Canovacci

Ciò che è impegnativo crea la possibilità del fallimento, il fallimento crea frustrazione, un fallimento dopo l’altro crea frustrazione cronica, che opprime la curiosità e di conseguenza dissecca la sete di apprendere. Per questo io sto proponendo agli studenti di fare dei canovacci, tutto si può stringere in una paginetta, un abstract, una figura con una didascalia, una nota a piè di pagina, lo spunto per uno spunto, lo schizzo da cui si può intravedere l’impronta dello studente, o per lo meno la sua capacità di pescare informazioni, l’abilità nel copia-incolla, che è la prima competenza del cittadino consapevole del futuro futuribile.

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Alunni «stranieri»

Riguardo all’insistenza con cui in questi giorni alcuni «alunni» vengono etichettati come «stranieri», io ne ho diversi, in ogni classe, provenienti da paesi dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia, ma sinceramente faccio fatica a decidere chi di loro non sia italiano.

La verità è che non capisco cosa significa «stranieri»: sono alunni nati in un altro paese, hanno genitori nati in un altro paese, parlano poco l’italiano (che potrebbe estendere di molto l’insieme), non sono biondi e con gli occhi azzurri?

Se il mondo ti confonde, non lo capisci più

Poiché la pandemia è stata preannunciata con largo anticipo
L’evento non ci coglierà impreparati come l’altra volta
Si presume che le naturali intelligenze che siedono al ministero
Dell’istruzione e del merito
Siano già al lavoro per sfruttare l’intelligenza artificiale
Anche pescando nei generosi fondi del piano all’uopo adibiti
Piano per la ricostruzione e la resilienza nazionale
E scongiurare i paurosi effetti dell’isolamento
Le penose restrizioni, le quarantene a singhiozzo
L’angoscia della presenza, la noia della distanza

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Faglia

Nel ddl semplificazioni è nascosta una norma che riguarda la scuola che, se approvata, può creare la faglia che la farà sprofondare definitivamente: «l’articolo 16 introduce la possibilità di confermare i docenti precari sui posti di sostegno su richiesta delle famiglie e previo parere del dirigente scolastico […]. Tale procedura si potrà applicare anche ai docenti privi di specializzazione» (fonte: flc). I tecnocrati del governo hanno individuato il punto debole, la legittima aspettativa dei genitori degli studenti più fragili alla continuità didattica, per scardinare un sistema di reclutamento basato sul diritto dei docenti, sostituendolo con un sistema arbitrario e clientelare, che surrettiziamente reintroduce la già abortita chiamata diretta della Buona Scuola renziana.

Le classi pollaio non esistono

Le classi pollaio non esistono e ora vi spiego perché. Cominciamo da una semplice constatazione. Da qui a cinque anni il numero di alunni diminuirà per effetto del calo demografico. E proporzionalmente, com’è giusto, anche la spesa per l’istruzione (a favore della spesa militare, ma questo è un dettaglio). Ciò vuol dire essenzialmente due cose: gli organici saranno stabili, non verrà assunto nessun docente in più rispetto ai posti lasciati liberi dai docenti congedati, la media di alunni per classe non subirà variazioni. Una media che qualcuno giudica alta, anche rispetto alla capienza degli ambienti, ma soprattutto rispetto alla possibilità di un docente di includere un congruo numero di studenti nella sua didattica.

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Antonella

Perché un’Antonella Boralevi (o era Antonella Clerici?) non dovrebbe poter uscire la sua opinione sui voti numerici? Non ci insegnano i Pedagogisti (siamo tutti Pedagogisti), che le competenze disciplinari si possono apprendere con un corso on line di 20 ore e senza tirocinio (senza aver mai messo piede in un’aula)? Perché la Pedagogia dovrebbe essere un’eccezione?

Ostinazione

La scuola dovrebbe fornire gli strumenti per uno sguardo d’insieme, uno sguardo «politico» nel senso etimologico della parola. Ora la specializzazione, pur necessaria, anzi sempre più nelle società attuali in cui la tecnologia ha invaso ogni aspetto della vita degli individui, è quanto di più «impolitico» ci sia e favorisce l’inserimento passivo in ruoli predeterminati, da quelli puramente esecutivi a quelli altamente innovativi.
Gustavo Zagrebelsky, Identità e responsabilità: il significato costituzionale dell’essere italiani, in «Micromega», 1, 2024

Non riesco a comprendere la nostra ostinazione di impartire agli studenti della scuola superiore una caterva di materie, tra cui inutili doppioni (matematica e fisica, storia e filosofia, italiano e latino ecc.), e quasi tutte poco adatte a formare il cittadino di domani. Continua a leggere “Ostinazione”

Fallimento

Premetto che l’articolo «Nigris: “La valutazione descrittiva è più dettagliata e completa del singolo voto numerico”» (e non linkato: è l’ora di smettere di fare pubblicità alle pagine scandalistiche sulla scuola che fanno soldi spacciando non notizie) dice poco o nulla, a parte rubricare una docente (di Pedagogia Speciale, sic) dell’università Milano Bicocca, una sottosegretaria all’istruzione, e il solito Frate Indovino. La prima dice che la valutazione descrittiva è più completa del voto numerico, che equivale a dire che un buono è più esteso di un 8, e un bravo continua così ancora più esteso, e hai acquisito conoscenze puntuali e una buona capacità di analisi ancora di più e così via. Continua a leggere “Fallimento”

Avatar

Roberto Maragliano rilascia una videointervista per Novella 2000 Scuola (Orizzonte Scuola). Dice che l’insegnamento tradizionale non funziona più, «nonostante le scuole non siano completamente pronte per questa transizione, è essenziale che si adattino rapidamente alle esigenze del mondo digitale», dove si nota che le scuole devono adattarsi, adattare le patacche che il cervellone di turno ha escogitato, essere resilienti, e basterebbe sostituire mercato a mondo per chiuderla qua.

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La matita viola

Qualcuno, forse il pedagogista democratico, che come Frate Indovino ha una ricetta o una pillola di saggezza per ogni giorno dell’anno, ne ha inventata una nuova: la matita viola per correggere. Però, forse anche la parola correggere è troppo forte, fa sospettare che lo studente possa commettere degli errori, lo frustra, lo demotiva, e a lungo andare ne fa un disadattato. Mettiamoci una mano sulla coscienza, tutti, prima di scagliare la pietra. Un tratto leggero con la matita viola (non penna, mi raccomando), un viola non troppo acceso, lilla.

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