Chiamata diretta (c’era una volta)

Domanda: ma se gli sponsor della #buonascuola, ds in testa, si stracciano le vesti per la sospensione (nemmeno cancellazione) di una norma penosa come la chiamata diretta per «competenze» cosa avrebbero fatto se il governo, come promettevano Lega e m5s in campagna elettorale, avesse, come primo atto, abrogato la 107?

Antonello Giannelli, presidente dell’ANP, è il primo a salire sulle barricate. Lamenta il fatto che la chiamata era già stata svuotata da accordi tra le parti. Ci ricorda che i ds non sono innamorati di questa incombenza che si mangia una parte delle loro ferie (ed è, verosimilmente una grana) Continua a leggere “Chiamata diretta (c’era una volta)”

Angli(ci)smi

Per noi neolatini colonizzare l’inglese ha avuto come conseguenza l’essere più facilmente colonizzabili dall’inglese.
Edoardo Lombardi Vallauri, Le guerre per la lingua

Perché la Rai deve chiamare Rai Educational il settore delle trasmissioni scolastiche educative? E perché si deve usare spending review per indicare la revisione della spesa pubblica? […] In queste abitudini non vedo tanto un pericolo per la lingua, ma per quelli che la parlano, e che la parlano con scarsa e insufficiente padronanza. Mi ricorda un po’
il latino adoperato dall’ Azzeccagarbugli per raggirare Renzo […]. Questo è quanto accade oggi con l’uso dell’inglese o dell’italiano stesso in molte manifestazioni del linguaggio burocratico.
Andrea Camilleri, Tullio De Mauro, La lingua batte dove il dente duole

L’uso istituzionale della lingua […] deve evitare il ricorso ingiustificato agli anglicismi, perché questa presenza di anglicismi inutili veicola l’idea che ci sono delle cose che non si possono che dire in inglese.
Luca Serianni, Le mille lingue di Roma

CLAUDIA PEPE Mi chiamo Paolo, signor Invalsi

[https://comune-info.net/2016/05/mi-chiamo-paolo-signor-invalsi/, 11 maggio 2016]

Io mi chiamo Paolo e domani mi hanno detto che dovrò fare le prove Invalsi. Non ho capito tanto a quello che servono, ma hanno detto che sono importanti… Io mi chiamo Paolo faccio la terza media… e non mi piace essere un numero da catalogare e valutare solo se metto una crocetta nel posto giusto… Io mi chiamo Paolo e le mie insegnanti mi hanno insegnato tante cose che non troverò su quella carte del Ministero. Io non so neanche cosa sia il Ministero, non è mai venuto nella mia Scuola, non mi conosce… Con i miei insegnanti ho scoperto la Musica, a scendere le scale insieme a Montale, ho parlato di Peppino Impastato e Pasolini, ho imparato ad amare le cause perse, le vite nascoste… Mi hanno insegnato che la Scuola rende liberi… I signori Invalsi che non sono mai venuti nella mia Scuola e non sanno che mi chiamo Paolo, che ho le lentiggini e una famiglia onesta, non sanno che il fallimento è uno zoppicamento salutare dell’efficienza della prestazione. E io sono giovane e questo è il mio tempo per zoppicare, per sbagliare… Le mie insegnanti fanno sciopero perché credono in me e in tutti i loro allievi. Perché l’unica possibilità di rinascere è scoprire, per fortuna, di essere unici e diversi nel fallimento che si chiama amore…”.

Io mi chiamo Paolo e domani mi hanno detto che dovrò fare le prove Invalsi. Non ho capito tanto a quello che servono, ma hanno detto che sono importanti per la rilevazione degli apprendimenti Continua a leggere “CLAUDIA PEPE Mi chiamo Paolo, signor Invalsi”