DANIELE LO VETERE L’educazione anti-tecnologica di Gert Biesta (su Gert Biesta, «Il mondo al centro dell’educazione», e «Oltre l’apprendimento»)

[Le parole e le cose, 4 ottobre 2024]

Due anni fa, avevo dato conto qui su Le parole e le cose della prima edizione italiana di un libro di Gert Biesta, Riscoprire l’insegnamento, per Raffaello Cortina editore. Il 2023 ha visto la traduzione di altri due testi del filosofo dell’educazione: Il mondo al centro dell’educazione. Una visione per il presente, trad. di Alessandra Anichini e Laura Parigi, Tab edizioni, Roma 2023 (ed. or. 2021); Oltre l’apprendimento. Un’educazione democratica per umanità future, a cura di Chiara Carla Montà, Franco Angeli, Milano 2023 (ed. or. 2006).

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L’uomo che ha fatto scoppiare la terza guerra mondiale

(1996)

I
Paolo era a cena da Mojca e Jore quel sabato sera di un dicembre 1996 da cui si dipartirono tutti gli eventi che hanno insanguinato l’Europa e il mondo in questi ultimi quarant’anni. Si mangiava la minestra. Devi sapere, mi diceva oggi a pranzo che proprio per questo siamo caduti nel discorso, che gli sloveni quando mangiano la minestra la succhiano. Letteralmente: cioè emettendo un forte rumore di aspiramento. E lui invece, d’altra parte gli hanno insegnato a non succhiarla, se la beveva tutto rispettoso però si guardava intorno Continua a leggere “L’uomo che ha fatto scoppiare la terza guerra mondiale”

A vanvera

Di a vanvera sono note varianti regionali, in particolare nel pisano e nel lucchese, dove si registrano a cianfera e a bàmbera. Quest’ultima deriva probabilmente dal gioco della bambàra, un gioco di carte, di origine spagnola, paragonabile alla primiera.
Esiste un ampio ventaglio d’usi, espressivo e alquanto fantasioso, dovuto alla vivacità di una parola variamente adattata e retoricamente efficace per il suo andamento allitterante e per la sua origine onomatopeica. Di «onomatopea romanza» parla L’Etimologico che alla voce vanvera scrive: «variante con consonante sonora di fànfera, che deriva dalla stessa sequenza imitativa di fànfano, fanfara e fanfarone Continua a leggere “A vanvera”

ÉMILE ZOLA Prefazione ai Rougon-Macquart

Io voglio spiegare come una famiglia, un piccolo gruppo di persone, si comporta in una società, sviluppandosi per dar vita a dieci, venti individui che, a prima vista, sembrano profondamente diversi, ma che, analizzati, si rivelano intimamente connessi gli uni agli altri.
Come in fisica la gravità, così l’eredità ha le sue leggi. Cercherò di scoprire e di seguire, tenendo conto della duplice azione dei temperamenti individuali e degli ambienti sociali, il filo che conduce con certezza matematica da un uomo ad un altro uomo. E quando terrò in mano tutti i fili, quando avrò studiato a fondo tutto un gruppo sociale, farò vedere questo gruppo in azione come forza motrice di un’epoca storica Continua a leggere “ÉMILE ZOLA Prefazione ai Rougon-Macquart”

Che fine ha fatto Ungaretti?

Ho chiesto all’intelligenza artificiale di compilare il mio programma di letteratura italiana del quarto e del quinto anno del liceo.
Ha risposto che i programmi possono variare. Tuttavia si sente di suggerirmi per il quarto anno il Romanticismo, nel quale sono inclusi autori come Foscolo, Leopardi e Manzoni, e poi la Scapigliatura e il Verismo (Verga e Capuana). Di Leopardi avrei dovuto leggere due poesie: L’infinito e La sera del dì di festa. Di Manzoni I promessi sposi.
Per il quinto anno propone D’annunzio (La pioggia nel pineto), Pirandello (Sei personaggi in ceca d’autore) e Svevo (La coscienza di Zeno), e inoltre Montale, Quasimodo e Pasolini.
Chiedo: che fine ha fatto un poeta come Ungaretti?
Dice che Ungaretti, il famoso poeta italiano, è morto a Milano il 2 giugno 1970. Continua a leggere “Che fine ha fatto Ungaretti?”

MARTIN VENATOR Il docente adattivo: ritratto mesto di una resa quotidiana

La nostra scuola, 15 maggio 2025

Non si è arreso tutto in una volta. Ha resistito, all’inizio. Ha provato a capire, a proporre, a credere che si potesse ancora discutere, cambiare, salvare qualcosa. Ma poi ha iniziato a cedere. Un modulo dopo l’altro. Una griglia dopo l’altra. Una piattaforma, una rendicontazione, un progetto in più.

Ha capito che era più facile lasciar correre. Ha smesso di lottare.

Il docente adattivo non è un servo del sistema. È un sopravvissuto. Non è entusiasta della deriva aziendalista, ma si è convinto che opporvisi sia solo fatica sprecata. Firma tutto, partecipa a tutto, accetta ogni sigla: PCTO, PTOF, RAV, PNRR. Recita il copione con mestiere, senza convinzione.

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PIERO CALAMANDREI Ora e sempre RESISTENZA

Albert Kesselring, a partire dall’8 settembre 1943 comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti) e condannato a morte. La condanna fu presto commutata in ergastolo, ma già nel 1952 egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui fu attivo sostenitore fino alla morte, nel 1960. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l’impudenza di dichiarare pubblicamente che gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli… un monumento. Continua a leggere “PIERO CALAMANDREI Ora e sempre RESISTENZA”

Il fine giustifica i mezzi

Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se’; e quelli pochi non ardiscano opporsi alla opinione di molti che abbino la maestà dello stato che li difenda: e nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio da reclamare, si guarda al fine. Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e’ mezzi saranno sempre iudicati onorevoli, e da ciascuno laudati; perché el vulgo ne va preso con quello che pare e con lo evento della cosa; e nel mondo non è se non vulgo; e li pochi ci hanno luogo quando li assai hanno dove appoggiarsi.
Niccolò Machiavelli, Il principe, cap. 18

Ci è un piccolo libro del Machiavelli, tradotto in tutte le lingue, il Principe, che ha gittato nell’ombra le altre sue opere. Continua a leggere “Il fine giustifica i mezzi”

LUCIO GAROFALO La sudditanza degli insegnanti italiani

[Lettera a Informazione Scuola, 29 settembre 2024]

La docimologia è quella branca della pedagogia che pretende di essere una disciplina scientifica che si occupa dei diversi parametri applicabili nei processi di valutazione scolastica. Malgrado la presunta «obiettività» scientifica delle tecniche di verifica all’insegna dei criteri docimologici in voga, la valutazione è un’operazione globale, costante e formativa, nella misura in cui esige l’analisi di un ventaglio di fattori dinamici, di motivi di ordine soggettivo ed interiore, di elementi socio-affettivi, da cui non si può astrarre e che non sono assolutamente misurabili in termini matematici.

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