Dio è risorto

[2012]

Un mio amico in quarta ginnasio mi aveva fatto una cassetta con delle canzoni di Guccini. Ora non mi ricordo se a un certo punto finiva il nastro oppure qualcuno aveva fatto un taglia-incolla ma il fatto è che di Dio è morto si sentivano solo le prime due strofe Ho visto la gente della mia età andare via e Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede. Un po’ di tempo dopo c’era una festa di un compagno di classe, un ciellino, però un po’ fricchettone. Questi qua cominciano a suonare e cantano Dio è morto Dio è morto ecc. e a un certo punto attaccano a dire In ciò che noi crediamo, Dio è risorto. Vado e li sfotto scemi vi siete riscritti la canzone siete proprio cattolici fanatici così. Ma no che la canzone dice dio è morto e poi dopo però è risorto Continua a leggere “Dio è risorto”

Assassinio alla posta


XIV

Stamattina sono andato alla posta a ritirare una raccomandata inviata da Messo, il cui avviso giaceva in bacheca da 29 giorni. Al trentesimo sarebbe tornata indietro. La raccomandata consta di un solo foglio in cui Messo, da Fiumicino, mi avvisa che una pratica lavorata a Catania per conto di un comune in provincia di Pisa ora è depositata presso la casa comunale di via Petroselli, a Roma.

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Incidenti di percorso

Mi chiama una dice parlo con Silvia?
No sono Silvio
Silvio chi?
Silvio Berlusconi
Mi passi Silvia per favore?

Una cabina telefonica in una piazza della periferia di Roma, fine anni ottanta. Ho appena formato il numero di Chiara quando si avvicina un tizio, accompagnato da una tizia ossigenata, che bussa al vetro della cabina. Dice: a Paolè, breveee. Ciao Chiara, come stai, ci vediamo oggi alle? Il tizio irrompe nella cabina, riaggancia, dice: a Paolè, avevo detto breveee. Espulso dalla cabina mi ritrovo sul marciapiede sento la tizia ossigenata che comizia gli astanti sulla maleducazione dei giovani d’oggi. Quando nella piazza non c’è più nessuno richiamo Chiara. Non ti sei preoccupata? No, dice, lo so che abiti in un quartiere disagiato.

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Racconti dell’ascensore. Parte seconda

4 febbraio 2024
Oggi ricomincia la serie dei racconti dell’ascensore che avevo intrapreso anni fa su questa pagina. Si tratta di spunti per avviare una conversazione in ascensore con sconosciuti evitando quel silenzio imbarazzante che normalmente ti porta a guardare il display del telefonino o fissare i pulsanti con i piani. Il primo approccio è: lo sa che se il sole si spegne noi lo sapremmo con 8 minuti di ritardo? (L’ho sentita alla radio ieri). L’altro: il sole non si spegne. Voi: metti il caso che si spegne e noi rimaniamo chiusi in ascensore, ci pensa che nessuno verrebbe a salvarci? Dopo avere progettato questa conversazione sono andato in classe e ho detto: il sole non si spegnerà prima di 4 miliardi e 800 milioni di anni. Diana ha commentato: non durerà così tanto, guardi che casino c’è là fuori, ci sta pure la guera.

Racconti dell’ascensore

Tema. Ho svolto la traccia n. 8: ipotizza dieci esempi di conversazione con estranei da intavolare nel caso il vecchio ascensore del tuo palazzo di molti piani rimanga bloccato per mancanza di elettricità

1. Secondo lei quanti errori ha fatto dio durante la creazione
Ha fatto errori…dio…durante la creazione!?
Vuole un aiutino?

il settimo giorno…
di domenica? Continua a leggere “Racconti dell’ascensore”

Assassinio sul 40 express

I

Due signore dietro di me (non mi posso girare) parlano delle elezioni ormai prossime. Incipit: fanno tutti schifo. Berlusconi de qua e de là. Poi ora ha mannato pure a lettera che restituisce l’imu. Tu ce credi? No, però pure il pd si sono messi in tasca i soldi der monte dei paschi. E allora che voti, Ingrao (Ingroia)? Manco ce penso, io volevo votà per Grillo, ho seguito il blog per un mese poi però non è voluto annà in televisione. Embé questo non è democratico. No, non è democratico. Comuque so’ tutti uguali. Tocca rivotà per lui. O Grillo o lui. Mejo lui.

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Ci sono un francese, un tedesco, un cinese, un romano in una birreria. E una mosca

Le mosche non riposano mai, perché la merda è davvero tanta.
Alda Merini

Dunque, ci sono un francese, un tedesco, un cinese e un romano (di Tor Carbone) in una birreria.

Tutti e quattro trovano una mosca dentro la birra. Interviene Manu: Ma io sapevo quella col genovese e la zanzara nella gazzosa. È una versione analoga? Dàje, narra.

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