PAOLO MAURENSIG Al Collegium Musicum nessuno doveva illudersi di poter oziare

Da «Canone inverso»

Oggi del Collegium Musicum non rimane più traccia se non una pietraia ricoperta da erbacce. Mi servirebbe una cartina dettagliata per farle vedere l’esatta ubicazione di quell’edificio, diventato durante la guerra un deposito di munizioni, e fatto saltare in aria prima della disfatta. Ed è una fortuna che quell’orribile posto sia stato cancellato, seppure non dalla mia memoria. Anche a quel tempo non era facile arrivarci. Sorgeva infatti nella Bassa Austria, lungo la valle del Danubio, sulla strada che da Stockerau porta verso Tulln. Si poteva scorgere solo passandoci in treno, perché era fuori delle strade comunemente battute. Continua a leggere “PAOLO MAURENSIG Al Collegium Musicum nessuno doveva illudersi di poter oziare”

MAX MAURO Il mio nuovo compagno di classe

Nazione indiana, 18 giugno 2025

Tom arrivò a scuola a metà mattina, era quasi ora della ricreazione e tutti fremevano per scappare fuori. Io e Devis avevamo già pronte le squadre per la partita di calcetto con la palla da tennis, tre contro tre, sulla pista di atletica. I limiti delle porte erano fissati con dei sassi che alla fine della ricreazione lasciavamo ai bordi della pista, per evitare che qualcuno ce li buttasse via. Quel giorno avevamo ingaggiato Marco Tollis della prima B, era uno dei migliori calciatori della scuola, ed era la prima volta che giocava con noi sulla pista di atletica. Il quarto d’ora di corse e calci all’aria aperta rubato ai banchi della scuola media era, per noi, la cosa più memorabile della giornata.

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GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA Adesso le maestre elementari sono delle signorine vivaci

Da «Ricordi d’infanzia»

Fu a S. Margherita che alla non tenera età di otto anni mi venne insegnato a leggere. Prima mi si facevano delle letture; a giorni alternati mi si leggeva la «Storia Sacra», una specie di sunto della Bibbia e del Vangelo i giorni di Martedì, Giovedì e Sabato; e i Lunedì Mercoledì e Venerdì… la Mitologia classica. In modo che ho acquisito una solida conoscenza di ambedue queste discipline: sono ancora in grado di dire quanti e quali fossero i fratelli di Giuseppe e me la cavo fra le complicate beghe familiari degli Atridi. Continua a leggere “GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA Adesso le maestre elementari sono delle signorine vivaci”

ALBINO BERNARDINI Era brutto, che pareva un diavolo

Da «La scuola nemica»

– Una volta avevamo una maestra che andava a simpatia; se a uno non lo poteva vedere, non si avvicinava nemmeno, come è capitato a un mio compagno. A questo si vedeva proprio che non lo poteva vedere, perché, come faceva una cosa, subito a lui, anche quando non era lui a chiamarlo e offenderlo, a dirgli tante cose così e cosà. Un giorno eravamo a scuola e l’ha messo dietro alla lavagna poi ha cominciato a offenderlo, e quello a stare zitto, ma si vedeva che stava agguantando, e quando si è stufato, che la maestra continuava a dire: «Sei un disgraziato! Sei brutto come un diavolo, nell’anima e nel corpo» quello prende l’ombrello della maestra stessa e l’ha picchiata Continua a leggere “ALBINO BERNARDINI Era brutto, che pareva un diavolo”

ALBINO BERNARDINI Vi boccio tutti, come è vero Dio

Da «La scuola nemica»

Nelle medie invece un giorno il professore è venuto ubriaco. Io prima non me ne stavo accorgendo; allora un mio amico mi tocca e mi dice piano piano per non ci sentire: «Oggi il professore ha alzato il braccio. Manco camminare può». Io alla prima non stavo a capire e gli ho detto: «Che cosa stai a dire?». E quello: «Ma non lo vedi che oggi è cotto dalla mattina?». Allora ho guardato anch’io e ho visto che si muoveva tutto, e cominciava a dire: «Ma cos’è tutto questo caldo qui. Ma voi non lo sentite? Aprite subito le finestre che si crepa». Noi non sapevamo cosa dire, ché invece ci avevamo freddo, e allora nessuno andava aprire le finestre. Continua a leggere “ALBINO BERNARDINI Vi boccio tutti, come è vero Dio”

ALBINO BERNARDINI Le bacchette

Da «La scuola nemica»

– Non mi piaceva l’iscuola e neanche a istudiare
– Perché dunque non ti piaceva? Un motivo ci deve essere!
– Così… perché picchiavano…
– Come sarebbe?
– A colpi, mi… – e fa cenno con le mani
– Vuoi dire che ti picchiavano?
– Eh, se ti guardavano!
– Ah, ho capito, per scherzo, vero?
– Altro che ischerzo… davvero picchiavano!
– Perché?
– Perché no’ istudiavo. Continua a leggere “ALBINO BERNARDINI Le bacchette”

L’intelligenza artificiale salverà il pianeta?

Ho accompagnato la quinta azzurra a un evento finalizzato a salvare il pianeta e accumulare ore di orientamento obbligatorio. Uscendo mi veniva su una domanda che volevo fare alla classe, che molto presto sono diventate due, poi tre e infine 10, una tirata per il collo per completare il decalogo, per la verità. E siccome nella scuola del post covid non si getta via niente, è uscito fuori un bel compito di educazione civica, anche se valido per l’orale, anche questa una magia che non servirà spiegare a chi ha capito il rapporto tra forma e sostanza che sussiste nella didattica di oggi. Noto en passant che in quinta azzurra tre studenti portano il nome Giulia e due Giorgia, anche se pervengono su alcuni punti a conclusioni molto dissimili

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Vater

Brainstorming sull’esame di Stato. La classe chiede se può capitare un’immagine al colloquio. Ma qualsiasi immagine o qualcosa dal programma di storia dell’arte? Qualsiasi immagine. Il prof apre google, cerca un vater, lo proietta sulla lavagna. Pensatevi seduti qua davanti, che avete cinque minuti per fare i collegamenti. Giorgia: io lo collego con tutto quello che mi fa schifo nelle materie. Dentro ci finiscono Schopenhauer, Napoleone, D’Annunzio, Émile Zola, Edgar Allan Poe (Ho preso 4 all’interrogazione), la tettonica a placche, la Lazio.