Le parole sono solo parole?

Quando si abitua la gente a dire parole che non capisce, è facile farle dire tutto ciò che vuole.
Jean-Jacques Rousseau, Émile

2012
Ora io non penso di essere stato sorpassato dalla tecnologia però sto codice IBBAN mi riesce un po’ ostico. Sapere che PER ORA non serve a niente non mi tranquillizza perché dietro c’è un buontempone che l’ha escogitato e che l’avrà anche testato sugli animali e comunque ci intasca su bei soldoni. E poi spunta fuori anche un codice SWIFT. E peraltro io sono felicissimo del fatto che posso fare delle operazioni complicatissime seduto su una sedia ascoltando i Gun’s N’ Roses (spero di averlo scritto giusto) in cuffia, ma ogni volta devo ripetere l’operazione perché dice che c’è un carattere che non è un numero non è una lettera non è un cap la scala dove uno abita può arrivare giusto a C e Soci non è in provincia di Arezzo ma in URSS che però non esiste più e quindi si prega di riprovare e mentre pigio il tasto REFRESC Megghy mi sbrana un polpaccio tentando un’impossibile ascesa verso la postazione.

E non mi dite che sono problemi di forma. Altroché, per un 6 al posto di un 5 nel lontano anno duemila un anonimo signor Antonio Cassano ha incassato i miei primi tre stipendi da incaricato annuale.

17 luglio 2022
Tre tizi (una signora bionda, una giovane abbronzata, un signore pelato) discutono: su se stesso ci va l’accento o no? Cioè la signora stava leggendo un articolo, ha trovato sé stesso ed è stata presa da questo dubbio da spiaggia e l’ha comunicato al signore pelato e alla giovane appena uscita dall’acqua tutta gocciolante, che dichiara con molto garbo che su sé, se è un pronome, l’accento ci va. Ostinati a trovare una soluzione seduta stante aprono una pagina che dice: se sé è seguito da stesso l’accento non è necessario. Discutono su cosa significa necessario, la giovane dice non necessario ma sufficiente, il signore professa la propria ignoranza, la signora propone di aprire la crusca che consiglia l’accento. Non è soddisfatta. Dice che su stesso l’accento non ci può andare perché il sé seguito da stesso non si può confondere con il se congiunzione. Io chiamo la polizia.

30 maggio 2020
Chi non si allinea alla narrazione ufficiale sulla pandemia è un «negazionista». Non credo più a niente e nessuno, per cui, personalmente, non ho difficoltà ad allinearmi alla narrazione ufficiale. Questo a prescindere che il negazionismo sia un reato e che possa essere punito.

Un esame a distanza è anche detto «da remoto», cosa che autorizza a pensare che le domande vengano registrate prima e poi proposte allo studente. Che può prendersi un po’ di tempo per rispondere, a seconda del tempo di connessione e della distanza. D’altra parte la didattica a distanza ha rivoluzionato il concetto di «presenza»: per essere presente non è più necessario stare fisicamente in un determinato posto, si può essere presente anche a casa propria. La scuola privata è pubblica. Le ore possono essere di 40 minuti (e magari domani si svalutano e durano un’ora e dieci). Un imbuto non è quello che credi.

Fino a ieri l’altro si parlava di alienazione come di una condizione da cui liberarsi. Abbiamo camminato per decenni sull’orlo del precipizio. Il 4 marzo l’alienazione è stata imposta per decreto a docenti studenti e genitori di studenti. Quando ci ritroveremo dentro un’aula o nel corridoio di una scuola faremo fatica a riconoscerci? Se una/o studente parla a sproposito gli diremo di spegnere il microfono?

Carmelo ha scritto un «Elogio della parola contagio». Siccome mi piaceva l’ho pubblicato qui. Quando si fa la sanificazione di una parola, i significati positivi vengono tutti eliminati. Ma non è detto che sia un male assoluto. Da quando è scoppiata la pandemia nessuno usa più la parola virale nel senso di una notizia che fa il giro del mondo. E alcune parole neutre diventano benauguranti. Un congiunto è uno con cui si può mangiare allo stesso tavolo al ristorante.

Il concetto di competenza è quanto mai sfuggente, un individuo è competente quando sa fare una determinata cosa, o sa fare la cosa giusta al momento giusto, o la sa lunga. Anche un virus è competente, se riesce ad acquisire dna estraneo dall’ambiente. Siccome in scienze non sono tanto competente ho chiesto ad Alvaro se ho scritto bene. Ha risposto: un virus è competente nella misura in cui una macchina veloce è in gamba. Questa la so. Una zoonosi è quando un virus passa da un animale all’uomo. E il coronavirus è una zoonosi perché proviene dai runners.

6 giugno 2020
Una tizia ha scritto condicio o conditio sine qua non secondo i dizionari. E io, saccente, ma quale dizionari, si dice condicio e basta, in latino conditio vuol dire un’altra cosa e l’espressione non si può tradurre condizione senza la quale non. Non tiene. E ho mandato una foto del Castiglioni Mariotti. La tizia controbatte con una pagina della Crusca, dove, sì, in effetti, c’è scritto che nel linguaggio giuridico sono attestate tutte e due le grafie e nella letteratura praticamente solo la forma conditio. E stacce. Il contentino è nelle ultime righe: «diverso è invece il caso di par condicio: tale locuzione, infatti, è stata introdotta nel linguaggio politico solo negli anni Novanta, riprendendo, in forma ridotta, una formula propria del diritto romano – par condicio creditorum – e come tale essa gode di una maggiore stabilità».

