E pensare che mi ero anche preparata un discorso, avevo trovato un trespolo dove appoggiare il telefono per fare il videoselfie, con uno sfondo adeguato (dalla finestra della mia camera si vede il mare, sforzandosi). Perché è questo che chiede la Buona Scuola, no? Non occorrono più docenti che vanno in classe a insegnare quello che hanno studiato, diceva la ministra (ex) Giannini. Dovete insegnare a imparare. E per farlo dovete essere carini, sorridenti, disponibili. Se vi fanno domande sulla materia non cercate di mostrare una conoscenza a tutto tondo dell’argomento, ma un approccio originale. Digitalizzabile. Per esempio, la storia si potrebbe insegnare con una macchina del tempo. L’ho costruita io. Ho fatto un corso per trasformare la storia in plastici animati.
In realtà il mio colloquio estivo con il superpreside è durato tre secondi.
Prof, il preside oggi è superimpegnato. Ripassi un altro giorno.
Un altro giorno. Dato che ho avuto la cattedra il mio colloquio era per un discorso di buone maniere, non per dimostrare di avere requisiti. Che non ho. Dunque, mi presento: mi chiamo Federica Cappuccio (Federica Emiliana, esattamente), sono di Livorno, ma vivo a Cecina, l’anno scorso ho insegnato in una scuola media di San Miniato. Basso, sì. Certo che conosco Empoli. Ah, lei è di Empoli. Ho studiato a Pisa. Complimenti, bel coraggio. Ma anche qui a Firenze con i livornesi non andiamo molto d’accordo. Sì è vero, non andiamo d’accordo con nessuno. La prossima volta mi chiede come si fa il cacciucco. Ci scommettiamo qualcosa? Anzi, lo prevengo, gli porto la ricetta.
Le colleghe dicono: Emily, sei prevenuta, lui è affabile. Anzi, di un affabile. Insomma, niente a che spartire con il preside manager autoritario che temevano di incontrare. A cui segue: in fondo, ma non lo dicono esplicitamente, la scuola non è cambiata con questa legge. Si tratterebbe di una commedia nella commedia, un master ce l’abbiamo tutti, siamo tutti nella stessa barca. E invece Emily è ancora, pervicacemente, legata ai suoi schemi: uno è quello per cui se tu hai più potere lo usi. Un altro è che i cambiamenti nella mentalità non si vedono a occhio nudo. E non subito. E a me di sottostare a un accertamento di competenze da parte di uno che forse di scuola ne sa più di me ma non insegna. O ha insegnato Scienze per vent’anni, vent’anni fa. Tutto questo è intollerabile. Dovrebbe esserlo per tutti. L’attuazione della buona scuola passa da questo. Piuttosto mettimi in un angolo, deridi le conoscenze che mi hanno permesso di vincere un concorso e meritare una cattedra. Una cattedra, è giusto ripeterselo, non un’accozzaglia di attività che hanno a che fare, in senso lato, con la scuola.
Queste battute di dialogo sono frutto della mia immaginazione. Pensate e trascritte mentre correvo su una spiaggia ad agosto o mi facevo un caffè. Improbabili ma vere. Eco di vite vissute a scuola da me o da altri. Comportamenti tipici di personaggi comuni, solo un baffo sotto la superficie. Il tentativo semidisperato (per rimanere in linea, ma per resistere allo squallore) di sublimare le battute demenziali, spesso ma non sempre involontarie, dei cosiddetti politici di turno, che cadono come le palline di un flipper nel social club. Anche io, nel mio piccolo, con il mio stile, contribuisco ad affollare le conversazioni.
Professoressa perché si è portata un cubo al colloquio?
Così, nel caso mi avesse chiesto cosa so fare.
Professoressa perché non si toglie il cappuccio?
Era per farle vedere che ho la vocazione.
Professoressa, ha intenzione di fare figli nei prossimi tre anni?
Ho 35 anni, sono fidanzata da poco più di un anno… cosa dice l’algoritmo?
Professoressa, cosa ha studiato all’università?
Antropologia culturale, signor preside.
E perché non insegna scienze?
Professoressa, in che cosa si è specializzata?
In tuttologia, signor preside.
E cioè?
Prevedevo dove andava la scuola da Berlinguer in poi.
Professoressa, cosa pensa della buona scuola?
Fa caa.
Scusi, cosa ha detto?
È una riforma epocale.
Prof, qual è la sua proposta di “didattica innovativa”?
Credo che interromperò la lezione, ogni tanto, per fare una partita a tresette con gli studenti.
Professoressa, che esperienze ha di didattica trasversale?
Quando faccio il compito in classe percorro l’aula da un angolo all’altro.
…
E viceversa.
Prof, come intende valorizzare il talento degli studenti?
…
Non risponde?
…
Prof!?
Ero un momento confusa, scusi.
Professoressa, qual è il suo livello di inglese? (versione soft)
Advanced, Headmaster I lived in Dublin for a year.
Ehehehe, che ha detto?
Professoressa, qual è il suo livello di inglese (versione fetish)
Very good, Headmaster, I have decided to stop wearing underwear.
Ehehehe, che ha detto?
Professoressa, è disposta a portarmi il caffè tutti i giorni?
Sì, signor preside, quanti cucchiaini di zucchero?
Professoressa, come se la cava con il clil?
Piuttosto bene, signor preside, riesco a beccare un tordo anche a 100 m di distanza.
Professoressa, le piace insegnare?
…
Le ho fatto una domanda…
Signor preside, c’è il bar in questa scuola?
Professoressa, lei è iscritta a un sindacato?
Sì, signor preside, naturalmente, all’Aennepì.
Prof come intende valorizzare il prodotto della mia scuola?
Andando in giro per il quartiere vestita da donna sandwich?
Professoressa, lei ce l’ha gli attributi?
Si chiamano requisiti, signor preside.
Professoressa Cannelloni?
Veramente io sono la prof Cappuccio, signor preside.
Ah, bene, bene, professoressa Cappuccini.
Professoressa, il caffè che mi ha portato l’altro giorno, aveva un sapore strano.