Se fosse dipeso da lui avrebbe giocato senza fermarsi mai. Il suo sogno era una vita in cui si potessero sbrigare il mangiare e il dormire durante le mosse dell’avversario.
Elias Canetti, Auto da fé
Due re nemici giocano a scacchi mentre in una vallata vicina i loro eserciti lottano e si annientano. Giungono messaggeri con notizie della battaglia; i re non paiono udirli e chini sulla scacchiera d’argento muovono i pezzi d’oro. Man mano appare evidente che le sorti del combattimento seguono le sorti del gioco. Verso sera uno dei re rovescia la scacchiera perché ha subito scacco matto, e poco dopo un cavaliere insanguinato gli annuncia: «Il tuo esercito è in fuga, hai perso il regno».
Edwin Morgan, The Week-End Companion to Wales and Cornwall, in Borges – Bioy Casares. Racconti brevi e straordinari
Il maggiore Barzov stava infilando una sigaretta in un bocchino d’avorio lavorato: «gli scacchi hanno una cosa che è davvero antipatica», disse ammirando il bocchino e girandolo qua e là. «Non c’è un briciolo di fortuna in questo gioco. Chi perde non ha scuse».
Kurt Vonnegut, Tutti i cavalli del re, in Benvenuta nella gabbia delle scimmie