La volpe dolcemente lo adulava, e il leone ascoltava con incantata compiacenza. E il cervo candidamente: «Sire, Renardo vi inganna; non c’è parola sua che sia vera». Il leone, così inopportunamente sciolto dall’incanto, gli si volse feroce. «Sei uno sporco traditore», disse. «Non credi dunque che io sia magnifico, che io sia potente e giusto, terribile e buono? Ritieni dunque che io sia una scimmia, a non saper distinguere l’ammirazione giusta dall’adulazione vuota? Renardo è un buon suddito, e tu sei un consigliere malvagio». E ordinò il cervo fosse subito sbranato.
Leonardo Sciascia, Favole della dittatura