Elettore: chi gode del sacro privilegio di votare l’uomo scelto da un altro.
Ambrose Bierce, Il dizionario del diavolo
I
Sapete che nella massima parte dei casi, sia per disposizione di legge, sia per interferenze di autorità, i seggi – anche in seguito a tutti gli scioglimenti di Consigli comunali imposti dal governo e dal partito dominante – risultano composti quasi totalmente di aderenti al partito dominante. Quindi l’unica garanzia possibile, l’ultima garanzia esistente per le minoranze, era quella della presenza del rappresentante di lista al seggio. Orbene, essa venne a mancare. Infatti, nel 90 per cento, e credo in qualche regione fino al 100 per cento dei casi, tutto il seggio era fascista e il rappresentante della lista di minoranza non potė presenziare le operazioni. Dove andò […], esso subì le violenze che erano minacciate a chiunque avesse osato controllare dentro il seggio la maniera come si votava, la maniera come erano letti e constatati i risultati.
[…]
Gli elettori votavano sotto controllo del partito fascista con la «regola del tre» […]. I fascisti consegnavano agli elettori un bollettino contenente tre numeri o tre nomi, secondo i luoghi (Interruzioni), variamente alternati, in maniera che tutte le combinazioni, cioè tutti gli elettori di ciascuna sezione, uno per uno, potessero essere controllati e riconosciuti personalmente nel loro voto.
[…]
La «regola del tre» diede modo al partito dominante di controllare personalmente ciascun elettore ed applicare il giorno seguente ai ribelli la sanzione col boicottaggio dal lavoro o con le percosse. (Rumori)
[…]
In altri luoghi invece furono incettati i certificati elettorali […], essendosi determinata una larga astensione degli elettori che non si ritenevano liberi di esprimere il loro pensiero, i certificati furono raccolti e affidati a gruppi di individui, i quali si recavano alle sezioni elettorali per votare con diverso nome, fino al punto che certuni votarono dieci o venti volte.
[…]
Coloro che ebbero la ventura di votare e di raggiungere le cabine, ebbero, dentro le cabine, in moltissimi comuni specialmente della campagna, la visita di coloro che erano incaricati di controllare i loro voti. Se la giunta delle elezioni volesse aprire i plichi e verificare i cumuli di schede che sono state votate, potrebbe trovare che molti voti di preferenza sono stati scritti sulle schede tutti dalla stessa mano, così come altri voti di lista furono cancellati, o addirittura letti al contrario.
Giacomo Matteotti, Discorso alla Camera dei Deputati, 30 maggio 1924
II
Con il tuo voto hai smesso di essere libero
Sebastien Faure
Considerare il voto politico come un diritto che include un dovere è l’idea più allegramente antiliberale e teocratica che si ossa fantasticare.
Piero Gobetti
Nel 1979, il cantante della band punk Dead Kennedys, Jello Biafra, anarchico anaticapitalista. antirazzista e anticapitalista, si candidò a sindaco di San Francisco. Ecco il suo programma: costringere gli uomini d’affari a indossare abiti da clown tra le 9 e le 17, istituire un ufficio per la corruzione, legalizzare gli squat, far eleggere gli agenti di polizia dagli abitanti del quartiere con un mandato di soli quattro anni, erigere una statua di Dan White, l’assassino del sindaco George Moscone e dell’attivista gay Harvey Milk, in modo che la gente potesse lanciargli uova e pomodori. L’ex cantante punk ottenne il 3,5% dei voti.
Francis Dupuis-Déri, Addio alle urne
Mi hanno portato due schede e ciò scritto, su quella dell’unione europea Vaffanculo, su quella del consiglio provinciale andate a cagare. Forse era comunale, il consiglio, non mi ricordo, a ogni buon conto ho cerchiato le a di Vaffanculo e di Andate a cagare e ho piegato le schede e le ho consegnate,
Paolo Nori, Grandi ustionati
Il giorno delle elezioni, resto a casa. Non voto. Che si fottano! Che si fottano! Non voto. Non voto, e non lo faccio per due motivi. Prima di tutto, non ha alcun senso. Questo paese è stato comprato, venduto e pagato molto tempo fa. E poi non voto perché credo che se voti, poi non hai il diritto di lamentarti. Lo so, alla gente piace cambiare le carte in tavola e dire il contrario: «Ah, se non voti, non hai il diritto di lamentarti». Ma che logica è? La responsabilità è vostra: se votate ed eleggete questi individui incompetenti e disonesti che una volta in carica non fanno altro che casini, siete voi la causa del problema, siete voi che avete votato e siete voi che li avete messi lì. Quindi siete voi a non avere il diritto di lamentarvi! Quanto a me, che non ho votato, e di fatto il giorno delle elezioni non ho neppure messo il naso fuori di casa, non ho alcuna responsabilità per quello che fa questa gente, e quindi ho tutto il diritto di lamentarmi del casino che avete fatto, con cui non ho niente a che spartire.
