il fatto è che possiedo fra i tre e i quattro milioni di dollari, all’incirca. Come mio patrimonio personale».
«Ah», fece lui.

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