[La scuola e noi, 8 aprile 2024]
Questo pezzo nasce dalla perplessità che mi coglie quando incontro espressioni come “compito di realtà”, “compito autentico”, “valutazione autentica”. Non credo affatto che si tratti di espressioni prive di fondamento teorico; e sono consapevole che la perplessità nasce in una certa misura da fattori esterni, sociali e politici: il fatto che simili espressioni si collochino in un orizzonte culturale caratterizzato dall’asservimento dell’istruzione a fini che le sono estranei (quelli del mondo produttivo) e da un’idea di utilità e profitto sulla quale possiamo leggere le parole convincenti di Nuccio Ordine.
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