Anarcostatalismo

Alcuni giorni fa, davanti a una pizza (amatriciana), è nata una discussione tra me e un vecchio comunista che per simpatia chiamerò Jean-Jacques. Lui dice che l’anarchia non è compatibile con lo statalismo. Osservo che non mi aspetto di ricevere la tessera di anarchico. D’altra parte ci sono tante forme di anarchia quanti sono gli anarchici. Un anarchico all’inizio del Novecento (in «Perché gli anarchici non votano») afferma il rifiuto del parlamentarismo notando tra le altre cose che in una riunione di 5 anarchici scoppia ogni giorno una rissa. E si chiede giustamente: cosa può uscire da una camera con 500 teste. Pensanti, supponendo. J-J dice che non è lui a distribuire le tessere bensì il vocabolario. Continua a leggere “Anarcostatalismo”

TOBIAS JONES Stile Juventus

Da «I feel like I’m selling my soul»: inside the crisis at Juventus, «The Guardian», 25 aprile 2023, tradotto da «Internazionale», 1512, 19 maggio 2023

Per gli italiani la Juventus è stata a lungo un simbolo di fascino aristocratico, ma anche un sinonimo di imbrogli. La società è stata fondata nel 1897 da un gruppo di ragazzi ricchi di Torino che diedero alla squadra il suo accattivante nome latino (che significa «gioventù») e una divisa rosa con papillon o cravattino nero. La Juventus era considerata la squadra della classe alta, mentre gli operai tendevano a sostenere il Torino. Quest’immagine è stata definitivamente confermata nel 1923, quando la società è stata comprata da Giovanni Agnelli, un imprenditore che aveva fatto fortuna nel campo degli armamenti, dell’aviazione, delle spedizioni, della produzione di cuscinetti a sfera Continua a leggere “TOBIAS JONES Stile Juventus”