19 agosto 2020
Una commessa della coppe di un piccolo paese della Toscana mi ha ripreso mentre tentavo di infilare un cespuglio di insalata dentro un sacchettino. Dice: «lo apra bene il sacchettino se no l’insalata me la sentenzia tutta». Il vocabolario Treccani non riporta nessun significato di sentenziare che richiami l’insalata. Roberto, l’oriundo, sostiene di non aver mai sentito questa espressione. Ho googlato sentenziare e insalata e mi è uscito:

Ecco la mia «speciale» insalata di mare. Quella che preparo praticamente ogni anno come antipasto per il pranzo di Natale […] l’ha assaggiata anche la mia cara cuginetta Helena, che fino a poco tempo fa non mangiava volentieri pesce, e ha sentenziato «Buona!».

A proposito: si dice cespuglio di insalata?

28 settembre 2020
Leggo in Gadda, La meccanica, pag. 45:

Quel giorno, di tra la folla d’un mercato di verdura, il giovine aveva sottilizzato a una serva linfatica una specie di borsellino sdrucito, fetente, gonfio di cianfrusaglie, di briciole, d’un fazzoletto sporco, d’un lapis copiativo e di pochissime lire.

Dalla sequenza successiva («Così per alcuni giorni mangiarono, lui e lei») si deduce che il corretto significato di sottilizzare è sfilare, scippare. Oppure, con molta fantasia, assottigliare le tasche altrui. Apax come sentenziare riferito all’insalata.

31 ottobre
Sono entrato in un brico. Sono stato 5 minuti in mezzo al negozio con una lampadina in mano mentre intorno si muovevano avanti e indietro commessi e personaggi in cerca di attrezzi. A un certo punto un tizio mi apostrofa: «tubolare per K» e «giovane». Inizio a fantasticare su giovane, il giovane K, il fattore K, la costante, la città di K, eccetera e non mi accorgo che il tizio sta venendo proprio verso di me con una scatola. Contiene una lampadina tubolare per cappe.

29 novembre 2020
Oggi avevo deciso che non usavo nessun congiuntivo poi mentre digitavo su uozzap «ovunque tu è» ho avuto un’esitazione.

2 aprile 2021
Anche il trapassato prossimo ha il suo perché. Sentite come risuona nella poesia di alcuni classici del Novecento:

«Uomini e ragazzi se ne tornano a casa
– sotto festoni di luci ormai sole –

verso i loro vicoli, che intasano
buio e immondizia, con quel passo blando
da cui più l’anima era invasa»

«Avevamo studiato per l’aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo».

«Quando rinacqui un’altra era la mia
anima, come un’altra era la mia voce.

Da fanciullo era nato il giovanetto
ma triste ancora, ancora senza baldanza
ed incerta ai suoi occhi era la meta».

1 luglio 2021
Oggi ho imparato un nuovo verbo: cecchinare. Nel senso non faccia il check-in è diventato non si faccia cecchinare. E io guardavo se c’era qualcuno con il fucile nascosto dietro la vetrata

2 settembre 2021
Le parole nuove che ho imparato durante l’estate, con una coda raccolta durante la prima riunione di scuola, il primo settembre, mattina.
Di cecchinare per fare il check-in si è già detto.
I chiòzzeri a Campo sono i secchi marroni dove si conferisce l’umido, anche se i capoliveresi, cito da un dizionario locale, chiamano chiòzzeri «oggetti da cucina usati».
Il tizio della gastronomia in un supermercato è infastidito dal girarrosto che cingola tutto il giorno.
Amici che abitano in collina non possono uscire la sera perché sono insediati dai cinghiali.
Attenzione al diverso significato che può assumere in diverse parti d’Italia l’espressione sti cazzi, che da qualche parte equivale al toscano boia! (elbano: boia de’!), e quindi esprime una cordiale meraviglia. Per ora, in Toscana, non ho fatto l’esperimento.
Siccome una piattaforma che trasmette le partite di calcio deve condividere 3 partite ogni giornata con un’altra piattaforma, per non sminuire l’esclusiva che avrebbe detenuto se le avesse trasmesse tutte e 10 in esclusiva, si dice che 3 partite sono trasmesse in coesclusiva.
Quando ho spiegato a Gianni che panorama deriva da pan tutto e orao vedere ha proposto di scriverlo separato: pan orama.
Dulcis in fundo: durante le vacanze gli studenti sono stati aberrati dai compiti.

16 marzo 2022
Ho appena scoperto che l’antologia di italiano che uso in prima azzurra è censurata. C’è scritto rottura e invece nell’originale («Pista nera» di Antonio Manzini) era rottura di coglioni. Ora, a parte il fatto che rottura di ottavo grado non rende l’idea rispetto a rottura di coglioni di ottavo grado e comunque non è quello che ha scritto l’autore, cos’ha di censurabile la parola «coglione» per una/uno studente di prima liceo? Ma soprattutto, come mi devo comportare? gli dico di scrivere a margine «di coglioni»? sussurro che nell’originale in realtà c’è scritto rottura di mmmmmh? faccio finta di niente? faccio leggere un altro testo?

21 settembre 2013
In una classe di nativi Invalsi solo uno sa spiegare in un quesito a risposta aperta cosa significa collaborazionista (per quasi tutti è uno che collabora, per uno si usa per indicare i soci in affari), due sanno spiegare mellifluo (uno fornisce tutto un suo pamphlet per dire che «si dice che un oggetto è mellifluo quando le sue caratteristiche fisiche possono variare quando viene stimolato da una forza esterna a causa della sua struttura fluida»), due conoscono il significato corretto di stizza che per tutti gli altri è sinonimo di paura (ma anche «una persona che non si arrende»), per 18 deficienza è sinonimo di stupidità (e basta), uno azzarda un esempio: «la comunicazione deficie di una firma», «disomogeneo si dice di una sostanza in cui si possono vedere ad occhio nudo le materie di cui è composta», «irreversibile si riferisce a una persona che non può cambiare idea».