RENATA PULEO La buona alternanza: una contraddizione in termini

Come abbiamo già avuto modo di scrivere, le forme assunte dall’ASL in tante scuole italiane dimostrano come tali pratiche costituiscano il nervo scoperto della legge La Buona Scuola. Soprattutto, nella composizione linguistica e ideologica fra lavoro e scuola, esse vanno a fare da perno fra l’idea di lavoro veicolata dalla famigerata Jobs Act e la “riforma epocale” (sic, dalla viva voce di Renzi) del sistema scolastico. L’asse su cui ruota tale nefasta congiunzione è la parola “competenze” presa nell’imbuto della loro “comprovata certificazione”. Parola, femminile-plurale, definita (non una definizione in senso euristico, epistemologico), nei documenti del MIUR, dell’INVALSI, nei testi delle Raccomandazioni Europee, come manifestazione di autonomia e responsabilità da applicare nei contesti di studio, essa converge verso la misura dell’adattamento all’ambiente. Continua a leggere “RENATA PULEO La buona alternanza: una contraddizione in termini”

GIOVANNI CAROSOTTI La Buona Scuola. Un discorso chiuso?

Casa della cultura, 17 novembre 2017

Il vissuto di molti insegnanti, di questi tempi, fa esperienza di una duplice e conflittuale disposizione spirituale; una volontà di contrastare le innovazioni didattiche che in misura sempre più rapida vengono imposte dalla autorità ministeriali, ma anche la tentazione di arrendersi, rassegnandosi sgomenti a una trasformazione che appare ai più con i tratti evidenti della “deculturizzazione”(1) . Diffusa è peraltro la consapevolezza di trovarsi in una fase decisiva, forse l’ultima, per auspicare un’inversione di tendenza; fase che coincide con delicati momenti della vita politica nazionale ed internazionale. Continua a leggere “GIOVANNI CAROSOTTI La Buona Scuola. Un discorso chiuso?”

ALBERTO ASOR ROSA La scuola nelle mani dei barbari

la Repubblica, 26 agosto 2017

È INFATTI ufficiale che con l’anno scolastico prossimo inizierà la sperimentazione per ridurre gli anni delle scuole medie superiori italiane da cinque a quattro. È la riprova che siamo nelle mani dei barbari. Anzi, più esattamente, di barbari incolti.

Siccome nessuno può persuadere qualcuno che sia possibile studiare meglio la stessa mole di contenuti ed esperienze scientifico- disciplinari in un tempo più breve, restano tre motivazioni, abbondantemente propagandate, e cioè: 1. La minore spesa d’investimento; 2. Il più rapido avvio dei giovani al mercato del lavoro; 3. Il cosiddetto “allineamento” all’Europa. Continua a leggere “ALBERTO ASOR ROSA La scuola nelle mani dei barbari”

Lettera ai giornalisti da una Quinta del Virgilio

Noi tutti. Il sito della comunità del Liceo Statale Virgilio di Roma, 23 novembre 2017

Cari giornalisti,
più di 1000 sono i giorni che abbiamo vissuto al Virgilio. Innumerevoli sono le ore passate sui banchi di questa scuola che tanto ci ha insegnato e tanto ancora ci insegna. Conosciamo queste mura, questi corridoi, questo cortile che ora voi, dall’alto della vostra posizione, criticate.
Nessuna scuola è perfetta, pubblica o privata, del centro o di periferia che sia. C’è sempre qualcosa, ogni anno, che rompe l’equilibrio agognato proposto dalla comunità scolastica all’inizio di settembre. Continua a leggere “Lettera ai giornalisti da una Quinta del Virgilio”

UBIK Nella storia del Virgilio, noi stiamo dalla parte del «mostro»

[DinamoPress, 23 novembre 2017]

Potremmo fare un ‘factchecking’ di tutte le idiozie scritte e lette in giro sul Virgilio, uno dei licei del centro di Roma diventato in una manciata di giorni postribolo di perdizione, casamatta degli irriducibili violenti di estrema sinistra, centrale della droga, territorio di un clan mafioso. Ricostruire minuziosamente come è iniziata e andata avanti la vicenda, sezionarla e smontarla pezzo per pezzo, ridicolizzare i giornalisti e gli opinionisti. Ma servirebbe davvero a qualcosa? Forse no, tanto la girandola è partita e la ‘non notizia’ sarà spremuta fino all’ultima goccia di niente e fino all’ultimo boccone di luogo comune trito e ritrito. Continua a leggere “UBIK Nella storia del Virgilio, noi stiamo dalla parte del «mostro»”

ROBERTO CALOGIURI Del carcere e della scuola. Perché l’insegnante è tra gli esseri umani più odiati

Limonate, 9 giugno 2015

Carceri, ospedali e scuole hanno qualcosa in comune. Forse è per questo che l’insegnante accusa le conseguenze di un’identificazione che ha molte scomodità e nessun vantaggio.

