CHARLES-PIERRE PÉGUY Crisi dell’insegnamento come crisi di civiltà

[1904]

La crisi dell’insegnamento non è una crisi dell’insegnamento; non c’è crisi dell’insegnamento; non c’è mai stata la crisi dell’insegnamento; le crisi di insegnamento non sono crisi di insegnamento; sono crisi di vita; denunciano, rappresentano crisi di vita e sono crisi di vita esse stesse; sono crisi di vita parziali, eminenti, che annunciano e accusano crisi della vita generale; o, se si vuole, le crisi di vita generali, le crisi di vita sociali si aggravano, si radunano, culminano in crisi dell’insegnamento, che sembrano particolari o parziali, ma che in realtà sono totali, perché rappresentano il tutto della vita sociale; è infatti all’insegnamento che le prove eterne attendono, per cosi dire, la cambievole umanità; il resto di una società può passare, truccato, mascherato; l’insegnamento non passa; quando una società non può insegnare, non è che manca accidentalmente di un apparato o d’una industria; quando una società non può insegnare, è che questa società non può insegnarsi; è che ha vergogna, è che ha paura lei stessa d’insegnarsi; per ogni umanità, insegnare, in fondo, è insegnarsi: una società che non insegna è una società che non si ama; che non si stima; e questo e precisamente il caso della società moderna.

I parassiti politici parlamentari di ogni lavoro umano, i politici della politica e dell’insegnamento hanno un bel celebrare la scienza e il mondo moderno e la società contemporanea in gozzoviglie cerimoniali [… ]. Come insegnare l’infanzia e la giovinezza quando tutto quel che non è più bambino e che non è più giovane mente; qualche anno fa, al tempo del mio apprendistato e delle esperienze inevitabili, avrei scritto, come tutti, che il mondo moderno si cerca; oggi, nel disordine delle coscienze, siamo malauguratamente in grado di scrivere che il mondo moderno si è trovato, e che si è trovato malvagio; le conseguenze delle menzogne politiche parlamentari ricadono per sempre sugli autori che sono colpevoli e responsabili di queste menzogne ricadono sempre sulla stessa umanità; come insegnare quando tutta la società è marcia di menzogna; in Francia anche il grande movimento democratico, così pieno di promesse, formulate, tradite dal suo Stato Maggiore politico parlamentare, venduto, rivolto in usurpazione demagogica; l’immenso movimento socialista, così pieno di promesse, quasi realizzate, tradito dal suo Stato Maggiore politico parlamentare, venduto al capitalista, ritorto in usurpazioni capitaliste […].

Che la scienza, che l’arte, che la filosofia si sbarazzi dei politici, che il socialismo, che il mondo operaio si sbarazzi dei politici, che l’insegnamento si sbarazzi dei politici [… a questo punto forse degli uomini che non mentiranno avranno qualche diritto di parlare della giovinezza; e non avendo più questa crisi di vita, forse a questo punto non ci sarà più crisi dell’insegnamento.