Contratto (2)

Conserveranno gli eletti il programma che avevano da candidati, e metteranno nel difenderlo la stessa energia che vi mettevano prima?
Errico Malatesta

Il contratto, il capitolo sulla scuola, è molto sottovalutato, molti dicono di essere delusi per il fatto che non prevede la cancellazione di nessuna norma della 107 (non lo prevedeva nemmeno l’avanzatissimo, in confronto, programma dei 5s). Dicono che questa pagina sulla scuola dice tutto e niente. Come se sulla scuola si potesse liberamente sproloquiare. Come se non ci ricordassimo che ogni governo, tranne forse l’ultimo Prodi, ma per la propria debolezza, non certo per buona volontà, ha voluto intestarsi una riforma epocale della scuola. Quasi mai annunciata in campagna elettorale. E che quello che si va a fare con questo contratto è un sedicente governo del cambiamento.

La somma delle parti non fa il tutto. Il contratto non è una sintesi tra le posizioni, distanti, del m5s e della Lega sulla scuola. È un’altra cosa. Il 94 per cento di consensi nel televoto dei grillini la dice lunga. Se i programmi sono carta straccia per chi vota, pensate quanto devono tenerci i candidati.

Il testo e il contesto. Il testo si compone di 52 righe. Meno di quelle dedicate al turismo. Per la maggior parte sono espressioni vuote, la buona qualità dell’insegnamento, la corretta formazione dei nostri ragazzi, affrontare il futuro con fiducia, l’uguaglianza di tutti i cittadini ecc. Alcuni intenti lodevoli, benché generici: intervenire sulle classi pollaio, sull’edilizia, il precariato nella scuola dell’infanzia e primaria. Nemmeno una parola sui finanziamenti alla scuola privata, sul bonus meritocratico, sull’invalsi, sul liceo quadriennale, che intanto va avanti. Distillato in mezzo a queste chiacchiere da bar c’è un progetto che non è affatto neutro. Incardinato su alcuni punti:

  • il superamento della chiamata diretta è il contentino. Superamento e non cancellazione. che sarebbe suonato troppo aspro, Superamento consente una certa maggiore libertà. Chiaro: la chiamata diretta è stata un flop, anche dal punto di vista dei suoi sponsor. Rimane da capire cosa fare dei docenti assunti attraverso la chiamata diretta. Dettagli.
  • la tecnocrazia: gli insegnanti devono essere constantemente formati a utilizzare tutti i giocattoli che il progresso fornisce. Le aziende che li producono possono essere doppiamente soddisfatte, primo perché hanno un mercato, secondo perché possono mettere un piede dentro la scuola per formare gli insegnanti.
  • il legame con il territorio. Lo specchietto per le allodole è la vituperata fase C che ha determinato lo spostamento di insegnanti dal sud al nord. Mai più. Gli insegnanti del Sud possono rimanere a Sud. Eccetera.
  • più che superamento dell’alternanza scuola lavoro, dall’ultimo paragrafo del programma, sembra si possa parlare di potenziamento dell’alternanza scuola lavoro. L’alternanza era un’ottima occasione di formazione per gli studenti, ma per colpa della Buona Scuola si è trasformata in uno strumento inefficace. Ci vuole più controllo. Se volete leggere questa formulazione come un passo verso la cancellazione dell’alternanza fate pure.

Il contesto è il documento letto integralmente. Operazione quanto mai faticosa con una pappardella che sembra uscita dallo studio di un Azzeccagarbugli. Ma bastano pochi passaggi per capire l’idea di fondo del progetto: gli asili nido solo per italiani, le telecamere in classe, la premialità (un’altra parola orrenda) per chi denuncia atti di bullismo, un’atmosfera di caccia alle streghe che trasuda da ogni passaggio, un’impronta pesantemente autoritaria, mascherata malamente dalle luci psichedeliche della digitalizzazione di ogni aspetto dell’esistenza.

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