Cooperative learning

Poiché si tratta di rilevamenti fatti da Invalsi attraverso stupidi test a crocette – questo va detto – e mettici anche il retropensiero di Valditara che deve giustificare il nulla del suo tonitruante ministero dell’istruzione e del merito e i tagli alla scuola pubblica, la tesi è: una classe più numerosa impara di più. Che sembra naturale, che in una classe numerosa, in una classe pollaio, i test invalsi riescono meglio perché è più facile copiare quando si è tutti vicini, è il succo del cooperative learning dell’invalsipensiero.

Wake Me Up When This Year School Ends

19 ottobre

Gli studenti pensano (sperano, non temono) che il colloquio del nuovo esame di Valditara sarà un’interrogazione. Ditemi che materie escono e io quelle studio dice Valeria. Sarebbe molto fuori moda. Ma soprattutto stride con la fanfara della maturità presentata come accertamento dell’autonomia raggiunta in relazione a non è chiaro quali competenze. Sta piovendo l’ennesima diavoleria che non oso nemmeno immaginare. Quasi quasi rimpiango il gioco d’azzardo dei collegamenti dell’esame di stato appena messo in soffitta.

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Si può fare politica a scuola

Si può e si deve fare politica a scuola, a condizione di lodare il governo in carica, le riforme attuate e quelle pensate, i discorsi ispirati del ministro o ministra (a maggior ragione quando non si sono capiti), celebrando l’innovazione in tutte le sue forme (tranne lo smartphone, che va depositato in un cestino), gli studenti finalmente imprenditori di se stessi, orientati e consapevoli. Sarebbe bello se il ministro producesse un manuale di educazione civica ispirato alla verità, alle buone maniere, che indicasse una terminologia adeguata, di quali argomenti è lecito parlare e di quali è invece opportuno tacere.

Dov’è che i cani devono pisciare

Il ministro Valditara ha scritto una lettera ai dirigenti scolastici. Il tema è: assegnazione delle verifiche in classe e dei compiti da svolgere a casa. Inizia dicendo che gli insegnanti godono di «ampi spazi decisionali in merito alla definizione della didattica e dell’attività di valutazione», continua lodando l’impegno quotidianamente profuso (dai dirigenti).

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Un coro di vibrante protesta

Quando hanno introdotto il bonus per il merito non ho detto nulla, si è deciso che l’avremmo preso a rotazione, mi sembrava un buon compromesso.

Quando hanno introdotto l’alternanza scuola-lavoro ho detto che ero contrario, ma poi, ho presentato dei progetti che erano migliori degli altri, e mi sono anche fatto eleggere funzione strumentale perché potevo gestire tutta la baracca dei pcto in modo più intelligente degli altri.

Quando hanno chiuso la scuola per la pandemia ho detto che andrà tutto bene. E la dad, a conti fatti, ha dei lati positivi.

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Le magnifiche sorti e immersive

Un corso online sulla didattica immersiva si chiama corso immersivo. Dura circa 12 ore, uno sproposito in confronto a tutto quello che si può fare in 12 ore, in una classe in 12 ore hai fatto Leopardi, e invece stiamo qua seduti ad ascoltare un tizio che trova meraviglioso proiettare la propria immagine in uno scenario virtuale, mentre io mi mordo le mani perché non ho comprato i fagiolini che avrei potuto pulire stando dietro alla telecamera. O le melanzane da tagliare a fettine, passare nella farina e friggere.

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La scuola non è un test di Turing (Le magnifiche sorti e innovative 3)

Si dirà che nessuna macchina sarà mai capace di scrivere in bello stile inglese, o essere soggetta al sex appeal, o fumare la pipa. Personalmente non mi sento di offrire consolazioni, perché non credo sia possibile fissare limiti del genere.
Alan Turing

Premessa. Quasi tutti gli articoli che trattano di IA iniziano dicendo che il genere umano, nel rapportarsi alla tecnologia, si divide in apocalittici o integrati. La virtù starebbe dunque nel giusto mezzo. In una mediocrità dove la tecnologia non è un complotto per distruggere il mondo o stabilire una dittatura planetaria, ma anzi è un mezzo, e se sia buono e cattivo dipende dall’uso che se ne fa (MacLuhan non ci ha insegnato niente). Continua a leggere “La scuola non è un test di Turing (Le magnifiche sorti e innovative 3)”

Le magnifiche sorti e innovative (2)

– Amministravo condomini, ed ero molto apprezzato, sai. Sì, poi hanno deciso di affidare tutto a un software.
– Capisco molto bene.
– Questo alla fine è un buon lavoro […]. Però, Arturo, non è giusto, no, perché vedi un domani magari le cose potrebbero essere peggiori di queste, e poi ancora peggio, e peggio. Quando questo avverrà, perché avverrà, Arturo, noi che questo peggio l’abbiamo visto crescere, ci domanderemo: cosa abbiamo fatto noi per arginarlo? E sai cosa ci risponderemo?
– Cosa?
– E noi come stronzi rimanemmo a guardare.
Da «E noi come stronzi rimanemmo a guardare» di Pierfrancesco Diliberto

Sempre a proposito delle magnifiche sorti e innovative (non lo sono mai abbastanza): si torna a parlare dei danni della DaD, ma non si parla abbastanza di quanto abbiamo cooperato ai danni della DaD. Di come ci siamo integrati velocemente, di come ci siamo adattati in modo agile alla didattica digitalizzata.

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Le magnifiche sorti e innovative

Qui mira e qui ti specchia, / secol superbo e sciocco, / che il calle insino allora / dal risorto pensier segnato innanti / abbandonasti, e volti addietro i passi, / del ritornar ti vanti, / e proceder il chiami.
Giacomo Leopardi, La ginestra

Quello che segue è un brano di Reto U. Schneider che ho letto su un supplemento di «Internazionale» dedicato all’intelligenza artificiale.

Youwrite scrive in pochi secondi brevi testi su argomenti a scelta che spesso sono meglio di quanto ci si può aspettare dai ragazzi. Dal punto di vista degli studenti questi elaborati, al contrario della mera copiatura, hanno il vantaggio che se l’insegnante li cerca per individuare un plagio, non li troverà mai, per il semplice fatto che non sono plagi.

L’intelligenza artificiale a scuola ci sfida. Che vi piaccia o no, ci stimola a restare al passo con i tempi. Continua a leggere “Le magnifiche sorti e innovative”