Canovacci

Ciò che è impegnativo crea la possibilità del fallimento, il fallimento crea frustrazione, un fallimento dopo l’altro crea frustrazione cronica, che opprime la curiosità e di conseguenza dissecca la sete di apprendere. Per questo io sto proponendo agli studenti di fare dei canovacci, tutto si può stringere in una paginetta, un abstract, una figura con una didascalia, una nota a piè di pagina, lo spunto per uno spunto, lo schizzo da cui si può intravedere l’impronta dello studente, o per lo meno la sua capacità di pescare informazioni, l’abilità nel copia-incolla, che è la prima competenza del cittadino consapevole del futuro futuribile.

Con un canovaccio puoi riempire anche l’e-portfolio, un canovaccio a regola d’arte può diventare il capolavoro. Una studentessa di quarta, che tra l’altro ha confessato di non avere scelto il tutor (e che aspetti?), dice che non ha capito questa storia del capolavoro. Con pazienza spiego che è il migliore prodotto della sua attività durante la carriera scolastica, il suo vussuto sommerso che diventa il fiore all’occhiello da inserire nella scheda. Ma io non so fare niente, protesta. Ecco, pretendiamo che gli studenti imparino a memoria quello che c’è scritto sui libri, che ascoltino impassibili i nostri spiegoni e non ci rendiamo conto che stanno diventando dei disadattati.