LUIGI MALERBA Una storia senza fine

In fondo a un prato, davanti a un muro di mattoni, un uomo pallido è legato a una sedia da cucina. Ha gli occhi bendati e le mani dietro la schiena. Potrebbe essere un’alba invernale, ma non è proprio necessario che sia inverno. Improvvisamente risuona nell’aria una scarica di fucili e l’uomo ha un sussulto, poi ripiega la testa sul petto, fulminato. Sei uomini vestiti di panni borghesi si allontanano con i loro fucili sul viale umido, raggiungono un furgoncino a motore che parte subito scomparendo nelle brume. Non fanno commenti, ma dentro di sé ognuno di loro spera che il fucile caricato a salve fosse il suo. Pare che durante la rivoluzione russa non usasse lasciare questa pietosa possibilità di alibi ai plotoni di esecuzione, ma qui non siamo nella rivoluzione russa.

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