LUCA MALGIOGLIO Gli insegnanti e l’«innovazione»

La nostra scuola, 14 aprile 2025

Quello dell’insegnante è un mestiere estremamente complesso, che richiede passione culturale, approfondite conoscenze disciplinari, consapevolezza di cio che si sta facendo, capacità di comunicare e di entrare in relazione con le persone in crescita, tatto pedagogico, capacità di graduare flessibilità e determinazione nelle richieste agli studenti a seconda delle situazioni e delle difficoltà. Poiché mette in gioco la complessità degli esseri umani e realtà relazionali sempre diverse, in una triangolazione sapere-studenti-insegnanti che non è mai uguale a se stessa, il lavoro dell’insegnante acquista valore ed efficacia solo attraverso l’esperienza, e non c’è modo di standardizzarlo.

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PAOLO NORI Io mi batto, io mi batto, io mi batto

State bene, 12 giugno 2025

Dopo, nel gennaio del 2009, compiva gli anni mio fratello Emilio, mi sono trovato a Parma a cena con i miei due fratelli e mia mamma. Era il periodo della crisi dell’Alitalia, e la prima mezz’ora che siam stati a tavola mio fratello Giulio, mio fratello Emilio e mia mamma hanno parlato solo di trasporti aerei, e ne han parlato come se fossero degli esperti. Io a un certo punto ho guardato mia mamma le ho detto Mamma, tu non hai mai volato in vita tua, cos’è successo, hai fatto un corso? C’è un saggio bellissimo di uno studioso russo che si chiama Bachtin, il saggio si intitola La parola nel romanzo e lì Bachtin dice che noi, le cose che diciamo, il 50 per cento non sono cose che diciamo, sono cose che ripetiamo. Quel saggio è degli anni 30 Continua a leggere “PAOLO NORI Io mi batto, io mi batto, io mi batto”

RENATA PULEO Invalsi fra Big Data e Data Despota

La scuola e noi, 31 marzo 2025

Cosa succede quando digitiamo

Il titolo inconsueto ha bisogno di qualche spiegazione. I dati big, importanti, che ci riguardano personalmente, sono in ogni istante intercettati attraverso i dispositivi che utilizziamo, ormai per qualsiasi funzione della vita sociale, per pratiche e istanze amministrative, in format, questionari, attestati, eccetera. È un’attività di rastrellamento operata dalle piattaforme private (le più note sono racchiuse nell’acronimo GAFAM: Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) e pubbliche. Dati oggettivi e soggettivi, posture e inclinazioni di gusto, rapporti affettivi (soft skills) diventano codici alfanumerici elaborati da potenti sistemi algoritmici Continua a leggere “RENATA PULEO Invalsi fra Big Data e Data Despota”

GABRIELE FERRANTE Imparare poesie a memoria: esercizio inutile o «talismano per il futuro» come sosteneva Calvino?

La Tecnica della Scuola, 20 dicembre 2024

«Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale…». In quanti, tra coloro che hanno frequentato il liceo tra gli anni 60 e 70, sarebbero in grado di continuare a memoria? In molti, riteniamo. E i più giovani, diciamo i trentenni di oggi? Qualcuno, probabilmente, ma certamente nessuno tra i ragazzi e le ragazze attualmente frequentanti o diplomati da qualche anno. Imparare a memoria una poesia è, da tempo oramai, una pratica considerata inutile a livello didattico. Sarà davvero così? Imparare a memoria un testo è un’inutile perdita di tempo? Se lo chiede in questi giorni su Il Fatto quotidiano, Bruno Contigiani, giornalista, scrittore e fondatore dell’associazione “L’Arte del vivere con lentezza”. Continua a leggere “GABRIELE FERRANTE Imparare poesie a memoria: esercizio inutile o «talismano per il futuro» come sosteneva Calvino?”

Fiabe

Io credo questo: le fiabe sono vere. Sono una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi di un destino, la giovinezza, dalla nascita che spesso porta con sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano. E, in questo sommario di segno, tutto: la divisione dei viventi in re e poveri; la persecuzione dell’innocente; l’amore incontrato prima ancora di conoscerlo e poi sofferto come bene perduto; la comune sorte di soggiacere a incantesimi, cioè d’essere determinati da forze complesse e sconosciute Continua a leggere “Fiabe”

MARTIN VENATOR – GIULIA MERLINO Non si fa politica a scuola

«Non si fa politica a scuola».
Ce lo ripetono come un mantra. Ma chi lo dice mente, spesso sapendo di mentire.
Dire che «la politica deve restare fuori» è un atto profondamente politico: significa difendere lo status quo, quello fatto di disuguaglianze, silenzi imposti e ubbidienza travestita da buonsenso.
È una forma raffinata di censura preventiva, che serve a disinnescare ogni possibilità di pensiero critico. Chi dice «niente politica» spesso vuole solo dire: «Niente critica. Niente domande. Niente voce».
Noi diciamo l’opposto: la scuola è SEMPRE politica. Continua a leggere “MARTIN VENATOR – GIULIA MERLINO Non si fa politica a scuola”

FEDERICO DE ROBERTO «Signor tenente, io non ci vado»

Da «La paura»

A pugni stretti, fremente, Alfani fissava la piazzola. Mai, in due anni di guerra, nelle mischie terribili, sotto il grandinare della mitraglia, fra le messi sanguinose degli uomini falciati a manipoli, a schiere, egli aveva provato il raccapriccio che ora lo invadeva dinanzi a quella lenta, metodica e inutile strage. Nelle circostanze più gravi, nelle situazioni più imbarazzanti, per temperamento e per ragionamento egli era stato sempre certo di non sbagliare attenendosi strettamente alla consegna; ora no, ora esitava, ora sentiva che quella consegna costava già troppe vite.
Infrangerla? Assumersi la responsabilità delle conseguenze… Continua a leggere “FEDERICO DE ROBERTO «Signor tenente, io non ci vado»”

Wake Me Up When This Year School Ends

19 ottobre

Gli studenti pensano (sperano, non temono) che il colloquio del nuovo esame di Valditara sarà un’interrogazione. Ditemi che materie escono e io quelle studio dice Valeria. Sarebbe molto fuori moda. Ma soprattutto stride con la fanfara della maturità presentata come accertamento dell’autonomia raggiunta in relazione a non è chiaro quali competenze. Sta piovendo l’ennesima diavoleria che non oso nemmeno immaginare. Quasi quasi rimpiango il gioco d’azzardo dei collegamenti dell’esame di stato appena messo in soffitta.

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LUCA MALGIOGLIO Una didattica «per competenze»?

La nostra scuola, 23 febbraio 2025

Le righe che seguono sono la rielaborazione della relazione presentata all’importante incontro di aggiornamento, dal titolo «Come cambia la scuola?», che si è svolto il 17 febbraio presso l’Istituto Di Vittorio-Lattanzio di Roma.

Le competenze sono un risultato chiuso, previsto a priori e in astratto; a pensarci, sono l’esatto opposto della cultura e del pensiero critico, che portano a conoscenze, scoperte e aperture sul mondo davvero nuove.

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