In questa canzone metto in bocca a uno dei ladroni crocifissi con Gesù una lettura provocatoria dei dieci comandamenti, che il ladrone smonta uno per uno smascherando l’ipocrita convenienza di chi li aveva dettati: è facile dire «non desiderare la roba e la donna d’altri» quando si possiedono palazzi e concubine; oppure «non ammazzare» quando hai le mani sporche del sangue di innumerevoli crocifissioni. E ancora: se oggi fai il delatore sei un benemerito, mentre un tempo il peccato di Giuda era il peggiore.
“Non avrai altro Dio all’infuori di me”
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall’Est
dicevan che in fondo era uguale. Continua a leggere “FABRIZIO DE ANDRÈ Il testamento di Tito”