George Carlin
Nella società di massa il voto di opinione sta diventando sempre più raro: oserei dire che l’unica vera opinione è quella di coloro che non votano perché hanno capito o credono di aver capito che le elezioni sono un rito cui ci si può sottrarre senza grave danno, e come tutti i riti, ad esempio la messa la domenica, sono in fin dei conti una seccatura.
Norberto Bobbio, Il futuro della democrazia
Mi danno in mano un paio di schede
E una bellissima matita
Lunga, sottile, marroncina
Perfettamente temperata
E vado verso la cabina
Volutamente disinvolto
Per non tradire le emozioni
E faccio un segno sul mio segno
Come son giuste le elezioni.
Giorgio Gaber, Le elezioni
Un governo che poggia sul suffragio popolare non può avere successo se coloro che eleggono e che obbediscono ai propri governanti non sono educati.
John Dewey
Sottoporre una decisione all’ipotetico voto elettronico di un milione di persone significa avere previamente semplificato i quesiti e le opzioni a livello binario: sì/no. E chi ha semplificato ha già in parte deciso. Neppure nel migliore dei casi si tratta più di democrazia diretta in senso stretto.
Amedeo Bertolo, Al di là della democrazia
Il regime rappresentativo non ha più il favore popolare. Ma cosa volete sostituirgli? La teocrazia?
Piero Gobetti, La nostra fede (1919)
Anche nel caso astratto che tutte le funzioni di dirigenza sociale fossero elettive, egualmente i dirigenti eletti si costituirebbero in classe dominante, per la logica oggettiva della delega di potere.
Amedeo Bertolo, La gramigna sovversiva
Sarai forse sorpreso che io, convinto e appassionato astensionista, suggerisca ora ai miei amici di farsi eleggere deputati. Questo si spiega con il fatto che sono cambiate le circostanze.
Michail Bakunin
La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco da marionette, di pupazzi
Lenin, Sullo Stato, 11 luglio 1919
Il sistema parlamentare ha raggiunto questo risultato di condurre i cittadini ad usare del mezzo dato loro per esplicare la propria volontà politica – cioè dell’elettorato – precisamente contro la propria volontà politica medesima.
Giuseppe Rensi, La democrazia diretta
Il voto, lo prova l’esperienza ed il ragionamento, dato in mano ad un popolo affamato ed ignorante, non è che uno strumento di più in mano delle classi dominanti, che serve mirabilmente a garantirle contro la rivolta, facendo credere al servo ch’egli è il padrone.
Errico Malatesta, Programma e organizzazione dell’Associazione internazionale dei lavoratori, 1884
NON VOTARE È IMPOSSIBILE: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un IRRIDUCIBILE.
David Foster Wallace
Se votare cambiasse qualcosa, sarebbe illegale.
Emma Goldman
Vi sono ancora molti «bevitori di frasi» che hanno una fede illimitata nell’efficacia della scheda elettorale.
Giuseppe Rensi, La democrazia diretta
Il sistema rappresentativo, ben lungi dall’essere una garanzia per il popolo, crea e garantisce, al contrario, l’esistenza permanente di una aristocrazia governativa contro il popolo stesso ed il suffragio universale è unicamente un mezzo eccellente per opprimere e rovinare un popolo in nome proprio di una pretesa volontà popolare, presa come pretesto, o un gioco di prestigio grazie al quale si nasconde il potere realmente dispotico dello Stato, basato sulla Banca, la Polizia e l’Esercito.
Michail Bakunin
L’idea dei rappresentanti è moderna, ci viene dal governo feudale, da questo iniquo e assurdo governo, nel quale la specie umana viene degradata, e il nome d’uomo viene disonorato. Nelle antiche repubbliche, e anche nelle monarchie, il popolo non ebbe mai rappresentanti: neppure conosceva questa parola.
Jean-Jacques Rousseau
Dichiarare un governo rappresentante la pubblica opinione e la pubblica volontà è lo stesso che dichiarare una parte rappresentante del tutto.
Carlo Pisacane
Votare è lo stesso che abdicare.
Élisée Reclus
Il sistema rappresentativo è inconciliabile non solo con i principi anarchici della libertà individuale, ma anche con le nozioni più elementari della sincerità, della schiettezza e della verità […], è veramente il congegno mediante il quale il popolo sovrano viene con il proprio consenso interdetto è sottoposto alla tutela delle classi privilegiate.
Max Sartin, Il sistema rappresentativo e l’ideale anarchico
Ci si domanda come può esistere un animale così miracoloso, così incomprensibile, così inesplicabile come l’elettore.
