E cortesia fu lui esser villano (Educazione civica «flipped»)

Educazione civica «flipped» lezione 1. Tema: se e quando è giusto dare indicazioni sbagliate a turisti o viandanti di qualsiasi tipo, inclusi perdigiorno. Premessa: racconto due episodi che mi sono accaduti. In uno ci sono due americani. Siamo a Firenze, davanti a palazzo Medici Riccardi a via Cavour. I due americani, che vengono da piazza San Marco, chiedono da che parte sta il Duomo. Il prof indica dritto. Dice tra 50 metri lo vedete è bello grande (cit. Marco D. Bari). I turisti si consultano e decidono di andare verso San Lorenzo, a destra. Questa descrizione particolareggiata è uso dei miei amici fiorentini. Gli altri si possono accontentare di aver capito che i due americani hanno preso per un’altra strada.
«I turisti non se meritano niente» interviene Federico.
«Probabilmente – osserva Alessia – dare un’indicazione sbagliata in questo caso poteva essere l’indicazione giusta»
«Questi episodi oggi non succedono più – rincara Federico – tutti hanno il navigatore».
E quindi, se tanto mi dà tanto, non sai usare il navigatore, non ti fidi del navigatore, e io ti mando per una strada sbagliata. Moralmente ineccepibile.
Comunque io non avevo il navigatore e non mi perdevo. In città con tuttocittà ripiegato nella tasca del cappotto. Nei boschi…
«Andava in giro con la bussola e la mappa»
Falso. La tecnologia risolve problemi che diventano problemi nel momento stesso in cui viene introdotta una tecnologia per risolverli. Anziché imparare a orientarsi divento un esperto di mapping, finché non va via la connessione. E pouf, ti ritrovi in una strada sconosciuta e chiedi indicazioni a un tizio che ha appena perso l’autobus o ne sa quanto voi, ma non sa di non sapere, come la metà del popolo italiano. O peggio, si stava domandando se e quando è giusto dare indicazioni sbagliate a turisti e viandanti di qualsiasi tipo, inclusi perdigiorno

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