Parola/e

Una parola nuova non entra nel vocabolario quando qualcuno la inventa, anche se è una parola “bella” e utile. Perché entri in un vocabolario, infatti, bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e che tante persone la capiscano […]. Quando una parola nuova è sulla bocca di tutti (o di tanti), allora lo studioso capisce che quella parola è diventata una parola come le altre e la mette nel vocabolario.
Maria Cristina Torchia, Redazione Consulenza Linguistica, Accademia della Crusca

«Quando io uso una parola -ribatté Bindolo Rondolo piuttosto altezzosamente- essa significa precisamente ciò che voglio che significhi… né più né meno».
«Bisognerebbe sapere -disse Alice- se voi potete dare alle parole molti significati diversi».
«Bisognerebbe sapere -rispose Bindolo Rondolo- chi ha da essere il padrone… ecco tutto».
Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie

Contano solo le parole. Il resto sono chiacchiere.
Eugène Ionesco

Alle volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l’espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze.
Italo Calvino

Noi ci distinguiamo dalle fiere, soprattutto per questo, perché sappiamo conversare ed esprimere con la parola i nostri pensieri.
Marco Tullio Cicerone, De oratore

Io non sopporto le persone che riescono a parlare per più di sette minuti di fila.
Paolo Nori, Difendersi, in Mi compro una Gilera

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.
Eugenio Montale

A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.
Oscar Wilde

Quanto può dirsi, si può dir chiaro, mentre su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
Ludwig Wittgenstein

Mi sembrava fino ad oggi che la parola avesse qualche relazione con l’udito; mi sembrava che il ritmo fisico, danza, passo, corsa, battiti del cuore, chiaroscuro delle sensazioni, e il ritmo dell’anima, passioni fugaci, senso della gioventù (eternità fuggitiva), senso dell’eterno (ferma verità), cercassero, per i poeti, nelle parole, cioè in oggetti sonori, il loro ordine.
Giuseppe Ungaretti, Per Mallarmé (1929)

Se gli uomini hanno avuto bisogno della parola per imparare a pensare, ancor di più hanno avuto bisogno di saper pensare per trovare l’arte della parola.
Jean-Jacques Rousseau

Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro […]. Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio.
Gianni Rodari, Grammatica della fantasia

L’intelligenza spesa nei combattimenti della parola è come quella impiegata in guerra: è intelligenza sprecata.
Pierre-Joseph Proudhon, Che cos’è la proprietà?

Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere come la parola.
A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
Emily Dickinson

Quando vedo la crisi della nostra repubblica, constato che non piccola è la parte di rovina procurata dagli uomini più bravi a usare le parole.
Cicerone, L’invenzione

Sono otto anni che faccio scuola ai contadini e agli operai e ho lasciato ormai quasi tutte le altre materie. Non faccio più che lingua e lingue. Mi richiamo dieci, venti volte per sera alle etimologie. Mi fermo sulle parole, gliele seziono, gliele faccio vivere come persone che hanno una nascita, uno sviluppo, un trasformarsi, un deformarsi. Nei primi anni i giovani non ne vogliono sapere di questo lavoro perché non ne afferrano subito l’utilità pratica. Poi pian piano assaggiano le prime gioie. La parola è la chiave fatata che apre ogni porta. L’uno se ne accorge nell’affrontare il libro del motore per la patente. L’altro fra le righe del giornale del suo partito. Un terzo s’è buttato sui romanzieri russi e li intende. Ognuno di loro se n’è accorto poi sulla piazza del paese e nel bar dove il dottore discute col farmacista a voce alta, pieni di boria. Delle loro parole afferra oggi il valore e ogni sfumatura. S’accorge solo ora che esprimono un pensiero che non vale poi tanto quanto pareva ieri, anzi pochino. I più arditi han provato anche a metter bocca. Cominciano a inchiodar il chiacchierone sulle parole che ha detto.
Lorenzo Milani, Al direttore del giornale del mattino, 1956

Chi è al servizio di un pubblico ha il dovere costituzionale di farsi capire.
Tullio De Mauro

Quando si abitua la gente a dire parole che non capisce, è facile farle dire tutto ciò che vuole.
Jean-Jacques Rousseau, Émile

Chiunque se vuole può avere la grazia di misurare le parole, riordinarle, eliminare le ripetizioni, le contraddizioni, le cose inutili, scegliere il vocabolo più vero, più logico, più efficace, rifiutare ogni considerazione di tutto, di interesse, di educazione borghese, di convenienze, chieder consiglio a molta gente (sull’efficacia, non sulla convenienza). Alla fine la cosa diventa chiara per chi la scrive e per chi la legge.
Lorenzo Milani

Le parole
non chiedono di meglio
che l’imbroglio dei tasti
nell’Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole.
Eugenio Montale, Le parole

Le parole sono come noi, nascono con una faccia e non c’è rimedio.
Julio Cortázar, Rayuela. Il gioco del mondo

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