Egli è cadente, deforme, cencioso;
E, sotto i cenci, le sue carni grame
Io scorgo; carni che dentro, la fame
E, fuori, i geli e i sollïoni ‘han roso.
I viandanti, in atto pauroso,
Lo fuggon come creatura infame;
Io solo oso guardar questo carcame…
E lo guardo con occhio invidioso.
Noi vogliam tutti quel che non abbiamo!
II caldo estivo d’inverno imploriamo
E, nella state, dell’inverno il fresco!
Egli è lurido, vecchio ed affamato;
Io son giovane, lindo ed ho pranzato…
Eppur l’invidio perché sa il tedesco.