Maestri

Mia madre era maestra. O meglio, mia madre è maestra anche se l’hanno mandata in pensione di sorpresa: aveva raggiunto i limiti di anzianità, ormai da quattro anni, e la burocrazia non s’era accorta di questo fatto. Mia madre stava zitta, non mollava, restava abusivamente sulla breccia, in barba al ministero della pubblica istruzione. Ma poi qualcuno scoprì la grossa magagna, e la misero fuori, dopo quarantaquattro anni di servigio nelle scuole, prima del regno e poi della repubblica. Mi sono poi convinto che una persona può «diventare» scrittore, imbianchino, falegname, ma mia madre era nata maestra e fu maestra per tutta la vita.
Luciano Bianciardi, La mamma maestra

Insegna svogliatamente, non riesce a tener la disciplina tra i quaranta monellucci della sua classe. La presenza fra gli alunni di un ragazzaccio che non riesce a domare, che minaccia i compagni «con pugni e pennini», sì che teme che un giorno o l’altro qualcuno possa restare ferito, ed egli «debba comparire come responsabile davanti al giudice», lo angustia talmente, gli dà talmente sui nervi, che pensa di rinunciare all’incarico.
Paolo Monelli, Mussolini piccolo borghese

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