FËDOR DOSTOEVSKIJ Avete mai visto una farfalla vicino a una candela?

Da «Delitto e castigo»

“Sissignore, avete pertettamente ragione, riprese a dire Porfirij, guardando Raskol’nikov allegramente, in modo bonario (per cui quello trasalì e subito si mise in allarme), “avete proprio ragione a ridere, e con tanta arguzia, delle nostre formalità giuridiche, he! he! E questi nostri metodi (solo alcuni, naturalmente) così acutamente psicologici fanno davvero ridere e in fondo sono inutili, se sono intralciati da tante formalità. Già… finisco sempre a parlare di formalità: se poniamo riconoscessi, o meglio, sospettassi qualcuno, tizio o caio, di essere il colpevole in un’inchiesta che mi viene affidata… voi, capite no? Voi studiate legge vero, Rodion Romanovic?”

“Sì, studiavo legge…”
“Be’, allora eccovi un bell’esempio per il futuro; intendiamoci, non pensiate che io creda di potervi insegnare qualcosa, figuriamoci, con gli articoli che pubblicate! No, come fatto puro e semplice, mi permetto di proporvi questo piccolo esempio: poniamo che io, ad esempio, consideri qualcuno, tizio o caio, un criminale; a che scopo, mi chiedo, anche se avessi degli indizi contro di lui, dovrei scomodarlo anzitempo? Una persona, ad esempio, sono tenuto ad arrestarla subito, ma un altro può avere un carattere diverso, davvero, e allora, perché non dovrei lasciarlo circolare per la città? He! he! No, mi sembra che voi non mi seguiate, cerco di essere più chiaro: se, poniamo, lo arresto troppo presto, può essere che con questo gli fornisca, per così dire, una sorta di appoggio morale, he! he! Ridete? (Raskol’nikov non si era nemmeno sognato di ridere: era là, seduto, con le labbra chiuse, senza staccare il suo sguardo febbricitante da Porfirij Petrovic). E invece è proprio così! Soprattutto con certi tipi di persone, perché le persone sono diverse fra loro, mentre il metodo è lo stesso per tutti. Voi ora direte: ma ci sono gli indizi? Certo, ci possono essere degli indizi, ma gli indizi, caro amico, per la maggior parte sono un’arma a doppio taglio, e io non sono altro che un inquirente, ovvero lo confesso, un uomo debole: vorrei tanto che l’inchiesta si presentasse in una forma d’una chiarezza assoluta, matematica, vorrei così tanto trovare un indizio che somigliasse tanto al due più due fa quattro! Che somigliasse ad una prova diretta e inconfutabile! E invece, se per caso lo metto dentro prima del tempo, pur essendo sicuro che proprio lui, be’, potrei anche privarmi della possibilità di smascherarlo del tutto dopo. Perché? Perché gli darei, per così dire, una posizione ben definita, lo incasellerei e lo tranquillizzerei psicologicamente, e lui mi sfuggirebbe e si chiuderebbe nel suo guscio, perché alla fine saprebbe di essere in stato d’arresto. Pare che a Sebastopoli, subito dopo l’Al’ma, persone anche molto competenti avessero una paura terribile per il fatto che il nemico fosse sempre in procinto di attaccare frontalmente e che potesse prendere d’un colpo solo la città; mentre quando capirono che il nemico aveva preferito un assedio regolare, e che stava scavando la prima delle trincee parallele, allora pare che quelle stesse persone si rinfrancassero e tranquillizzassero moltissimo: voleva dire che la cosa si sarebbe protratta per almeno due mesi, anche se alla fine con un assedio regolare l’avrebbero sicuramente presa, la città! Ma ridete ancora? Anche a questo non credete? Ma sì certo, avete ragione anche voi. Sì, avete ragione, avete ragione, questi sono casi particolari, sono d’accordo con voi… Effettivamente quello di cui vi dicevo è davvero un caso particolare! Eppure, vedete, carissimo Rodion Romanovic, bisogna tener conto anche di questo: che in fondo un caso davvero generale, al quale si con-formano tutte le forme e norme giuridiche, e in base al quale esse sono state previste e sono state registrate nei libri, un caso del genere non ci può essere per il solo fatto che ogni azione, ogni delitto per esempio, appena si verifica davvero, subito diviene un caso assolutamente particolare, a volte tale da non assomigliare a nulla di simile rispetto a quello che c’era stato prima. Capitano a volte dei casi davvero comicissimi, sotto questo aspetto. Per esempio io lascio stare una persona: non l’arresto, non vado a dargli noie, ma ogni ora, ogni minuto egli deve sapere, o almeno sospettare, che io so tutto, per filo e per segno, che lo sorveglio giorno e notte, che lo controllo senza dargli tregua, e si deve sentire sempre sospettato, braccato e impaurito, be’, parola d’onore, state sicuro che alla fine perderà la testa e verrà da solo a costituirsi, o magari ne farà una per cui davvero tutto apparirà chiaro come due più due fa quattro, sarà per così dire matematico… e questo sì che fa piacere! E può accadere al più rozzo dei contadini, ma può capitare anche benissimo a gente come noi, a persone intelligenti e in un certo senso evolute! Perché vedete, amico mio, la cosa importante è capire in che direzione si sia sviluppata una persona. E i nervi, i nervi, ve li siete dimenticati? Oggi la gente è malata, all’osso, isterica!… e quanto rancore c’è in giro, sono tutti pieni di rancore! E questo, sapete, all’occasione è una sorta di miniera! Cosa volete che mi preoccupi se uno se ne va in giro libero per la città! Ma che vada, vada, che si faccia una passeggiata, per adesso; tanto so benissimo che è mio, che poi di certo non mi scappa! E dove vuoi che scappi? He! he! All’estero? Ma all’estero ci può scappare un polacco, non lui, tanto più che comunque lo sorveglio e ho preso le mie misure. Che fa, scappa in qualche posto remoto della Russia? Ma là ci vivono i contadini, quelli veri, rozzi, russi; e una persona un po’ evoluta preferirà la prigione piuttosto che finire a vivere con degli stranieri, come sono per lui i nostri contadini, he! he! E poi queste sono sciocchezze, e solo la superficie. Che significa scappare? È una cosa puramente formale, la cosa importante non è quella, non mi sfuggirà, non tanto perché non sa dove scappare, ma non mi sfuggirà psicologicamente, he! he! Che bella frasetta, eh? Lui non scapperà per una legge di natura, anche se avesse un posto dove scappare. Avete mai visto una farfalla vicino a una candela? Ecco, lui non farà altro, non farà altro che girarmi attorno come se fosse attorno a una candela; la libertà inizierà a pesargli, inizierà a farsi pensieroso, inizierà a invischiarsi nei suoi pensieri, a impelagarsi, a dimenarsi come in una rete, alla fine si angoscerà a morte!… E non solo: sarà lui stesso a combinarmi qualcosa di matematico, del tipo due più due fa quattro, basta solo che gli dia una pausa un po’ più lunga… E inizierà a girarmi attorno, girerà sempre più vicino, più vicino, riducendo il raggio e alla fine… hop! Mi vola dritto dritto in bocca, e io me lo mangio, e questo sì che fa molto piacere! he! he! he! Non ci credete?”.

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