Più in basso di così c’è solo da scavare

Dalla seconda metà degli anni novanta a oggi nella scuola è passata una lunga riforma che ha seguito varie fasi e si può articolare in quattro tipi di interventi: quelli che hanno reciso, quelli che hanno inciso, quelli che hanno fatto la zavorra, e infine, ma non per ultimi, gli interventi che sono serviti a riempire le pagine dei giornali.

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Sehnsucht

Domina nella sensibilità romantica l’amore dell’irresolutezza e delle ambivalenze, l’inquietudine e l’irrequietezza che si compiacciono di sé e si esauriscono in sé. La più caratteristica parola del romanticismo tedesco, Sehnsucht, non è lo Heimweh, nostalgia («male», cioè desiderio, «del ritorno» ad una felicita già posseduta o almeno nota e determinabile); è invece un desiderio che non può mai raggiungere la propria meta, perché non la conosce e non vuole o non può conoscerla: è il «male» (Sucht) «del desiderio» (Sehnen). Ma Sehnen stesso significa assai spesso un desiderio irrealizzabile perché indefinibile, un desiderare tutto e nulla ad un tempo […].

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LUCA MALGIOGLIO Il didattichese e i disastri della metodofilia, tra vuoto e conformismo

[La nostra scuola, 25 settembre 2020]

1) A proposito di nuove metodologie, didattica per ‘competenze’, ‘flipped classroom’, ‘cooperative learning’ ecc… Bisognerebbe cominciare a dire che la passione educativa e culturale, quando è autentica, spinge gli insegnanti a cercare il metodo più adatto per condividere e rielaborare insieme agli studenti conoscenze e contenuti significativi; quando questa passione manca non c’è nessuna metodologia che possa sostituirla.

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CORRADO BOLOGNA Il Classico, «eroe culturale» di Italo Calvino

[Doppiozero, 25 ottobre 2023]

Per Italo Calvino la letteratura è in primo luogo uno sguardo, un punto di vista da cui osservarerappresentare ed essere al mondo. L’idea è esplicita già nel 1960, in una lettera all’editore francese François Wahl: «Quello cui io tendo, l’unica cosa che vorrei poter insegnare, è un nuovo modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro» (la lettera è citata da M. Belpoliti in Un modo di guardarePrefazione a I. Calvino, Guardare. Disegno, cinema, fotografia, arte, paesaggio, visioni e collezioni, da lui curato per Mondadori, 2023).

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Dio è risorto

[2012]

Un mio amico in quarta ginnasio mi aveva fatto una cassetta con delle canzoni di Guccini. Ora non mi ricordo se a un certo punto finiva il nastro oppure qualcuno aveva fatto un taglia-incolla ma il fatto è che di Dio è morto si sentivano solo le prime due strofe Ho visto la gente della mia età andare via e Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede. Un po’ di tempo dopo c’era una festa di un compagno di classe, un ciellino, però un po’ fricchettone. Questi qua cominciano a suonare e cantano Dio è morto Dio è morto ecc. e a un certo punto attaccano a dire In ciò che noi crediamo, Dio è risorto. Vado e li sfotto scemi vi siete riscritti la canzone siete proprio cattolici fanatici così. Ma no che la canzone dice dio è morto e poi dopo però è risorto Continua a leggere “Dio è risorto”

LUCIO MASTRONARDI La scuola palestra di vizio

Da La sigaretta, in «L’assicuratore»

Non è che ami molto il mio lavoro, però ci tengo, e tanto, alla stima. Voglio essere stimato sia dai superiori che dalle famiglie. Ho visto che tutti quelli che campano su di un magro stipendio, hanno l’ossessione della stima. I maestri, della stima, ne fanno un culto.
Avere la stima dalle famiglie non è difficile: basta dargli la media alta di voti sulla pagella. La stima è in proporzione ai voti che si danno. E avere la forza di ascoltare i genitori che raccontano i misfatti e le prodezze dei loro bambini, senza sbadigliargli davanti. Io sono stimatissimo.
Più difficile è ottenere la stima dai superiori. La mia direttrice in quanto a stima è avara. Io faccio del mio meglio per conquistarmela. Arrivo a scuola in anticipo. Scatto sull’attenti quando la incontro. Continua a leggere “LUCIO MASTRONARDI La scuola palestra di vizio”