[Da «Nove saggi danteschi»]
È mia intenzione commentare i versi più patetici che la letteratura ci abbia dato. Li include il Canto XXXI del Paradiso, e benché siano famosi, nessuno pare aver compreso il dolore che vi è in essi, nessuno li ha ascoltati interamente. È ben vero che la tragica sostanza che racchiudono appartiene meno all’opera che all’autore dell’opera, meno a Dante protagonista che a Dante redattore o inventore.
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