Età dell’oro

Prima di Giove non v’erano agricoltori a lavorare la terra, e neanche si poteva sognare i confini dei campi e spartirli; tutti gli acquisti erano in comune, la terra da sé donava, senza richiesta, con grande liberalità, tutti i prodotti. Egli aggiunse il pericoloso veleno ai tetri serpenti, e volle che i lupi predassero, che il mare si agitasse, e scosse il miele delle foglie e nascose il fuoco e fermò il vino che fluiva sparso in ruscelli, affinché il bisogno sperimentando a poco a poco esprimesse le varie arti e cercasse le piante del frumento nei solchi e facesse scoccare il fuoco nascosto nelle vene della selce.
Virgilio, Georgiche, I 125-36, traduzione di Luca Canali

Continua a leggere “Età dell’oro”

BURCHIELLO Nominativi fritti e mappamondi

Nominativi fritti e mappamondi
e l’arca di Noè fra duo colonne
cantavan tutti ‘Kyrieleisonne’
per la ’nfluenza de’ taglier mal tondi.

La luna mi dicea “Ché non rispondi?”.
E io risposi “I’ temo di Giansonne,
però ch’i’ odo che ’l dïaquilonne
è buona cosa a fare i cape’ biondi”.

Et però le testuggine e’ tartufi
m’hanno posto l’assedio alle calcagne,
dicendo:”Noi vogliàn che tu ti stufi”, Continua a leggere “BURCHIELLO Nominativi fritti e mappamondi”

DANIELE LO VETERE A scuola bastano gli esperti esterni

[post su facebook, 22 novembre 2023]

Penso che gli insegnanti potrebbero pure farsi da parte.
A scuola possono bastare gli esperti esterni, più competenti.
30 ore a un pedagogista
30 ore a uno psicologo
30 ore a un assistente sociale
30 ore a un orientatore
30 ore a un business planner
30 ore a un funzionario delle forze dell’ordine
30 ore a un nutrizionista
30 ore a un sessuologo
30 ore a un influencer Continua a leggere “DANIELE LO VETERE A scuola bastano gli esperti esterni”

Per gli scienziati non c’è niente come la lavagna

[Il post, 17 gennaio 2024]

Un oggetto uguale da secoli rimane difficilmente sostituibile per consuetudini e per i processi legati al suo utilizzo condiviso

La lavagna è uno degli oggetti di uso quotidiano che gli esseri umani in ogni parte del mondo utilizzano da più tempo, senza particolari innovazioni e senza che strumenti alternativi con funzioni simili siano mai diventati altrettanto popolari. Anche se chiamiamo con lo stesso nome oggetti diversi, come per esempio le lavagne magnetiche per pennarelli cancellabili, l’oggetto a cui ci riferiamo nella maggior parte dei casi quando parliamo di lavagne è lo stesso da secoli: una lastra rettangolare in ardesia, in un telaio di legno, su cui si scrive con il gesso.

Continua a leggere “Per gli scienziati non c’è niente come la lavagna”

LOUIS-FERDINAND CÉLINE Contro il laidume degli uomini l’istinto non inganna

Da «Guerra»

Una mattina mi vedo entrare nella sala un generale con quattro galloni, preceduto per l’appunto da L’Espinasse. Dalla faccia che c’avevano tutti e due, sento la sfiga che mi piomba addosso.
Ferdinand, penso io, ecco il nemico, quello vero, quello della tua carne e del tuo tutto… guarda che faccia che c’ha ‘sto generale, se non lo fai fuori tu, ti fa fuori lui, dovunque mi trovo, mi dico fra me e me. Pensieri così mi isolano da tutti. Ora come ora parla soltanto l’istinto e non sbaglia. Allora possono pure rifilarmi canzonette, sagre, panna montata, opera lirica, cornamuse, perfino un culo satinato dagli angeli del paradiso. Continua a leggere “LOUIS-FERDINAND CÉLINE Contro il laidume degli uomini l’istinto non inganna”

Caccia

Oggi uccidere gli animali, anche per l’alimentazione umana, è divenuto assolutamente superfluo, come è provato dal numero sempre crescente di persone che si nutrono intenzionalmente solo di alimenti vegetali o di latticini. Proprio per questo la caccia oggi non è più una forma naturale di lotta per l’esistenza, bensì un ritorno volontario allo stato selvaggio.

Lev Tolstoj, La crudeltà della caccia (1985)

VALERIO MAGRELLI Saldi

Da «Didascalie per la lettura di un giornale» (1999)

Quei pantaloni offerti
a diciannove e nove
in un azzurro elettrico,
quei calzettoni di tessuto sintetico
nei quali la corrente guizza via
come in un corpo ad alta conduzione:
l’impuro della casta
imperscrutabilmente regna
su questi sudari di terital,
messi in liquidazione
fino a sabato prossimo.

Non sono razzista ma

Gli alunni stranieri (l’espressione è del ministro), se vogliono integrarsi, devono imparare l’italiano. O forse vorrebbero. Dice Valditara: «non sono razzista io ma chi vuole integrarli senza fare nulla». Suonava meglio: chi vorrebbe integrarli senza poter fare nulla, perché, anche se fa finta di non saperlo, per l’integrazione linguistica non c’è un soldo, e tutti gli aggeggi che riempiono le aule grazie al pnrr servono a poco o nulla per la didattica, e ancora meno di poco o nulla per l’integrazione dei nuovi arrivi. Ora, siccome l’interazione in classe senza un soldo è destinata al fallimento, in aggiunta al vituperio per chi la sostiene, si propongono, su suggerimento del generale, le classi di potenziamento, «poiché è proprio la diversità (anche tra i livelli di conoscenze e di apprendimento) a rendere efficace l’apprendimento».