Dalla seconda metà degli anni novanta a oggi nella scuola è passata una lunga riforma che ha seguito varie fasi e si può articolare in quattro tipi di interventi: quelli che hanno reciso, quelli che hanno inciso, quelli che hanno fatto la zavorra, e infine, ma non per ultimi, gli interventi che sono serviti a riempire le pagine dei giornali.
Il primo blocco, tutti i tagli, il taglio delle ore, delle cattedre, del sostegno, del tempo pieno, degli assistenti, degli specialisti, l’aumento costante del numero di alunni per classe. Tutti hanno tagliato. Un ministro ha detto si fa il fuoco con la legna che si ha. Un altro ministro ha detto i miliardi che vi stiamo togliendo rimangono nella scuola sotto forma di. Guardatevi intorno, vedrete banchi monoposto a rotelle abbandonati ovunque, pc di scarto, spazio illimitato sui cloud, che vuol dire nuvole. I tagli servivano per risparmiare, per ridimensionare l’istituzione. Meno scuola, meno democrazia.
Un filo rosso lega la politica scolastica di tutti i governi, la volontà di incidere sulla mentalità, di introdurre la competizione, di esaltare le competenze e appiattire l’apprendimento. Berlinguer propone un concorsone che viene affossato. Moratti dice che i docenti si dividono tra chi ha voglia solo di insegnare e chi ha voglia di fare cose. Sono questi ultimi che tengono in piedi l’istituzione. D’altra parte, la cultura non si mangia. La Buona Scuola è un programma organico di trasformazione della scuola in un’agenzia di produttori e consumatori. Anche se tutto non va a buon fine, la chiamata diretta viene eliminata, il bonus per il merito confluisce nel fondo di istituto, qualcosa è successo. Dalla Buona Scuola in poi il processo di riforma della scuola avviene con la collaborazione del corpo docente, corpo inerte svuotato di ogni spirito di iniziativa.
Incidere sulla mentalità serve a alleggerire l’architettura dell’istituzione. Sotto l’ombrello dell’autonomia, prima sotto i governi Berlusconi, poi con aggiustamenti da parte dei governi di centro-sinistra era sul tavolo un disegno di legge di riforma degli organi collegiali. L’obiettivo: rimodellare la democrazia della scuola in senso privatistico. Il disegno di legge nei fatti è stato abbandonato più di dieci anni fa, con la Buona Scuola il progetto era realizzato nei fatti. Le scuole private godono di finanziamenti che dalla legge sulla parità, un altro ombrello, sono aumentati in modo progressivo. Ma non geometrico. Da un certo momento in poi agli enti che soprassiedono alla scuola, che suggeriscono le linee di intervento sull’istituzione, è sembrato più conveniente privatizzare il pubblico, renderlo cremoso.
Le scorie di tutti gli interventi incisivi diventano zavorra. La zavorra che si è depositata è così tanta che delle volte sembra di sentire declamare quella rima che dice Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo! Un caso emblematico. Il Clil è scaturito dall’idea geniale di insegnare una materia dell’ultimo anno in una lingua straniera. È diventato l’ennesima sezione della programmazione o dell’ordine del giorno del consiglio di classe da compilare. La prima competenza richiesta al docente, la resilienza: adattare, cucire, far quadrare, e naturalmente, compilare. Qualcosa del genere sta succedendo con l’educazione civica, succederà con l’orientamento. Il risultato è che non c’è più tempo per fare scuola, tranne che nei ritagli di tempo.
Per fortuna la scuola è sempre al centro dell’attenzione. Non è più necessario un decreto sui grembiulini perché si parli di scuola, o lo spauracchio dell’emergenza educativa e il 5 in condotta. Un Vannacci può proporre di reintrodurre le classi differenziali e subito inizia il dibattito. Vannacci dice che è stato frainteso: lui aveva detto classi di livello. Apri un giornale e leggi: le aziende chiedono manodopera specializzata di alto livello. Se ne parlerà al g7. A proposito: dove si decide quello che passa al punto 1 e 2? E ancora: le scuole devono insegnare l’intelligenza artificiale però ahinoi gli insegnanti non sono specializzati. Ma forse l’intelligenza artificiale si può insegnare da sé? Il middle management negli ultimi tempi è stato trascurato. Dante non si può ripudiare, è contro la Costituzione, più in basso di così, c’è solo da scavare cit.