È arrivata poi l’estate,
sai.
Tra le stanze in cui non trovo più
il tuo odore, l’argento della testa,
le labbra mie disegnate su di te
o le tue su di me,
le arance di fine giugno
-si trovano ancora? certo-,
la ceneriera di rame.
È arrivato il calore delle tre del pomeriggio,
Il sole storto sul lavandino addormentato,
la tv senza lingua,
la caffettiera senza sapore,
il letto enorme
come un’isola.
Qualcuno ha staccato la sveglia
sul tuo comodino.
Non so più che ora è.