Esageravo quando dicevo che Zurbarán mancava di immaginazione: sarebbe stato più corretto dire che mancava di fantasia. L’arte del ritratto, e Zurbarán era in primo luogo un ritrattista, è per certi versi una collaborazione tra pittore e modello; quest’ultimo deve dare qualcosa, deve avere in sé qualcosa che stuzzichi la sensibilità dell’artista tanto da consentirgli di rendere più del mero aspetto esteriore del modello. Il pittore deve avere una facoltà simile a quella con cui il romanziere entra nei suoi personaggi per pensare e sentire come loro. Questa facoltà e l’immaginazione, e Zurbarán la possedeva.
William Somerset Maugham, Zurbarán, in Lo spirito errabondo
Non c’è da meravigliarsi se l’immaginazione, nelle nostre scuole, sia ancora trattata da parente povera, a tutto vantaggio dell’attenzione e della memoria; se ascoltare pazientemente e ricordare scrupolosamente costituiscano tuttora le caratteristiche dello scolaro modello, che è poi il più comodo e malleabile.
Gianni Rodari, Grammatica della fantasia