«Ci sono tre statistici che vanno a caccia di anatre», disse. Fece una pausa. «Sono statistici di mestiere».
«Fino a qui ci sono».
«E se ne sono andati a caccia di anatre, e sono accovacciati nel fango dove si nascondono le anatre, per dargli la caccia, con gli stivaloni di gomma e i cappelli e tutto il resto, con i loro Winchester ultimissimo modello doppia canna, e cosi via. E fanno il verso delle anatre con uno di quegli affari che usano sempre i cacciatori di anatre».
«I richiami», dissi io.
«Proprio quelli», Stice cercò di annuire contro la finestra. «Bene, ed ecco che arriva quest’anatra che vola sopra le loro teste».
«La loro preda. L’oggetto del loro essere li».
«Proprio quello, il loro raisin-debt o come cavolo si dice, e si preparano a far esplodere quell’anatra del cazzo in un mucchio di penne e frattaglie», disse Stice. «E il primo statistico alza il suo Winnie e spara, e il rinculo lo butta giù con il culo spiaccicato nel fango, e non ha preso neanche l’ anatra, troppo basso. E allora il secondo statistico si alza e spara, e anche lui va giù con il culo per terra, questi Winnie hanno proprio un rinculo tremendo, e insomma va giù con il culo per terra anche il secondo, per lo sparo, e vedono che il suo colpo va troppo alto».
«Neanche lui prende l’anatra».
«Non la prende perché tira troppo in alto. Al che il terzo statistico comincia a gridare e a saltare su e giù felice e urla a più non posso: L’abbiamo presa, ragazzi, l’abbiamo presa!».
Da David Foster Wallace, Infinite Jest