Sebastien Faure, Perché gli anarchici non votano
Le schede elettorali, destinate a essere spazzate via dal vento insieme alle promesse dei candidati, non sono più efficaci delle lance contro i cannoni. Pensate, forse, cittadini, che i governanti ve le affiderebbero se voi poteste usarle per fare una rivoluzione?
Louise Michel
I montoni vanno al mattatoio. Essi non dicono niente e non sperano niente. Ma per lo meno non votano per il macellaio che li colpirà, né per il borghese che se li mangerà. Più bestia delle bestie, più pecoresco dei montoni l’elettore elegge il suo boia e sceglie il suo borghese: egli ha fatto delle rivoluzioni, per conquistare questo diritto!
Sebastien Faure, Perché gli anarchici non votano
Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no.
Giovannino Guareschi
La sovranità del popolo è un inganno, è una menzogna, è un gioco di bussolotti, un gioco di prestigio. Il parlamento è un covo di putredine. Il parlamentarismo è un regime di assurdità, di impotenza, di corruzione, di nocevolezza.
Sebastien Faure, Perché gli anarchici non votano
La borghesia e per essa i governi non concedono il voto che quando si sono persuasi della sua innocuità, o quando, di fronte all’attitudine minacciosa del popolo, lo considerano un mezzo opportuno per sviarlo.
Errico Malatesta, La politica parlamentare nel movimento socialista
L’astensionismo consiste non solamente nel non prendere parte attiva alle elezioni, ma anche nel non servirsi dell’arma derisoria che la costituzione ci mette tra le mani: la scheda del voto […] Solo gli anarchici si astengono, perché essi solo, per esperienza hanno acquistato la convinzione che l’azione parlamentare è nefasta e che la lotta elettorale è nociva, perché sanno che l’azione politica è perniciosa […]. Gli anarchici si astengono, perché non vogliono partecipare ai crimini governativi.
Sebastien Faure, Perché gli anarchici non votano
Il governo «eletto dal popolo» in realtà non è eletto che da quelli che trionfano nella battaglia elettorale: gli altri, che possono essere una maggioranza grandissima ed anche una maggioranza, restano senza rappresentanza. Si tratterebbe di un regime in cui la maggioranza legale ha il diritto di comandare sulla minoranza.
Errico Malatesta, Il suffragio universale
Oggi il sistema rappresentativo è in crisi perché è affetto dalla malattia che attanaglia il sistema partitico: la burocratizzazione e la tendenza dei due schieramenti a non rappresentare nessuno eccetto i loro apparati.
Hannah Arendt, Disobbedienza civile
Le percentuali di voto su cui vengono fatti i governi non sono altro che l’espressione di una minoranza la quale, compiendo un atto di grande autoritarismo politico, imporrà le proprie decisioni anche a chi a buon diritto ha deciso di astenersi.
Andrea Papi, Rivista anarchica, 422
Il suffragio universale, io credo, è l’esibizione più completa e nello stesso tempo più raffinata della ciarlataneria dello stato.
Michail Bakunin
Gli anarchici hanno avuto raramente dubbi su come comportarsi in occasione delle giostre elettorali.
Amedeo Bertolo
La libertà ci sarà tanto più preziosa, quanto più tempo l’esercizio dei diritti politici ci lascerà per gli interessi privati. Di qui viene, signori, la necessità del sistema rappresentativo. Il sistema rappresentativo non è altro che un’organizzazione mediante la quale una nazione si affida ad alcuni individui per ciò che non può o non vuole fare essa stessa.
Benjamin Constant, Libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni
Il processo elettorale assomiglia sempre più a un’abilitazione ad accedere a una sfera professionale ben remunerata, in cui la professionalità del candidato è sempre più in secondo ordine, prevalendo di contro la capacità di intercettare umori, opinioni, idee diffuse socialmente e trasformarle in consenso elettorale, in voti.
Salvo Vaccaro, Gli algoritmi della politica
Il filosofo Immanuel Kant era del parere che se ai parrucchieri spettava il diritto di voto, lo stesso non valeva per i barbieri: i primi sono dei veri creatori, diceva, mentre i secondi si limitano alla manutenzione delle pettinature.
Francis Dupuis-Déri, Addio alle urne
La cabina elettorale, nel bel mezzo di un’aula di una scuola o di un municipio, è il simbolo di tutti i tradimenti che l’individuo può commettere contro i gruppi a cui appartiene.
Jean-Paul Sartre, Elezioni, trappola per coglioni
Astenendosi, si evita al contempo di essere politicamente e moralmente responsabili di decisioni e azioni fondamentalmente immorali, se non addirittura riprovevoli, come la distruzione dell’ambiente, le detenzioni di massa o i massacri militari […]. Mentre l’elettoralismo è espressione di compromesso e collaborazione, l’astensionismo incarna probità e dissenso.
Francis Dupuis-Déri, Addio alle urne
Non voto, perché, a mio avviso, il male minore è un male troppo grande.
Ashon Crawley