Sono un’insegnante di serie B. Scrivo per rabbia, annebbiata dall’invidia sociale verso quelli che ce l’hanno fatta. Gli insegnanti multiuso, che insegnano nelle ore di insegnamento (quanto basta), compilano le carte, partecipano alle riunioni, correggono i compiti, e nondimeno gli avanza tanto di quel tempo e voglia da poter essere anche tutor, orientatori, progettisti, stagisti, animatori digitalizzati.
Continua a leggere “FEDERICA CAPPUCCIO La mitridatizzazione della scuola”Mese: dicembre 2025
WALTER QUATTROCIOCCHI «Intelligenza artificiale», ChatGpt e Large Language Model: alcuni chiarimenti fondamentali
La nostra scuola, 26 agosto 2025
È difficile parlare di LLM (i large language model come ChatGpt o Gemini) con chiarezza. Il rumore di fondo è terrificante.
Tra marketing, pop–filosofie e metafore che non colgono, il quadro è tutt’altro che rassicurante.
La platea è frammentata in micro–tribù identitarie che si rinforzano a vicenda. Quando la narrativa si schianta contro la realtà, il confirmation bias riporta tutti al punto di partenza e la storia si riaggiusta per tornare comoda.
Buzzurro
Buzzurro è un vocabolo che circolava a Firenze per designare i castagnai ambulanti svizzeri dei Cantoni del Ticino e dei Grigioni che d’inverno lasciavano le loro montagne e venivano a vendere caldarroste (fiorentinamente bruciate) in città. Dopo il 1865, nella breve stagione di Firenze capitale, l’epiteto buzzurro è applicato in senso spregiativo ai funzionari e ai militari piemontesi che si trasferiscono in massa, con le rispettive famiglie, sulle rive dell’Arno […]. L’etimologia di buzzurro continua a essere incerta. Un’ipotesi stimolante, sebbene non priva di difficoltà, è stata avanzata da Ottavio Lurati e poi accolta nell’Etimologia di Alberto Nocentini: buzzurro sarebbe una retroformazione da buzza(r)rone, buzzur(r)rone, forme attestate in zone diverse (buzzeron e buzzaron nei dialetti settentrionali, buzzarruni e buzzurruni in siciliano), e corrispondenti al toscano buggerone e al romanesco buggiarone.
Accademia della Crusca, Giusto, sbagliato, dipende
ELIO FILIPPO ACCROCCA Ho dormito l’ultima notte
«Portonaccio» (1949)
Ho dormito l’ultima notte
nella casa di mio padre
al quartiere proletario.
La guerra, aborto d’uomini
dementi, è passata sulla
mia casa di San Lorenzo.
Il cuore ha le sue distruzioni
come le macerie di spettri Continua a leggere “ELIO FILIPPO ACCROCCA Ho dormito l’ultima notte”
EMANUELA BANDINI Il tempo scuola fugge… et non s’arresta una hora
Le parole e le cose, 2 giugno 2025
Una delle lamentele più frequenti che si possano ascoltare nelle sale insegnanti di tutto lo Stivale è che a scuola, in classe, non si riesca più a fare quello che si riusciva a fare solo cinque o sei anni fa, nonostante ci si senta sempre più carichi di lavoro: c’è chi attribuisce questa difficoltà alle diverse caratteristiche delle nuove generazioni, chi invece alle mutate condizioni dei dispositivo scolastico, che negli ultimi venticinque anni ha attraversato non meno di quattro grandi processi di riforma e revisione (Berlinguer, Moratti, Gelmini, Renzi) e una serie di continui “aggiustamenti interni”, che, pur mantenendone immutata la struttura portante, hanno modificato profondamente quello che si fa (o si riesce a fare) nelle aule.
Continua a leggere “EMANUELA BANDINI Il tempo scuola fugge… et non s’arresta una hora”PAOLO MAURENSIG Al Collegium Musicum nessuno doveva illudersi di poter oziare
Da «Canone inverso»
Oggi del Collegium Musicum non rimane più traccia se non una pietraia ricoperta da erbacce. Mi servirebbe una cartina dettagliata per farle vedere l’esatta ubicazione di quell’edificio, diventato durante la guerra un deposito di munizioni, e fatto saltare in aria prima della disfatta. Ed è una fortuna che quell’orribile posto sia stato cancellato, seppure non dalla mia memoria. Anche a quel tempo non era facile arrivarci. Sorgeva infatti nella Bassa Austria, lungo la valle del Danubio, sulla strada che da Stockerau porta verso Tulln. Si poteva scorgere solo passandoci in treno, perché era fuori delle strade comunemente battute. Continua a leggere “PAOLO MAURENSIG Al Collegium Musicum nessuno doveva illudersi di poter oziare”