Le istituzioni di cui sopra in comune hanno almeno un aspetto fondamentale: in ognuno di questi luoghi si entra malvolentieri e si è contenti quando si esce. Con gradazioni di intensità variabile e con sfumature di sentimento variamente distribuite.

Questo, ovviamente, per le persone sane di mente, per quelle che non accusano disturbi della personalità, nevrosi o manie sadomasochiste. Continua a leggere “ROBERTO CALOGIURI Del carcere e della scuola. Perché l’insegnante è tra gli esseri umani più odiati”

ROBERTO CALOGIURI La 107 non si cancella! La scuola è «buona» così

Ilfriuliveneziagiulia, 9 novembre 2017

Che la legge cosiddetta della “buona scuola” non sia stata anche una buona idea per il governo Renzi è ormai accertato dallo stesso ex premier che l’ha voluta (e che ogni giorno deve misurare la flessione del consenso con i sondaggi e i risultati elettorali).

Alla triste conclusione era già approdato De Luca alla fine dell’anno passato, quando analizzava l’amaro (per lui) esito del referendum costituzionale. E da quella volta le cose non sono migliorate. Continua a leggere “ROBERTO CALOGIURI La 107 non si cancella! La scuola è «buona» così”

CLAUDIA PEPE Ho preso un pugno in faccia perché sono un’insegnante

Lettera 43, 7 ottobre 2017

Sono entrata in aula.

Io sono insegnante in un Istituto Alberghiero di Monserrato, in provincia di Cagliari. Sono entrata in aula, già prostrata dal dolore in cui la violenza aveva pervaso la mia Scuola. Prima una lite tra due studenti fuori e dentro l’istituto, sedata solo dall’intervento dei Carabinieri. Per un’insegnante vedere le forze dell’ordine entrare nella propria “casa”, ti fa capire che proprio quei ragazzi in cui dovremo appoggiare le nostre speranze, sono già perduti. Continua a leggere “CLAUDIA PEPE Ho preso un pugno in faccia perché sono un’insegnante”

ROBERTO CALOGIURI Registro elettronico. Bellezza e tristezza della scuola digitale

Ilfriuliveneziagiulia, 20 novembre 2016

Chi ha visto Wargames, correva l’anno 1983, ricorderà che Matthew Broderick entrava nel supercomputer del sistema di difesa aerospaziale del Nord America rischiando di scatenare la guerra termonucleare globale totale! Ma prima si era fatto le ossa violando il registro elettronico della sua scuola. Ovviamente per capovolgere i giudizi negativi dei suoi insegnanti.

Trent’anni dopo (è circa questo il ritardo tecnologico dell’Italia rispetto gli USA) accade anche in Italia, per la soddisfazione dei giovani hacker nostrani. Continua a leggere “ROBERTO CALOGIURI Registro elettronico. Bellezza e tristezza della scuola digitale”

ANGELO CANNATÀ A scuola lo smartphone non serve

«Micromega», 16 settembre 2017

Primi giorni di scuola al liceo. Osservo e prendo qualche appunto. Innanzitutto le aule. Piccole, brutte, sovraffollate. Gli edifici pericolanti e gli ambienti angusti in cui si fa lezione sono, nonostante slide e proclami governativi, terribilmente identici al passato. Le carenze strutturali rendono difficili le innovazioni: copiamo “modelli didattici” dai Paesi anglosassoni (prevedono aule-laboratorio, spazi multimediali, biblioteche in classe) ma non abbiamo strutture adeguate. Mancano aule, laboratori, professori; e i presidi devono dirigere più scuole, spesso molto distanti tra loro. Si fanno corsi sulla sicurezza invece di mettere in sicurezza gli edifici; si nominano supplenti per simpatia (e amicizia) invece di seguire una graduatoria; si pongono barriere (24 crediti) per l’accesso ai concorsi invece di aprirli a tutti i laureati. Continua a leggere “ANGELO CANNATÀ A scuola lo smartphone non serve”