Alle elementari la maestra ci faceva fare i dibattiti. Il formato era quello di «Berlinguer ti voglio bene»: «Pole la donna pareggià con l’omo? No». Nella fattispecie: «È giusto il 6 politico? No». Si era, del resto, nel ’77 e gli studenti dell’Università di Roma, così diceva, chiedevano il 6 politico. Per me il ’77, per tanto tempo, è stato questo. L’input era: se passa il 6 politico Alerino, lo squinternato e Pollo potrebbero avere la stessa valutazione di Maria Novella Teofanelli di Albafiorita che ogni giorno studia otto ore al giorno, e anche dopo cena. Falso, tra l’altro. Chiamato in causa risposi: a me il 6 va bene, a Maria Novella ci puoi mettere il 10.
6 politico